Riforma sanitaria/3: sull'ipotesi di accorpare l’AO di Lecco a Bergamo vertice di sindaci stasera. Ma la regione ci coinvolga
L'accorpamento dell'azienda sanitaria lecchese con quella di Bergamo, così come inserito all'interno della bozza "Evoluzione del sistema socio sanitario", sarà un punto all'ordine del giorno straordinario dell'assemblea dei sindaci che si svolgerà questa sera mercoledì 8 aprile 2015. In realtà gli argomenti da discutere erano ben altri ma la "novità", anticipata da questo giornale, ha portato i primi cittadini a chiedere una discussione al tavolo.
La preoccupazione diffusa tra i primi cittadini pare quella di una disgregazione che porti a una perdita di servizi e risposte del presidio al territorio, specie alle fasce più deboli e agli anziani. E se in alcuni c'è la consapevolezza del rischio di esclusione delle rappresentanze locali nel processo decisionale, qualcuno mantiene una flebile speranza di essere chiamato a partecipare a qualche "tavolo".
"Non conosco nel dettaglio la proposta nei termini legislativi e mi riservo di approfondirla" ha commentato Renzo Rotta sindaco di Paderno. "Se dovesse portare dei benefici nel risparmio dei costi, ad esempio nei ruoli dirigenziali, ma garantisse un reinvestimento nei servizi ai cittadini, com'è lecito aspettarsi, potrebbe essere una soluzione positiva. Purtroppo però in queste situazioni non si sa mai dove si va a finire, l'unico appunto che posso fare al momento è che per i tagli e le razionalizzazioni si comincia sempre dalle regioni, realtà virtuose, per poi non incidere davvero dove ci sono gli sprechi".
"La nostra fortuna come territorio è avere l'azienda ospedaliera a due passi e che, anche con tutti i suoi limiti, copre un 90% dei servizi sanitari" è stata la posizione di Daniele Villa di Robbiate. "Ora si tratta di capire se la proposta legislativa inciderà solo a livello organizzativo o se ci saranno tagli e accorpamenti dei presidi ospedalieri; è chiaro che nel secondo caso quando ci saranno notizie certe dovremmo muoverci, come conferenza dei sindaci del meratese coinvolgendo anche quella del casatese, e lottare a livello istituzionale in Regione. È vero che l'ospedale di Ponte San Pietro non è distante, così come quello di Vimercate, ma l'ospedale di Merate è importante come bacino d'utenza e il mio pensiero va soprattutto agli anziani e alle fasce deboli della popolazione che hanno problemi di mobilità, oltre chiaramente al pronto soccorso. Inoltre bisogna anche pensare a tutti gli investimenti fatti negli ultimi anni per il Mandic, non si può dequalificare una struttura simile senza pensarci attentamente".
"La conferenza dei sindaci di questa sera sarà l'occasione giusta per approfondire la situazione", ha detto Paolo Brivio di Osnago. "Il mio parere personale è che per quanto riguarda l'accorpamento di Lecco con Bergamo esistono elementi di vicinanza territoriale e coerenza gestionale, a livello generale però c'è il rischio di strattonare il nostro territorio in diverse aggregazioni non coerenti tra loro. Per quanto riguarda i servizi sanitari quello con Bergamo potrebbe essere un accorpamento positivo, su altre funzioni, come la Camera di Commercio, si rischia di dare vita ad una schizofrenia che non fa certo il bene dei cittadini. In ogni caso per ottenere ascolto in Regione bisogna pensare ad una mobilitazione più ampia rispetto al solo meratese".
Più stringato Alessandro Origo di Verderio e "speranzoso" di un coinvolgimento da parte della regione in questo processo decisionale. "A quanto mi risulta il consiglio regionale è ancora nella fase decisionale e sono in ballo diverse proposte. Non c'è stata quindi l'occasione di leggere il testo di legge ed è prematuro esprimere un giudizio prima di avere tutti gli elementi per farlo. Spero che la Regione coinvolga i sindaci del territorio e ci dia gli elementi per valutare e avere un ruolo propositivo".
"La semplice opinione dell'amministrazione di Imbersago purtroppo conta poco nella vicenda, e mi riservo di parlarne dopo la conferenza dei sindaci e dopo aver raggiunto un orientamento condiviso" è stato invece il commento laconico di Giovanni Ghislandi di Imbersago. "Sono anni che agli amministratori locali non viene mai comunicato nulla per quanto riguarda le decisioni sulla sanità prese a livello regionale, ritengo quindi opportuna una riflessione condivisa addirittura a livello provincia. Di positivo nella proposta di legge, dalle notizie emerse, potrebbe esserci un ruolo maggiore delle amministrazioni locali, a livello almeno consultivo; sarebbe importante perché siamo noi ad essere a contatto con i cittadini costantemente ignorati nelle riforme dell'ultimo decennio".
"È presto per parlare della proposta di legge, merita più tempo e un approfondimento maggiore" ha spiegato il sindaco Adele Gatti "In prima battuta userei comunque il termine interessante per la soluzione prevista e quantomeno la norma andrà a fare un po' di chiarezza e a riorganizzare la situazione confusa che oggi vive la sanità lombarda".
"Il parere dell'amministrazione di Olgiate è che con questa proposta di legge si torni indietro rispetto ad una strada percorsa negli ultimi vent'anni, e a nostro modo di vedere è disastrosa perché appare come un modo per tagliare i servizi" tranchant Dorina Zucchi di Olgiate "Poco tempo fa gli amministratori del territorio hanno incontrato il presidente del consiglio regionale Cattaneo e i consiglieri regionali Straniero, Piazza e Formenti per perorare la causa dell'ospedale di Merate e invitarli a risolvere la questione dell'organico sottodimensionato; in quella sede ci fu promesso che avrebbero fatto di tutto per mantenere e potenziare i servizi sul territorio. La posizione della maggioranza in Regione ci sembra un controsenso rispetto a quanto garantito".
"Prima di esprimermi a riguardo ritengo opportuno raggiungere una linea condivisa con gli altri amministratori nella conferenza dei sindaci" ha detto sbrigativo il sindaco di Lomagna Stefano Fumagalli.
Giovanna De Capitani di Cernusco non si è espressa, rimandando all'assessore dei servizi sociali che parteciperà alla conferenza dei sindaci.
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La preoccupazione diffusa tra i primi cittadini pare quella di una disgregazione che porti a una perdita di servizi e risposte del presidio al territorio, specie alle fasce più deboli e agli anziani. E se in alcuni c'è la consapevolezza del rischio di esclusione delle rappresentanze locali nel processo decisionale, qualcuno mantiene una flebile speranza di essere chiamato a partecipare a qualche "tavolo".
Renzo Rotta di Paderno
Daniele Villa di Robbiate
Paolo Brivio di Osnago
Alessandro Origo di Verderio
Giovanni Ghislandi di Imbersago
Adele Gatti
Dorina Zucchi
"Prima di esprimermi a riguardo ritengo opportuno raggiungere una linea condivisa con gli altri amministratori nella conferenza dei sindaci" ha detto sbrigativo il sindaco di Lomagna Stefano Fumagalli.
Stefano Fumagalli di Lomagna e Giovanna De Capitani di Cernusco
Giovanna De Capitani di Cernusco non si è espressa, rimandando all'assessore dei servizi sociali che parteciperà alla conferenza dei sindaci.
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