Appalti pubblici: chiuse le indagini su 250 milioni di opere con riscontri irregolari per 1.5 milioni, 22 avvisi di garanzia, sotto la lente alcuni lavori al Mandic. Operazione di Finanza e Forestale

Il Mandic di Merate
Nel lecchese finanzieri e agenti del corpo forestale dello stato erano giunti già nel dicembre dello scorso anno, a tre anni dall'inizio dell'indagine, operando sequestri di materiale presso gli uffici tecnici dell'ospedale Mandic di Merate e del polo direzionale di Lecco. Nella giornata di ieri - dopo ulteriori due anni quindi di attività - si è arrivati alla chiusura dell'inchiesta con l'attestazione di 22 iscrizioni nel registro degli indagati e la convinzione - da parte degli inquirenti - di aver smascherato "un'associazione per delinquere finalizzata alla commissione di reati contro la pubblica amministrazione" gravitante intorno ad un noto imprenditore sondriese ma con ramificazioni anche nel milanese e, appunto, nella nostra provincia. Corruzione, turbata libertà degli incanti ed annotazione e emissione di fatture relative a operazioni insistenti: queste le accuse mosse - a vario titolo - nei confronti degli indagati in riferimento a presunte irregolarità riscontrate nella realizzazione della riqualifica di Viale Ripamonti a Milano, la predisposizione dell'area per la costruzione del campo base di Expo, la risistemazione del sistema viario di Cascina Gobba, i lavori relativi all'ex area Michelin di Trento e - per giungere a noi - la ristrutturazione dell'Ospedale San Leopoldo Mandic di Merate. Anche in tale appalto - con procedura negoziata e dunque con la stazione appaltante chiamata a consultare un numero limitato di operatori economici selezionati dotati delle caratteristiche e qualifiche adatte all'affidamento - il sodalizio sondriese sembrerebbe essere infatti riuscito a "mettere lo zampino".
250 milioni il valore complessivo degli appalti controllati dalla Guardia di Finanza di Sondrio, con gli operanti della tenenza di Chiavenna primi ad aprire le indagini supportati dagli agenti del Corpo Forestale dello Stato e il coordinamento iniziale del locale Procuratore Capo dr. Napoleone e del suo braccio destro dr. Latorre. Con l'allargarsi dell'attività investigativa, la competenza è poi passata a Milano con il fascicolo affidato al dr. Filippini firmatario nella giornata di ieri dell'avviso di conclusione delle indagini e contestuale avviso di garanzia nei confronti di 20 soggetti e di 2 società, queste ultime nella persona dei legali rappresentanti.
1,5 milioni di euro, il valore complessivo - invece - degli appalti irregolari, secondo gli inquirenti.
210.000 circa le intercettazioni - ambientali, telefoniche nonché tramite gps e trascrizione degli sms - a disposizione per supportare con riprese video e tracce audio il quadro accusatorio (attraverso una di queste - dettagli curioso - sarebbe stato anche individuato il responsabile del danneggiamento subito dalla Madonnina posta a Palazzo Lombardia). Le classiche "mazzette" erano affiancate a regalie quale cellulari di ultimo modello o strumentazione elettronica di valore e auto a noleggio. Così - comprando di fatto i pubblici ufficiali - il sodalizio riusciva a aggiudicarsi gli appalti o comunque a far sì che gli interventi venissero poi caricati di costi fittizi pagati dunque con soldi pubblici. Ma non solo: scoperto infatti anche un vasto giro di fatture falsificate ad arte per un valore totale - tra emesse e annotate fittiziamente - di 60milioni di euro.
Nello specifico - per tale secondo aspetto - l'attenzione dei baschi verdi si è focalizzata sulle associazioni temporanee di imprese: sembrerebbe essere infatti emerso che in alcuni casi, appalti vinti da raggruppamenti di aziende, fossero in realtà poi nelle mani di una sola azienda la quale per vedersi riconoscere i pagamenti, anche in fase di avanzamento dei lavori, necessitava però di "taroccare" ad arte la relativa documentazione per ottenere così giustificazione a livello contabile con la compiacenza ovviamente delle altre coinvolte, in una partita di giro tra il dare e l'avere.
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