Merate: Luigi Riva, per 7 anni nel tritacarne di stampa e tribunali. Ora i reati sono prescritti ma il processo procede per accademia
Luigi Riva ai tempi della gestione del canile con due dei "suoi" cani
Il 30 giugno 2011 saranno cinque anni esatti dall'apertura del dibattimento di primo grado del processo a carico di Luigi Riva. Quattro i capi di imputazione contestati dall'accusa all'ex gestore del canile di Merate: accumulo e smaltimento di rifiuti, maltrattamento di animali e appropriazione indebita di animali.
L'iter giudiziale è ancora, come si suol dire, alle calende greche. Fino ad ora, infatti, sono stati escussi i testimoni del pubblico ministero, ci sono poi quelli della difesa, manca la testimonianza dell'imputato e infine restano da ascoltare le arringhe con le varie richieste. Insomma un procedimento che minaccia, senza esagerazioni , di sforare solo per il primo grado di giudizio i dieci anni.
Tre di questi capi di imputazione sono, per forza di cose, già stati prescritti e, nonostante la richiesta di uno del pubblici ministeri che si sono susseguiti, di prendere in considerazione la chiusura della vicenda vista la sopravvenuta prescrizione, nessuno dei giudici ha voluto accollarsi questa scelta. L'unico reato a carico di Luigi Riva che resta ancora aperto è quello di appropriazione indebita ma anche qui si corre verso la prescrizione: dei 5 episodi contestati, quattro sono avvenuti prima della gestione Riva e comunque già prescritti e l'ultimo risalente al 2003 si prescriverà ad aprile 2011, prima dell'udienza del 30 giugno.
Dunque un processo che ha probabilmente varcato anche i limiti di quelli che la Corte di Strasburgo ha ritenuto essere i tempi accettabili per lo svolgimento almeno del primo grado, che ha visto susseguirsi quattro giudici (Laura De Dominicis 2006, Manuela Rossi 2006-2007, Massimiliano Magliacani 2007-2010, Chiara Arrighi) e sei pubblici ministeri (Luca Masini titolare nel 2003, Vincenzo Fiorillo, Pietro Bassi, Manuela Ghezza, Alessandro Figini e ora il procuratore capo Tommaso Buonanno) e che non è ancora arrivato alla conclusione.
Nell'ultima udienza, peraltro, il prof. Finazzi dell'università di Milano chiamato sia dall'accusa che dalla difesa ad effettuare l'autopsia sulle carcasse dei 26 cani e dei 10 gatti trovati dal NAS nei freezer del canile, ha escluso che vi siano stati maltrattamenti. Anche i cuccioli trovati morti sarebbero deceduti o perché nati disvitali o perché morti di freddo per via delle rigide condizioni invernali e non certo perché congelati.
I due proprietari di cani trattenuti indebitamente non avrebbero poi fornito sufficienti elementi accusatori nei confronti di Riva.
La vicenda, come si usa dire, va avanti più per l'accademia che per la sostanza. "E' giusto arrivare sino alla fine" ha concluso l'avvocato Paolo Bassano che dal primo giorno ha seguito Luigi Riva "vogliamo sia pure simbolicamente che il processo si chiuda così da accertare come si sono svolti i fatti. Poi effettueremo le opportune valutazioni".

Luigi qual è la prima cosa che ti ricordi di quel giorno?
Non lo posso dire
Una storia di misteri dunque?
Non direi proprio di misteri ma di personaggi e vicende di cui racconterò a tempo debito quando sulla vicenda giudiziaria sarà posta la parola fine e quando finalmente sarò io a chiedere conto di quanto ho subito, con i relativi danni.
Come è iniziato quel giorno, quel 21 febbraio?
Era un venerdì, me lo ricordo bene. Faceva freddo. Ad un certo punto sono arrivati in sei al canile, mi hanno comunicato che si trattava di un'ispezione e in quel momento è iniziata tutta la vicenda. Solo più tardi scoprivo che altri quattro funzionari si trovavano presso lo studio del veterinario di Calco e altri due al distretto Asl di Merate. Io stavo facendo le normali operazioni di pulizia delle gabbie e dei corridoi della struttura.
Cosa hai pensato in quel momento? Hai avuto paura?
No, non ho mai avuto paura. E non ho pensato nulla perché ho visto che le persone si sono dirette verso il freezer. In realtà non cercavano nulla.
Come si sono comportati, quale atteggiamento hanno avuto gli ispettori del NAS?
Non rispondo.
In quel momento cosa hai pensato?
Non rispondo
A chi hai chiesto aiuto?
Ho avvertito il mio avvocato e poi quando la vicenda è venuta a galla con i vostri primi articoli, si è mosso tutto il mondo mediatico.
Come è proseguito l'iter?
Nelle aule di tribunale non ci sono mai finito, perché non mi hanno chiamato a testimoniare. Altrimenti ci sarei andato ben volentieri. So invece come è andata la mia storia personale: un lavoro perso e una famiglia che ha subito una violenza inaudita.
