Ospedale Mandic: Pronto soccorso sotto assedio, pazienti in attesa dalle 9. E dalle 20 un solo medico per oltre 50 utenti
Se non avete assoluta necessità non recatevi al Pronto soccorso dell'ospedale di Merate. La situazione in questo momento, ore 17,50 del 1° luglio, primo giorno senza turno serale, è a dir poco drammatica: ci sono codici verdi in attesa dalle 9 di questa mattina e la coda aumenta col trascorrere dei minuti. Anche se molti ormai allo stremo stanno decidendo di andarsene. In questo momento ci sono 36 persone in attesa e 12 in visita.
La lamentela non è nei confronti del personale in servizio che fa quello che può a ranghi tanto ridotti. E' nei confronti dei medici di base che non ricevono se non su appuntamento e, naturalmente, verso i vertici ospedalieri che non rafforzano il personale in servizio forse con l'errato convincimento che la domanda cali con l'avvicinarsi delle ferie estive. Nella sala d'attesa c'è davvero tanta varia umanità. E un caldo allucinante che spinge le persone in attesa a uscire ed entrare in continuazione. Ma la situazione è destinata a precipitare del tutto alle ore 20 quando ci sarà un solo medico in turno. E già perché solitamente al 1° luglio scattava il cosiddetto "turno S". Pare tuttavia che quest'anno il direttore sanitario di presidio Gedeone Baraldo non abbia predisposto questo turno per cui dalle 20 alle 8 del mattino a rispondere alla domanda di pronto soccorso ci sarà un solo medico. Una situazione insostenibile tenendo conto che il professionista che prenderà servizio oggi alle 20 erediterà la bellezza di una cinquantina di pazienti da visitare. Problemi ci sono anche per il personale infermieristico e OSS. Insomma un quadro estremamente critico che vede la latitanza dei vertici ospedalieri a partire dal direttore sanitario aziendale Patrizia Monti che, peraltro, ha sempre operato al San Leopoldo Mandic. Perché è difficile credere che sia stato il dottor Baraldo a decidere autonomamente di non attivare il "turno S".
La sala di attesa gremita
La lamentela non è nei confronti del personale in servizio che fa quello che può a ranghi tanto ridotti. E' nei confronti dei medici di base che non ricevono se non su appuntamento e, naturalmente, verso i vertici ospedalieri che non rafforzano il personale in servizio forse con l'errato convincimento che la domanda cali con l'avvicinarsi delle ferie estive. Nella sala d'attesa c'è davvero tanta varia umanità. E un caldo allucinante che spinge le persone in attesa a uscire ed entrare in continuazione. Ma la situazione è destinata a precipitare del tutto alle ore 20 quando ci sarà un solo medico in turno. E già perché solitamente al 1° luglio scattava il cosiddetto "turno S". Pare tuttavia che quest'anno il direttore sanitario di presidio Gedeone Baraldo non abbia predisposto questo turno per cui dalle 20 alle 8 del mattino a rispondere alla domanda di pronto soccorso ci sarà un solo medico. Una situazione insostenibile tenendo conto che il professionista che prenderà servizio oggi alle 20 erediterà la bellezza di una cinquantina di pazienti da visitare. Problemi ci sono anche per il personale infermieristico e OSS. Insomma un quadro estremamente critico che vede la latitanza dei vertici ospedalieri a partire dal direttore sanitario aziendale Patrizia Monti che, peraltro, ha sempre operato al San Leopoldo Mandic. Perché è difficile credere che sia stato il dottor Baraldo a decidere autonomamente di non attivare il "turno S".