La Merate che non c'è più/46: in Via Sant'Ambrogio prima e in Piazza Prinetti poi, la merceria di Alfredo Rigoni ''ul Lelo''
Per tutti il negozio di merceria ubicato prima in Via Sant'Ambrogio e poi in Piazza Prinetti al civico 4 era quello del "Lelo". Nessuno, nemmeno il pronipote che ha portato avanti l'attività trasformandola in un negozio di articoli sportivi, sa il motivo di questo soprannome, tramandato negli anni e rimasto un segno distintivo.
Alfredo Rigoni (1890-1974), nato a Merate, era un ambulante che al mercato vendeva lo zucchero filato. Quando nel 1921 si sposò con Giuseppina Secchi (1896-1982), insegnante di ricamo presso la scuola Umanitaria di Milano, con lei gestì il negozio di merceria in Via Sant'Ambrogio, all'angolo con Via Sala, aperto nel 1913. Qui nell'ampio locale, con un bancone lungo e spazioso e sugli scaffali di legno che arrivavano fino al soffitto, aveva tutto ciò che serviva per le sarte e le donne di casa: spolette, gomitoli, bottoni, aghi.
Nel 1932 quando i beni della famiglia Prinetti vennero messi in vendita, acquistò il palazzo ubicato al civico 4 nella centralissima piazza che circonda il Castello e gli affari aumentarono. La qualità e la varietà della merce che vendeva e il nome che si era fatto nel corso degli anni contribuirono a fare la sua fortuna. Da lunedì e fino a domenica mattina compresa, si lavorava senza sosta, ascoltando le richieste dei clienti, cercando tra scatole e scaffali quanto richiesto ed eventualmente procurando quanto mancava. Dal "Lelo" venivano dai paesi circostanti anche perché la concorrenza di quei tempi era limitata a Spaiani e Ripamonti.
"La zia confezionava, aveva una capacità non comune" ricorda il pronipote Eugenio che, fin da adolescente, era stato arruolato come commesso "aveva cucito e ricamato il vestitino per il battesimo di Angelo Meschi, poi faceva tende e pizzi. Era molto brava e tante delle sue creazioni ci sono ancora oggi". Tra il Sessanta e il Settanta la merceria del "Lelo", divenne un negozio di articoli e attrezzature per lo sport, con due ampie vetrate all'ingresso e marche di ogni tipo. A gestirlo il pronipote Eugenio con la moglie che proseguirono fino al 2008, anno della chiusura definitiva con la destinazione dei locali a sportello bancario.
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Alfredo e Giuseppina nel negozio di Via Sant'Ambrogio
Alfredo Rigoni (1890-1974), nato a Merate, era un ambulante che al mercato vendeva lo zucchero filato. Quando nel 1921 si sposò con Giuseppina Secchi (1896-1982), insegnante di ricamo presso la scuola Umanitaria di Milano, con lei gestì il negozio di merceria in Via Sant'Ambrogio, all'angolo con Via Sala, aperto nel 1913. Qui nell'ampio locale, con un bancone lungo e spazioso e sugli scaffali di legno che arrivavano fino al soffitto, aveva tutto ciò che serviva per le sarte e le donne di casa: spolette, gomitoli, bottoni, aghi.
Nel negozio in Piazza Prinetti
Nel 1932 quando i beni della famiglia Prinetti vennero messi in vendita, acquistò il palazzo ubicato al civico 4 nella centralissima piazza che circonda il Castello e gli affari aumentarono. La qualità e la varietà della merce che vendeva e il nome che si era fatto nel corso degli anni contribuirono a fare la sua fortuna. Da lunedì e fino a domenica mattina compresa, si lavorava senza sosta, ascoltando le richieste dei clienti, cercando tra scatole e scaffali quanto richiesto ed eventualmente procurando quanto mancava. Dal "Lelo" venivano dai paesi circostanti anche perché la concorrenza di quei tempi era limitata a Spaiani e Ripamonti.
Come era l'ingresso del civico 4 in Piazza Prinetti
"La zia confezionava, aveva una capacità non comune" ricorda il pronipote Eugenio che, fin da adolescente, era stato arruolato come commesso "aveva cucito e ricamato il vestitino per il battesimo di Angelo Meschi, poi faceva tende e pizzi. Era molto brava e tante delle sue creazioni ci sono ancora oggi". Tra il Sessanta e il Settanta la merceria del "Lelo", divenne un negozio di articoli e attrezzature per lo sport, con due ampie vetrate all'ingresso e marche di ogni tipo. A gestirlo il pronipote Eugenio con la moglie che proseguirono fino al 2008, anno della chiusura definitiva con la destinazione dei locali a sportello bancario.
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Saba Viscardi