Riforma sanitaria lombarda: il lecchese aggregato a Bergamo. Dentro l’Ats due Aziende socio sanitarie per 600.000 abitanti

L'ospedale Manzoni di Lecco
Sotto il Papa Giovanni XXIII  di Bergamo
A seguire il Mandic di Merate


La Giunta Regionale lombarda ha diffuso la bozza dell’“Evoluzione del sistema socio sanitario”. In altre parole la riforma sanitaria scaturita dalle tesi contenute nel “Libro bianco”. Nelle 26 pagine sono illustrate sia l’organizzazione territoriale sia le funzioni che poggiano essenzialmente sull’integrazione tra i servizi sociali e quelli sanitari in una logica che vede sempre più protagonista il territorio. In qualche modo siamo in presenza di un ritorno al modello precedente la prima riforma del ’97 che vedeva all’interno di un'unica Ussl il soggetto deputato alla programmazione e all’erogazione dei servizi socio-sanitari. Nei prossimi giorni approfondiremo le diverse tematiche contenute nella bozza. Qui ci soffermiamo esclusivamente sull’organizzazione territoriale. L’articolo 7 descrive l’“Agenzia di Tutela della salute”, per brevità denominata Ats. L’Ats è dotata di personalità giuridica di diritto pubblico e di autonomia organizzativa, amministrativa, patrimoniale, contabile, gestionale e tecnica e svolge le funzioni di programmazione della rete di offerta del servizio sanitario regionale e di accreditamento delle strutture e dei soggetti che svolgono attività sanitarie e socio sanitarie. L’Ats si articola nelle “Direzioni di sede territoriale” (Dst) a presidio delle seguenti vaste aree:
A – città metropolitana
B – Varese, Como e Monza
C – Lecco e Bergamo
D – Brescia, Cremona e Mantova
E – Lodi e Pavia
F – Direzione di sede territoriale sperimentale della montagna comprendente la Valtellina e la Valcamonica
In ogni Dst le attività sanitarie e socio sanitarie sono organizzate nei seguenti dipartimenti:
1 – Dipartimento di prevenzione medico
2 – Dipartimento delle cure primarie
3 – Dipartimento per la programmazione, accreditamento, acquisto delle prestazioni sanitari e socio sanitarie
4 – Dipartimento di prevenzione veterinario
5 – Dipartimento amministrativo
6 – Dipartimento dell’integrazione socio sanitario e sociale.
Per ogni Dst la giunta regionale nomina un direttore di sede.
Torna in campo la conferenza dei sindaci composta da tutti i primi cittadini dei comuni che fanno parte dell’ambito territoriale di ciascun di Dst la quale concorre alla formulazione delle linee di indirizzo per l’impostazione dell’attività socio sanitaria e verifica lo stato di attuazione di programmi e progetti.
All’interno delle Direzioni di sede territoriale opereranno le “Aziende socio sanitarie territoriali” e “Aziende ospedaliere”. Gli ambiti delle Asst devono avere un bacino d’utenza non inferiori a 600.000 abitanti, volumi di produzione prestabiliti, presenza di unità di offerta afferenti all’area delle alte specialità.
Ci fermiamo qui per il momento con una considerazione: cade definitivamente l’ipotesi prospettata di un aggancio tra Lecco e Como e quella di uno sviluppo dell’Azienda ospedaliera lecchese lungo l’asse della ss36 comprendente i presidi di Carate, Desio e Seregno. Il lecchese quindi andrà ad unirsi alla provincia di Bergamo che conta all’incirca 1,1 milioni di abitanti. Aggiunti ai 340.000 circa della provincia di Lecco si arriva a poco meno di 1,5 milioni di residenti sufficienti a dare vita a due Asst ovvero a due ampi bacini dotati di autonomia amministrativa, patrimoniale, contabile, gestionale e tecnica.
Si tratterà ora di vedere quale area del bergamasco sarà aggregata alla provincia di Lecco per dare vita appunto a uno di questi due bacini. Nell’intento del presidente della regione Roberto Maroni la riforma del servizio sanitario lombardo dovrebbe essere approvata entro la fine di luglio.

  • PER VISUALIZZARE LA BOZZA DELL'EVOLUZIONE DEL SISTEMA SOCIO SANITARIO CLICCA QUI
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