Comunicati trionfali e dura realtà. I due volti del San L. Mandic
L'avevamo scritto appena una settimana fa: la situazione nel reparto di Ortopedia ma più in generale al San Leopoldo Mandic è ogni giorno più critica a causa dei continui piccoli e grandi tagli imposti dalla politica dei vertici aziendali. Da molti anni soggetti ben identificati del Manzoni teorizzano la necessità di mantenere nell'ex provincia di Lecco un solo grande presidio per acuti, quello di Germanedo, per l'appunto. Ma negli anni si sono resi conto dell'impossibilità di chiudere il presidio meratese. Per cui la strategia si fa più sottile: meno primari, medici che lasciano non sostituiti, mancato aggiornamento tecnologico dei macchinari e, come nel caso odierno, addirittura la mancanza di un apparecchiatura sostitutiva con un paziente già sedato. Che, se davvero è anziano come si dice dovrà attendere un po' prima di essere nuovamente sottoposto ad anestesia. E' evidente che in atto c'è un processo di lento e progressivo logoramento e a smentirlo non bastano certo i dati trionfalistici diffusi dall'ufficio stampa aziendale, i cui toni somigliano sempre più a quelli dell'istituto Luce. Un giornalista, per quanto pagato come addetto stampa, dovrebbe restare giornalista. Anziché limitarsi a mettere in bella copia gli appunti che riceve.