Merate: scompenso cardiaco e stili di vita nel primo incontro della cultura della salute

«La nostra ambizione non è solo svolgere il mestiere ma anche diffondere la cultura della salute e della prevenzione, facendo in modo che si conoscano i sintomi e non si perda tempo» così il dottor Antonio Urti, responsabile comunicazione e relazioni esterne azienda ospedaliera lecchese ha introdotto la prima serata del ciclo di incontri infrasettimanali presso l'aula magna del polo scolastico superiore di Merate. Di fronte a un pubblico purtroppo ristretto, il primario di cardiologia al Mandic, dottor Stefano Maggiolini, ha illustrato cosa sia lo scompenso cardio-circolatorio, come si curi e come lo si affronti. La malattia cronica colpisce l'1,5 -2 % della popolazione e i ricoverati, primi per numero dopo le partorienti, hanno un'età media di 70 anni spesso con altre patologie. Secondo le stime del 2010, non molto differenti da quelle "fresche", il numero di rientri a Merate è pari a 116, ovvero al 26,6% mentre a Lecco è di 249, cioè il 39,9% e mentre al Mandic i ricoverati sono dimessi per il 50% da cardiologia e per il 50% da medicina interna, al Manzoni le percentuali sono rispettivamente del 38% e del 54%.

Antonio Urti, il primario dr. Stefano Maggiolini e la dottoressa Manuela Campeggi, dirigente scolastica dell'Istituto Viganò

Il dottor Maggiolini ha spiegato che quando il cuore pompa con efficacia minore, la quantità di sangue o ossigeno da portare ai tessuti è minore e quindi si possono accumulare dei liquidi nelle parti inferiori del corpo con il conseguente gonfiore, nei polmoni con la mancanza di fiato o con un senso di debolezza diffuso. «Le cause che possono originare lo scompenso - ha detto - sono le malattie coronarie, l'ipertensione arteriosa, le cardiomiopatie e le malattie delle valvole cardiache. A questo si aggiungono i fattori di rischio quali il diabete, l'insufficienza renale, il fumo che rovina le arterie, il sovrappeso/obesità e l'ipercolesterolemia. Con lo scompenso il cuore può perdere la capacità contrattile oppure diventare più rigido, cioè fatica a raccogliere il sangue e così la pressione sale e i liquidi possono uscire dai vasi». La dispnea o mancanza di fiato (più intensa da sdraiati), la tosse e la dispnea notturne, la debolezza e la necessità di urinare di notte sono dei campanelli d'allarme, uniti al gonfiore. Il primario di cardiologia ha rimarcato la fondamentale importanza dell'anamnesi per avere una fotografia del paziente; solo successivamente si ricorre ad esami ematici che evidenzino tra gli altri il grado di scompenso (pro-BNP), la funzione renale e i quadri elettrolitico e lipidico, per poi passare agli esami strumentali come l'elettrocardiogramma, la lastra toracica per tracciare l'eventuale liquido nei polmoni, l'ecocardiogramma per le capacità contrattive, gli spessori delle pareti e il funzionamento delle valvole, e altri.
Procedendo con un linguaggio sempre divulgativo e chiaro per il pubblico, il dottor Maggiolini ha toccato il tema delle cure per fronteggiare lo scompenso cardiaco, in primis i vari farmaci, la rivascolarizzazione cardiaca e in alcuni casi l'intervento chirurgico con il bypass o l'angioplastica o l'inserimento di particolari peace-maker che incidono sulla capacità contrattiva del cuore. «Dobbiamo prevenire e, se lo scompenso si è già verificato, curare con una prevenzione secondaria. Conta molto modificare lo stile di vita riducendo il fumo, controllando la pressione arteriosa che deve preoccupare solo se i valori sono molto alti e per molto tempo, monitorando glicemia e colesterolo, adeguandosi a una dieta corretta con molta frutta e verdura, grano e cereali, in misura minore latticini pesce e carne e ancora minore per oli e grassi, dolci e salatini. Quando il paziente ha già vissuto uno scompenso è bene che beva meno in modo da ricorrere meno ai diuretici e serve controllare giornalmente il peso contattando il medico di base; se aumenta di 2 kg in 2 o più giorni è necessario svolgere attività fisica prolungata e regolare come camminare, correre, andare in bici o in piscina. Importanti sono anche le vaccinazioni. Quest'anno l'incidenza è stata molto alta per i decessi legati allo scompenso cardiaco perché il numero dei vaccinati è sceso per le campagne informative sbagliate. La vaccinazione serve, specie nei casi di pluripatologie o scompensi cardiaci o per persone di età avanzata». Il cardiologo ha consigliato di richiedere l'intervento dell'ambulanza solo per notevoli dispnee non risolvibili neppure da seduti, dolori o oppressioni al petto, perdita di coscienza, disturbi della parola, della vista o del movimento e variazioni eccessive della frequenza cardiaca.


Rendendosi disponibile per domande da parte del pubblico, il relatore ha puntualizzato che, tranne nei casi espressamente richiesti dal medico di base, «controllare la pressione più di una volta a settimana è inutile e genera preoccupazione. La pressione deve variare a seconda delle attività della giornata. E si parla di ipertensione quando i valori sono alti e a lungo. Per gli under 65 la pressione è alta oltre i 140/90 misurati dal medico e i 135/85 a casa, ma per gli ultraottantenni sale a 160». Quanto alle liste d'attesa, lunghe anche per l'elettrocardiogramma, il primario ha chiarito che a fronte di un numero di persone costante sono aumentate le richieste e quindi le tempistiche, considerando che mediamente di eseguono 4.500 elettrocardiogrammi all'anno e in un triennio si monitorerebbero tutti i meratesi. «Il problema sono gli esami inutili e c'è una grossa pressione da parte degli utenti. Le liste lunghe sono un cruccio mio e di chi ha a cuore i malati, ma abbiamo un sistema per il quale chi ha bisogno non aspetta» ha concluso.
Il prossimo appuntamento è per il 3 giugno con il primario del dipartimento Neuroscienze dr. Andrea Salmaggi che parlerà di patologie della memoria, come le demenze, riscontrate con maggior frequenza nella popolazione anziana.
Federica Conti
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