Merate: San Leopoldo Mandic, patrono dell'ospedale, tra i protettori del Giubileo. Nel 1962 la guarigione di Paolo Castelli
San Leopoldo Mandic, patrono del nostro ospedale, sarà uno dei protettori del Giubileo della misericordia che avrà inizio l'8 dicembre 2015 e si concluderà il 20 novembre 2016. Papa Francesco ha dichiarato che il Giubileo, ricorrente nel cinquantesimo della fine del Concilio Vaticano II, sarà dedicato alla Misericordia e per questa ragione sono stati scelti due frati cappuccini che hanno trascorso la loro esistenza in confessionale, San Leopoldo Mandic e San Pio da Pietralcina.
Fra i tre miracoli rionosciuti ufficialmente dalla Chiesa cattolica per il riconoscimento della santità di padre Leopoldo c'è proprio quello di un meratese, Paolo Castelli, che ricoverato al nosocomio meratese in punto di morte fu salvato per l'intercessione del frate chiesta dalla devota moglie.
La mattina del 4 marzo 1962, infatti, il 60enne residente a Pagnano, nella frazione di Vizzago, accusò dei fortissimi dolori al basso ventre. Il medico curante, dr. Giuseppe Bonanomi, vista la gravità optò per il ricovero in ospedale a Merate cui fece seguito, attorno alle 17.30 dello stesso giorno, un intervento chirurgico a cui prese parte anche il dr. Italo Della Rocca. L'operazione mise in evidenza una grave trombosi massiva dei mesenterici con conseguente necrosi di gran parte degli intestini. Impotenti di fronte a un male tanto devastante i medici "richiusero" il paziente e spiegarono ai parenti la situazione drammatica "Solo un miracolo può salvarlo" fu la frase detta alla moglie Maria Brivio.
La notte dell'8 marzo attorno all'una la devota consorte appoggiò sul petto del marito un'immaginetta di Padre Leopoldo, frate cappuccino morto a Padova in odore di santità e la cui fama stava già "rapendo" le anime e i cuori di molti. Nemmeno un'ora dopo mentre la moglie confermava la sua fede a Dio una violenta crisi scosse il paziente che si riprese e gridò "Io sono guarito, sto bene, non ho più niente". Così fu. La mattina i medici ne constatarono la guarigione e il 9 marzo cessarono tutte le cure.
Di quella guarigione, scientificamente inspiegabile, il dr. Della Rocca fu uno dei testimoni tanto che anni dopo, quando si aprì il processo di beatificazione di Padre Leopoldo, fu chiamato con altri colleghi a Padova a raccontare quanto accaduto di fronte alla commissione incaricata di vagliarne la veridicità.
Oggi l'ospedale meratese è dedicato proprio a quel frate che operò la guarigione miracolosa.
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Il presidio cittadino dedicato al San Leopoldo Mandic
Fra i tre miracoli rionosciuti ufficialmente dalla Chiesa cattolica per il riconoscimento della santità di padre Leopoldo c'è proprio quello di un meratese, Paolo Castelli, che ricoverato al nosocomio meratese in punto di morte fu salvato per l'intercessione del frate chiesta dalla devota moglie.
Paolo Castelli
La notte dell'8 marzo attorno all'una la devota consorte appoggiò sul petto del marito un'immaginetta di Padre Leopoldo, frate cappuccino morto a Padova in odore di santità e la cui fama stava già "rapendo" le anime e i cuori di molti. Nemmeno un'ora dopo mentre la moglie confermava la sua fede a Dio una violenta crisi scosse il paziente che si riprese e gridò "Io sono guarito, sto bene, non ho più niente". Così fu. La mattina i medici ne constatarono la guarigione e il 9 marzo cessarono tutte le cure.
Di quella guarigione, scientificamente inspiegabile, il dr. Della Rocca fu uno dei testimoni tanto che anni dopo, quando si aprì il processo di beatificazione di Padre Leopoldo, fu chiamato con altri colleghi a Padova a raccontare quanto accaduto di fronte alla commissione incaricata di vagliarne la veridicità.
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S.V.