AO: riorganizzazione delle sale operatorie. Ma per gli addetti ci sono ancora criticità

Il presidio meratese Mandic
L'oggetto di più missive (e anche del contendere) è "Riorganizzazione delle Sale Operatorie" ma, nonostante gli auspici e le date già fissate in calendario, la vicenda può dirsi tutt'altro che risolta. Se, infatti, da parte della direzione gli interrogativi posti dalle RSU dell'azienda ospedaliera sono stati liquidati con un "tutto regolare", non sussistono criticità e ora si auspica il "prevalere del buon senso e della professionalità", gli operatori non la pensano allo stesso modo. La variazione introdotta sull'attività di sala operatoria (dalle 8 alle 20, da lunedì a venerdì per interventi in emergenza/urgenza) non sarebbe stata accompagnata da una adeguata formazione. O meglio chi l'ha ricevuta pare non averla ritenuta tale (non essendoci nemmeno stata una validazione della stessa) e avrebbe chiesto il posticipo di un mese, per una maggiore e migliore strutturazione. Richiesta negata.
"I lavoratori ritengono inadeguata la formazione strutturata in simulazione fin qui applicata che, a nostro avviso, pregiudica la salute e la sicurezza del paziente nonché del lavoratore" si legge in uno dei carteggi, dove si fa riferimento alla possibilità che un infermiere di ortopedia finisca ad assistere un intervento di ostetricia, non sufficientemente preparato. Sotto la lente, critica, ci sono poi il coordinamento della riorganizzazione non ritenuto all'altezza, la programmazione dei turni troppo ristretta (in alcuni casi il giovedì si viene a conoscenza dei turni della settimana successiva) e poi situazioni che hanno riguardato singoli operatori, ora in contenzioso con l'azienda (l'utilizzo pieno della 104, il mancato riposo di 11 ore tra un turno e l'altro, la pausa mensa non garantita) che potrebbero ripetersi a catena.
Sembra che: - questa nuova organizzazione favorirà gli operati in libera professione (a pagamento per intenderci), i cui interventi verranno anticipati nelle prime ore del mattino e non più eseguiti nel tardo pomeriggio - gli operati nel tardo pomeriggio saranno costretti a rimanere a digiuno dal mattino senza alcun pravviso e sotto stress - il ritorno in reparto degli operati nel tardo pomeriggio avverrà in orari in cui gli operatori sono presenti in numero ridotto, quindi il rischio di complicanze nel post operatorio aumenterà - anche gli operati per piccoli interventi nel pomeriggio e dimessi al mattino successiva saranno a maggior rischio di complicanze, per la minor permanenza oraria in ospedale

Tutti interrogativi che non hanno trovato adeguata risposta e attorno ai quali peserebbe un clima di disagio e di timore nella libera espressione delle "perplessità e proposte per poter essere collaborativi per il raggiungimento dello stesso fine comune". E' di qualche mese fa la notizia di trasferimenti imposti a personale dal presidio di Merate verso quello di Lecco, sembra a seguito di rivendicazioni di diritti derivanti dallo stato di salute dei lavoratori coinvolti.
S.V.
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