Merate: il regista Muraca e la scrittrice Iantosca parlano di legalità agli studenti
Un film intenso, profondo, che scava nelle coscienze, lascia il segno e costringe a pensare. A dimostrazione di ciò la "raffica" di domande che gli studenti delle scuole superiori hanno posto ai due ospiti il regista Fernando Muraca autore di "La terra dei santi" e la scrittrice Angela Iantosca con i suoi libri "Onora la madre" e "Bambini a metà". L'evento, inserito in un ciclo di incontri sulla legalità vissuta con gli occhi e la pelle delle donne, è stato fortemente voluto dalla Semina in collaborazione con diverse amministrazioni comunali, enti, associazioni e scuole.
Con un linguaggio non formale, "friendly" per usare il gergo, il regista e la scrittrice hanno volentieri raccontato di come nasce un film o un libro, delle ispirazioni che arrivano al cuore e colpiscono portando poi alla nascita della trama o della sceneggiatura ma hanno soprattutto fatto riferimento ai temi delle immagini che sono passate davanti agli occhi degli studenti radunati nell'aula dedicata a Borsellino e alla sua scorta. Un luogo che non poteva essere più adatto per raccontare la ndrangheta che annienta le esistenze e le famiglie, che fa crollare l'aspettativa di vita, che si nasconde dietro affari e ricchezze, miserie e povertà e che non lascia scampo.
Perchè se al sud si riconosce in una coppola, al nord ci sono spesso una giacca e una cravatta quale abito distintivo.
"Se nasci maschio e sei un ndranghetista, hai il 60/70% di morire ammazzato o il 100% di finire in carcere. Chi si affida alla ndrangheta nel 70% dei casi ha meno di trent'anni" ha spiegato il regista Muraca. Insomma una spirale che, dalla nascita, si stringe e si fa sempre più soffocante per la persona, adolescente e poi uomo e dalla quale le donne hanno provato a scappare, si sono rifiutate di accettare supinamente, pagandone di persona ma non volendo più veder scorrere il sangue dei proprio figli.
Specularmente i fotogrammi del film di Fernando Muraca e le pagine dei libri di Angela Iantosca hanno voluto raccontare tutto questo e per assaporarne il senso questa sera presso il cineteatro dell'oratorio alle ore 20.45 sarà proiettata di nuovo "La terra dei santi" alla presenza dell'autore.
Una professoressa del Viganò, il regista Fernando Muraca, la scrittrice Angela Iantosca e il preside del liceo Antonio Cassonello
Con un linguaggio non formale, "friendly" per usare il gergo, il regista e la scrittrice hanno volentieri raccontato di come nasce un film o un libro, delle ispirazioni che arrivano al cuore e colpiscono portando poi alla nascita della trama o della sceneggiatura ma hanno soprattutto fatto riferimento ai temi delle immagini che sono passate davanti agli occhi degli studenti radunati nell'aula dedicata a Borsellino e alla sua scorta. Un luogo che non poteva essere più adatto per raccontare la ndrangheta che annienta le esistenze e le famiglie, che fa crollare l'aspettativa di vita, che si nasconde dietro affari e ricchezze, miserie e povertà e che non lascia scampo.
Perchè se al sud si riconosce in una coppola, al nord ci sono spesso una giacca e una cravatta quale abito distintivo.
"Se nasci maschio e sei un ndranghetista, hai il 60/70% di morire ammazzato o il 100% di finire in carcere. Chi si affida alla ndrangheta nel 70% dei casi ha meno di trent'anni" ha spiegato il regista Muraca. Insomma una spirale che, dalla nascita, si stringe e si fa sempre più soffocante per la persona, adolescente e poi uomo e dalla quale le donne hanno provato a scappare, si sono rifiutate di accettare supinamente, pagandone di persona ma non volendo più veder scorrere il sangue dei proprio figli.
Specularmente i fotogrammi del film di Fernando Muraca e le pagine dei libri di Angela Iantosca hanno voluto raccontare tutto questo e per assaporarne il senso questa sera presso il cineteatro dell'oratorio alle ore 20.45 sarà proiettata di nuovo "La terra dei santi" alla presenza dell'autore.
S.V.