Mandic: giornata di ''fuoco'' al Pronto soccorso con 130 accessi. Lunghe attese. Il personale in affanno fronteggia l'emergenza 

Con 130 accessi la giornata di ieri è stata una delle più "calde" al pronto soccorso del San Leopoldo Mandic. Tra disagi e proteste la struttura ha comunque retto, in condizioni non ripetibili, grazie all'impegno di tutto il personale (medico, paramedico, infermieristico e ausiliario) e in particolare del primario dr. Giovanni Buoncore e del coordinatore infermieristico Francesco Scorzelli.

La situazione è stata infatti estremamente critica dopo le 17 quando, diversamente da quanto accadeva fino a 24 ore prima, non è entrato in servizio il medico del cosiddetto "turno S", quello di sostegno fino alle 22, che aiutava a "smaltire" l'afflusso dell'utenza.


Pazienti che si erano rivolti alla struttura del presidio meratese al mattino sono rimasti in attesa fino alla sera e sono stati visitati dopo le 20.

Il medico del nuovo turno sarebbe rimasto solo a gestire oltre 50 persone in attesa se il primario non gli avesse dato supporto, unitamente a un'infermiera richiamata in servizio dopo che aveva terminato il turno della notte alle 7 del mattino dello stesso giorno e a una OSS (operatore socio sanitario) che ha anticipato l'ingresso di un'ora.

Alla chirurgia è stato chiesto il supporto di un medico per "smaltire" tutti i casi della giornata, che avevano attese di oltre 7/8 ore e a mezzanotte l'emergenza si poteva dire risolta.


Almeno una decina di persone che avevano fatto l'accettazione e che si erano messe pazientemente ad attendere la chiamata, vista la situazione, hanno preferito andarsene e il loro nome è stato scandito più volte, dopo le 21, ma senza successo.

Quella di ieri, dunque, è stata una giornata davvero critica, sia per il numero di accessi che per le "dotazioni" con cui la struttura ha dovuto farvi fronte.

Non è da escludersi che il caso si ripeta visto che l'organico non è stato potenziato.

Anzi...

S.V.
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