Pontida: Bossi, il federalismo sono io e la via scelta è pacifica. Robbiani, Comuni in crisi ma cambierà tutto coi costi standard
L'enorme prato di Pontida a sud della 342 era ridotto a uno stagno. Ma l'umidità, il vento e la temperatura a 11 gradi non hanno intimorito gli intrepidi militanti del Carroccio, giunti da tutto il Nord Italia per il ventennale del raduno su terra bergamasca all'ombra, per modo di dire, di un'imponente statua di Alberto da Giussano. In molti, specialmente giovani, già dalla serata di sabato hanno invaso i prati e le aree adibite a camper per poi riversarsi dalle 9 di questa mattina sull'area dove è stato allestito il palco al grido di "Fratelli sul libero suol".
Ad aprire il raduno, come da tradizione, sono state le note del "Va' pensiero", inno patriottico del Carroccio. Poi, a seguire gli interventi prima di rappresentanti di associazioni, esponenti del mondo imprenditoriale e sociale, e infine amministratori, sindaci, fino ai governatori delle regioni di Veneto e Piemonte Luca Zaia e Roberto Cota, per arrivare ai ministri Roberto Calderoli, Roberto Maroni, all'europarlamentare Mario Borghezio (che ha dato spettacolo ai piedi del palco con in testa l'elmo dei vichinghi) e naturalmente, attorno alle 13, al leader Umberto Bossi.
Apparso fisicamente affaticato, Bossi ha rivendicato, come intuibile, la paternità del federalismo, facendo chiaro riferimento alla recente nomina di Aldo Brancher. "C'è un solo ministro per il federalismo e sono io. Il federalismo lo facciamo io e Calderoli e la nomina di Aldo Brancher non comporta nulla perché a lui si è pensato di dare non il federalismo ma il decentramento. Già ai tempi di Miglio avevamo teorizzato due momenti da percorrere: prima il federalismo, con la scelta politica, e poi il decentramento dei poteri".
Il gruppo leghista di Osnago
Dopo un excursus storico con un paragone ai sistemi governativi di Francia e Inghilterra, la velata critica alla decisione di portare le Olimpiadi a Roma "tutto lì, a Venezia niente", Bossi sulla scia dei cori che inneggiavano "Roma ladrona, la Lega non perdona" e "libertà, libertà" con voce affaticata li ha intonati per poi quasi ammonire chi inneggiava alla secessione. "Fratelli. Tante cose possono avvenire e avverranno ancora. La scelta è tra il fucile o la tranquillità: abbiamo scelto di essere una via pacifica, perchè quella è la via migliore. Quella è la strada, ci si può tenere le cose. La Lega Nord non dimentichiamo è nata per la libertà della Padania".
VIDEO - Roberto Cota e Matteo Salvini
E ai fischi di sottofondo per il ricordo dei 150 anni dalla nascita dell'Italia Bossi ha ricordato il "tradimento dei Savoia che tra i tanti errori che fecero ci fu quello di fare capitale Roma. Forse non si pensava a tanto ma oggi il nostro paese è diventato il paese più centralista dell'Europa, forse del mondo".
VIDEO - Il sindaco di Merate Andrea Robbiani
Al termine del discorso del Senatur, adagio adagio la folla bagnata ma contenta si è dispersa. Presenti al raduno c'erano molti esponenti lecchesi. In primis il sindaco Andrea Robbiani al secondo raduno con la carica di primo cittadino che ha sottolineato la grave difficoltà in cui versano gli enti locali. "La finanziaria attualmente mette in difficoltà gli enti locali perché allo stato attuale non si può distinguere tra comuni virtuosi e ciò avverrà quando verranno preparati i decreti attuativi sul federalismo. Quando passerà il decreto attuativo sui costi standard sarà fatto un bilanciamento a favore dei comuni virtuosi. È vero, è un momento difficile ma transitorio che dovrà portare da una situazione di spesa storica a una spesa standard. Formigoni ha ragione ma bisogna entrare nell'ottica generale e pazientare ancora qualche mese".
Andrea Robbiani, Marco Benedetti e Ennio Fumagalli
Giorgio De Capitani, Giulio De Capitani e Mauro Borelli
Giorgio De Capitani, Giulio De Capitani e Mauro Borelli
Sotto la pioggia anche l'assessore ai lavori pubblici di Merate Massimo Panzeri, l'ex segretario provinciale Ennio Fumagalli, gli assessori provinciali Marco Benedetti e Stefano Simonetti, l'assessore regionale Giulio De Capitani, il direttore generale dell'Asl Mauro Borelli, l'olgiatese Giorgio De Capitani.
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Saba Viscardi - Fotoservizio Lanfranco Viscardi