Quali erano le contestazioni a tuo carico?
Maltrattamenti (poi smentiti dall'autopsia sulle carcasse di animali), stoccaggio di rifiuti speciali non secondo le normative (reati peraltro già prescritti) e appropriazione indebita di animali che alcuni proprietari sostenevano io non restituivo.
Come ti sei dichiarato?
Sempre estraneo a queste vicende tanto che ho pubblicato tutti i documenti e le carte che comprovavano la mia estraneità e al momento nessuno ha dimostrato il contrario.
L'ultima udienza, per reati peraltro già prescritti, ha avuto luogo qualche giorno prima di Natale ed è stata nuovamente aggiornata alla primavera del 2011. Come ha reagito a questo ennesimo rinvio?
Non sapevo nemmeno dell'udienza. Ho cancellato dal mio DNA tutta la vicenda, diversamente da mia moglie che ha subito un vero trauma. Non sento l'avvocato e nemmeno mi interessa farlo. A distanza di 7 anni questa è tutta una farsa.
Cosa ti fa più rabbia?
Avere distrutto, o meglio avere subito questa violenza che ha portato alla distruzione di un lavoro che a me piaceva, che avevo scelto consapevolmente abbandonandone un altro più redditizio ma che non mi dava le stesse soddisfazioni.
C'è qualcosa che invece ti fa sorridere?
Sì molte cose, che non dico, ma che mi fanno sorridere quando leggo le vicende di canili della nostra zona.
Ora dopo tanti anni, a mente lucida, ti sei mai chiesto perché proprio a te tutto questo?
Per una semplice ragione. Io lavoravo per i 90 comuni della provincia di Lecco. Davo fastidio.
Chi ti ha aiutato o abbandonato in quei momenti?
Mi sono sentito abbandonato dall'allora amministrazione comunale (sindaco Dario Perego) mentre mi sono sentito confortato dai dirigenti dell'Asl, soprattutto di Merate.
Se possibile, hai tratto qualcosa da questa esperienza non ancora conclusa?
Di sicuro sono diventato più diffidente con tutto e con tutti. (Dalla tasca Luigi Riva estrae una macchina fotografica). Ascolto, registro e poi mi vado a documentare prima di espormi o di esprimermi.
Quando il giudice, quale non si sa ancora, metterà la parola fine su questa vicenda cosa farai?
Di sicuro mi rivarrò su tutti coloro che in questa vicenda ci hanno marciato o vi hanno comunque tratto profitto. E poi chiederò i danni per me e per la mia famiglia.
Ultima domanda, un classico: un sogno nel cassetto?
Tornare a gestire il canile. Mai dire mai.
LA MIA SCELTA DI VITA


Vengo da una famiglia che ha sempre avuto animali domestici e non. Ancora oggi io e mia moglie viviamo a Merate con 25 gatti di varie razze, 2 cani, 2 tartarughe. Il mondo animale fa parte della nostra vita in comune, umani e animali.
Inizio la mia esperienza lavorativa nel mondo dei cavalli, imparando cose che non sapevo prima degli anni 90/91. E' stata un' esperienza molto positiva sia nella conoscenza del cavallo che nell'accudire questi animali.
Nel '92/'93 sono stato chiamato all'E.N.P.A. di Como per la gestione sul territorio di 4 canili di cani vaganti o persi, strutture pubbliche gestite da associazione Animaliste.
Il lavoro consisteva nel coordinare i vari volontari e provvedere agli acquisti degli alimenti per cani nonché alla loro somministrazione. Sono così entrato in contatto con i veterinari dell'ASL di Como e con i privati. I vari canili erano situati a Como Albate-Mariano Comense-Erba-Merate. Io ero reperibile 24 ore su 24 per questa gestione.
Nel '94 dopo aver partecipato a gara di appalto pubblico per la cattura cani vaganti nel territorio ASL di Merate che raggruppa 26 Comuni, divento l'accalappiacani ufficiale dell' ASL: in pratica inizio l'attivita' di gestore di servizio di salute pubblica.
Nel '98 sempre a seguito di appalto pubblico, divento l'accalappiacani ufficiale della provincia di Lecco a seguito dell'accorpamento della ASL di Merate a quella di Lecco. Il servizio comprende i 90 comuni di tutta la Provincia, quindi un territorio molto vasto, reperibilita' 24/24 e 365 giorni all'anno. Il lavoro consisteva nel recupero di animali dietro segnalazione di Autorita' preposte, con documentazione ufficiali rilasciate dai vari enti, Comune- ASL-Canili-Gestore.
Termino di questa attivita' di accalappiacani nel giugno 2002.
Nel 1995 sempre a seguito di gara di appalto pubblico, partecipo per la gestione del canile di Merate, e vinco la gara. Al 1 aprile 1995 divento il gestore del canile di Merate e resto fino al 14 ottobre 2003 vincendo gare di appalto indette all'incirca ogni 3 anni.
Dopo queste belle esperienze lavorative, inizia la storia infinita del gestore del canile di Merate.
