Mandic, neurologia: organico ridotto all'osso. Mai sostituiti Moschiano e Magnoni. E ora sono a rischio le reperibilità
La situazione ad agosto era critica con difficoltà estrema a coprire turni, reperibilità, ambulatori. A due mesi di distanza le cose sono cambiate ma...in peggio.
Nella struttura complessa di Neurologia del San Leopoldo Mandic, infatti, un errato calcolo nei carichi di lavoro ha portato a un altrettanto errato calcolo nel fabbisogno di risorse con il risultato che i medici che ci sono non solo non bastano per coprire lo straordinario ma rischiano di non essere nemmeno nelle condizioni di coprire l'ordinario.
A dettagliare lo stato di fatto è una lettera datata agosto che a tre mesi di distanza non ha ancora avuto risposte concrete ma rischia, come dicevamo, di essere solo un "assaggio" delle criticità reali.
A firmare il documento indirizzato al primario dr. Andrea Salmaggi e alla direzione generale, medica e sanitaria, sono i sei dirigenti della struttura complessa di Neurologia di Merate.
Al momento con tale organico (6) vengono gestiti 6 posti di stroke unit e 18 di degenza, è garantito il servizio di guardia attiva nelle ore diurne (feriali/festive) e una reperibilità notturna.
A queste attività si aggiungono, settimanalmente, una ventina di ambulatori (epilessia, sclerosi, parkinson,...), le prestazioni in appoggio al Pronto Soccorso, gli esami doppler e l'attività MAC...
Se ad agosto la reperibilità notturna poteva essere garantita da 5 medici su 6, ora è ridotta a 4 in quanto si è aggiunta una seconda maternità che per tre anni escluderà le due interessate dal coprire tale "turno".
L'organico, va ricordato, non è mai stato poi rimpolpato dopo le partenze del dottor Magnoni che svolgeva funzioni di primario, "rimpiazzato" con un incarico libero professionale di 28 ore settimanali dalla dottoressa Costantino e della dottoressa Moschiano, che ha lasciato l'ospedale di Merate nel maggio 2010. E ciò, nonostante l'aumento delle attività del reparto.
Secondo la missiva dei medici, poi, i carichi di lavoro rilevati dall'esame dei dati di DORMA (Dotazione Organica Risorse Mediche Assegnate) non corrispondono all'effettivo fabbisogno della struttura complessa di Merate e i numeri sarebbero nettamente inferiori per un errore di calcolo. Tale errore avrebbe causato quindi una distribuzione di risorse ben al di sotto delle reali esigenze: 6 medici contro i 9 effettivamente necessari. Al Manzoni di Lecco sono attivi 20 posti letto + 4 "stroke unit" per un totale ore/anno sull'attività di degenza di 8.898. Per un errore di calcolo a Merate sono state attribuite 3.815 ore/anno nonostante che i posti letto sia 18 con + 6 posti di "Stroke Unit". Una dotazione che richiede, comprendendo l'intera attività del reparto, non 10.489 ore/anno bensì 15.572 ore/anno. E pertanto un fabbisogno in termini di risorse umane non di 6,3 addetti ma di 9,3. Questa situazione di evidente deficit, forse sfuggita ai calcoli del reparto amministrativo aziendale, ha determinato, tra l'altro, lo spostamento di circa 250 appuntamenti di pazienti, corrispondenti a 26 ambulatori, nei mesi di giugno e luglio. Mancano dati precisi degli ultimi mesi ma se come è accertato la dotazione di risorse umane non è stata rafforzata è evidente il disagio che rischia di subire l'utenza.
A fronte di tutto ciò i dirigenti medici chiedono "venga adeguato il numero di medici alle effettive necessità di reparto al fine di garantire la stessa qualità delle cure in tutta l'azienda ospedaliera ed evitare di esporre gli stessi medici ad un aumentato rischio di errore dovuto a non ottimali condizioni di lavoro".
Adeguamento che a oggi pare essere tutto da realizzare.
Nella struttura complessa di Neurologia del San Leopoldo Mandic, infatti, un errato calcolo nei carichi di lavoro ha portato a un altrettanto errato calcolo nel fabbisogno di risorse con il risultato che i medici che ci sono non solo non bastano per coprire lo straordinario ma rischiano di non essere nemmeno nelle condizioni di coprire l'ordinario.
A dettagliare lo stato di fatto è una lettera datata agosto che a tre mesi di distanza non ha ancora avuto risposte concrete ma rischia, come dicevamo, di essere solo un "assaggio" delle criticità reali.
A firmare il documento indirizzato al primario dr. Andrea Salmaggi e alla direzione generale, medica e sanitaria, sono i sei dirigenti della struttura complessa di Neurologia di Merate.
Al momento con tale organico (6) vengono gestiti 6 posti di stroke unit e 18 di degenza, è garantito il servizio di guardia attiva nelle ore diurne (feriali/festive) e una reperibilità notturna.
A queste attività si aggiungono, settimanalmente, una ventina di ambulatori (epilessia, sclerosi, parkinson,...), le prestazioni in appoggio al Pronto Soccorso, gli esami doppler e l'attività MAC...
Se ad agosto la reperibilità notturna poteva essere garantita da 5 medici su 6, ora è ridotta a 4 in quanto si è aggiunta una seconda maternità che per tre anni escluderà le due interessate dal coprire tale "turno".
L'organico, va ricordato, non è mai stato poi rimpolpato dopo le partenze del dottor Magnoni che svolgeva funzioni di primario, "rimpiazzato" con un incarico libero professionale di 28 ore settimanali dalla dottoressa Costantino e della dottoressa Moschiano, che ha lasciato l'ospedale di Merate nel maggio 2010. E ciò, nonostante l'aumento delle attività del reparto.
Secondo la missiva dei medici, poi, i carichi di lavoro rilevati dall'esame dei dati di DORMA (Dotazione Organica Risorse Mediche Assegnate) non corrispondono all'effettivo fabbisogno della struttura complessa di Merate e i numeri sarebbero nettamente inferiori per un errore di calcolo. Tale errore avrebbe causato quindi una distribuzione di risorse ben al di sotto delle reali esigenze: 6 medici contro i 9 effettivamente necessari. Al Manzoni di Lecco sono attivi 20 posti letto + 4 "stroke unit" per un totale ore/anno sull'attività di degenza di 8.898. Per un errore di calcolo a Merate sono state attribuite 3.815 ore/anno nonostante che i posti letto sia 18 con + 6 posti di "Stroke Unit". Una dotazione che richiede, comprendendo l'intera attività del reparto, non 10.489 ore/anno bensì 15.572 ore/anno. E pertanto un fabbisogno in termini di risorse umane non di 6,3 addetti ma di 9,3. Questa situazione di evidente deficit, forse sfuggita ai calcoli del reparto amministrativo aziendale, ha determinato, tra l'altro, lo spostamento di circa 250 appuntamenti di pazienti, corrispondenti a 26 ambulatori, nei mesi di giugno e luglio. Mancano dati precisi degli ultimi mesi ma se come è accertato la dotazione di risorse umane non è stata rafforzata è evidente il disagio che rischia di subire l'utenza.
A fronte di tutto ciò i dirigenti medici chiedono "venga adeguato il numero di medici alle effettive necessità di reparto al fine di garantire la stessa qualità delle cure in tutta l'azienda ospedaliera ed evitare di esporre gli stessi medici ad un aumentato rischio di errore dovuto a non ottimali condizioni di lavoro".
Adeguamento che a oggi pare essere tutto da realizzare.
S.V.