S.L. Mandic: Vittorio Manganini lascia il presidio ospedaliero. Dirigeva la struttura semplice di Urologia. Che succederà ora?

Da domani, giovedì 7 maggio, il San Leopoldo Mandic non ha più l'urologo. Vittorio Manganini, dirigente della struttura semplice di Urologia ha lasciato il presidio per la pensione pur assicurando la presenza a Lecco per diverse settimane fino a fine luglio per consentire ai colleghi di fruire delle ferie. Il dottor Manganini era giunto al Mandic a fine 2010. In precedenza la struttura era stata diretta dal dottor Guido Dormia.

Da sinistra l'ex direttore amministrativo del Mandic Giacomo Molteni, Vittorio Manganini, Pierluigi Carzaniga e il dr. Alberto Trinchieri

Nell'interregno tuttavia l'attività urologica era stata condotta con assoluta normalità grazie all'impegno della squadra diretta dal dottor Alberto Trinchieri, direttore della struttura di urologia. Manganini aveva conseguito la specializzazione in Urologia nel 1981 e nel 1989 l'idoneità al primariato. Ha prestato servizio a Cittiglio, al Sant'Anna di Como, al San Gerardo di Monza e a Vimercate. Nel novembre 2010 è entrato a far parte dell'azienda ospedaliera della provincia di Lecco come aiuto e dirigente della struttura semplice di Urologia al San Leopoldo Mandic. Oggi Vittorio Manganini si è formalmente congedato dai colleghi di Merate. Nessuna cerimonia né festa di commiato, com'è nello stile del professionista, schivo, riservato ma di altissima preparazione tecnica e di grande umanità. Una colonna per il presidio di Via Cerri che da domani sarà meno attrattivo. Ora si tratta di vedere come si comporterà il direttore generale Giuseppina Panizzoli. La logica che sembra essere dominante, la stessa dei primi anni di questo inizio secolo, è quella di "pescare" da Merate per sostenere il Manzoni, non rimpiazzando le figure mancanti. E' stato così per il direttore amministrativo e per il primario di Ortopedia. Due figure in meno, due costi in meno e una condivisione con Lecco che certamente non può fare bene al Mandic. Sarebbe davvero grave se Vittorio Manganini non fosse rapidamente sostituito per dare continuità all'urologia dell'ospedale cittadino; che, giova ricordarlo, vanta una tradizione di elevato livello capace di attrarre un bacino potenziale che va ben oltre i confini storici del presidio.
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