Nel lontano gennaio 2002 a seguito di un cane ferito, con recupero unitamente al veterinario ASL e ricovero dell'animale nel canile con procedure tutte a norma (cane di proprietà non custodito dal proprietario e quindi vagante su suolo pubblico), lo stesso proprietario sostenuto da una associazione animalista di Lecco mi denuncia per maltrattamento di animale in quanto secondo il proprietario e l'associazione non avrei operato professionalmente nel recupero dell'animale. Querelo sia il proprietario che l'associazione animalista. A seguito della denuncia inizia il processo a Lecco e per cause ancora sconosciute, il processo si arena nella sabbia. L'associazione animalista aveva però creato il precedente di presunti maltrattamenti di animali.
Nel febbraio del 2003 subisco una ispezione dei N.A.S. di Milano, per la gestione del canile. Intuisco subito che l'ispezione era anomala in quanto al seguito dei N.A.S. vi era il giornalista Emilio Nessi, giornalista molto particolare che nelle nostre zone aveva fatto dei calendari per varie associazioni animaliste. Da quella ispezione si capiva da subito che vi era in atto una regia occulta, in quanto non interessava per nulla il benessere degli animali ma si stava costruendo una campagna mediatica, in modo da potermi allontanare dal canile e far subentrare altre persone nella gestione. Il N.A.S. di Milano il giorno dopo indice una conferenza stampa, definendo il canile di Merate il canile degli orrori con l'appoggio mediatico del giornalista Emilio Nessi, ipotizzando reati che andavano dal maltrattamento degli animali, allo smaltimento di rifiuti tossici ed appropriazione indebita, per aver custodito cani vaganti di proprieta'. Tutta la stampa, giornali e Televisioni, seguirono la regia occulta di diffamazione Verso il gestore del canile, solo e puntualizzo solo Merateonline riportava i fatti come realmente accaduti e come si svolgevano.
In quell'anno subii a varie riprese 5 ispezioni tra N.A.S. ed ispettorato del lavoro.
Al termine di questa campagna mediatica pubblicai tutti i documenti ufficiali con le varie autorizzazioni ufficiali. Pubblicai il risultato degli esami eseguiti dall'universita' di Milano a cura del Prof.Finazzi sulle carcasse degli animali ritrovati morti e conservati nel frizzer per lo smaltimento. L'esito mi dava pienamente ragione in quanto sugli animali non vi erano segni di maltrattamento né erano stati soppressi per eutanasia. A questo punto la regia occulta decise che per estromettermi dal canile bisognava chiudere la ditta che gestiva il canile.
Il 14 ottobre al mattino nella mia abitazione privata viene fatto un ulteriore controllo da parte del N.A.S. Cosa cercassero non si sapeva bene. Ricordo che mi notificarono il provvedimento di cessata attivita' come gestore del canile di Merate. A questo punto ero stato estromesso. Tutto era già pronto tanto che nell'arco di due ore altre persone erano subentrate e avevano dato avvio alla nuova gestione. Il sequestro era consistito in una macchina,un furgone, un computer. Tutta la parte contabile ed amministrativa, comprese schede di animali, certificazioni dei vari enti era libera e dunque nella mia disponibilita' così che io consegnati tutto il materiale agli avvocati in formato originale.
Cosa si prova quando succedono questi fatti? Si prova solo disgusto in quanto sapevo come avevo diretto il canile, sapevo ed intuivo che era una regia occulta nei mie confronti quella che si era messa in moto. Avevano tentato senza riuscire a distruggere la Mia scelta di vita, avevo in mano prove inconfutabili del mio operato e quindi iniziavo la mia battaglia di difesa. Ora a distanza di anni, ben 7, non sono ancora riusciti a portare a termine un processo di primo grado. Non so quando finirà questa storia, in quanto gli ipotizzati reati si sono prescritti tutti. Forse stanno solo guadagnando tempo ma deve essere chiaro che al termine dell'iter processuale farò la mia rivalsa nei confronti di chi ha architettato tutta la faccenda.
Un proverbio cinese dice: siediti sulla riva del fiume e aspetta il cadavere del tuo nemico che passa.
Trascorsi i primi mesi del 2004 tramite una famiglia di Merate molto amica che conosceva la nostra situazione, mia e di mia moglie, ci presentava un conoscente che stava cercando una persona di fiducia per un lavoro di collaborazione. E' stata la mia ancora di salvezza. Tra l'altro il lavoro consiste anche nell'accudire i suoi cani di questa persona.
Da parte mia e di mia moglie ci sarà sempre riconoscenza verso questa famiglia di Merate che in una situazione difficile, nella quale eravamo stati catapultati da questa regia occulta, ha saputo aiutarci. Uguale riconoscenza va alla famiglia per la quale collaboro da ormai quasi 7 anni. Lavoro in un parco molto grande a contatto con la natura in mezzo anche a una serie di animali selvatici. Accudisco i cani e ho un lavoro di fiducia.
S.V.