Valletta: il comandante Franco Sala, pieno d'orgoglio, lascia dopo 29 anni di servizio
Il comandante Franco Sala
"Ho iniziato con Galbusera Amelio: è stato il "mio" primo sindaco, la persona dal quale "ho imparato l'arte"" racconta l'agente che - abbronzato e sorridente - non tradisce certo l'età da imminente "cliente" dell'Inps. "Anche con tutti gli altri amministratori ho avuto un rapporto straordinario, sia che fossero di destra o di sinistra. Ciò - puntualizza con quella schiettezza che gli è propria - significa che non ci siano stati dibattiti e periodi di tensione ma i momenti difficili sono sempre stati superati, grazie anche ad una reciproca stima e al rispetto per il ruolo di ciascuno. Ciò vale per i sindaci (l'ultimo, guarda caso, era un altro Galbusera), i consiglieri e i presidenti dell'Unione a cominciare da Tavola Gilberto che tanto ha fatto per creare un unico comando a Santa Maria in locali attrezzati".
E pensare che, quasi tre decenni fa, al suo arrivo a Rovagnate le cose giravano assai diversamente: "ci dedicavamo anche ad attività che non erano tipicamente di Polizia Locale come la gestione dell'acquedotto e dei tributi nonché occasionalmente anche dell'anagrafe e degli interventi pratici sulle strade, per esempio per tappare le buche, quando mancava lo stradino. Poi pian pianino ci siamo specializzati. Ricordo ancora l'innovazione portata dall'informatizzazione. Era il 1997 e i ragazzi di allora - Fabio Sottocornola prima e Marco Panzeri poi - hanno introdotto l'importante novità. Noi non eravamo tanto preparati..." ammette parlando al plurale e contemplando dunque anche il collega e amico Floriano Panzeri, al suo fianco nell'esperienza rovagnatese e poi all'Unione.
Con gli anni però, non è cambiato solo il lavoro: "già 29 anni fa si parlava di Unione. Abbiamo dovuto aspettare anni per vederla realizzata. Io, personalmente, poi, sono molto contento anche della fusione. Mi è dispiaciuto però abbia coinvolto solo due comuni: Santa Maria non poteva rimanere fuori, mi attendevo che Rovagnate e Perego la aspettassero. E mi è dispiaciuto anche per il nome dato al nuovo comune. Hanno fatto un referendum tra due toponimi che non si possono sentire quando c'era il nome storico - quello che per qualcuno ricorda il Fascio, ma non è così - che avrebbe risolto il problema. La speranza ora è che Santa Maria si aggreghi al gruppo per ottenere vantaggi, anche dal punto di vista economico". E proprio in quest'ultimo capo di inserisce anche un auspicio, espresso ormai da comune cittadino: "spero che i contributi arrivati per La Valletta Brianza dopo la fusione vengano usati anche per dare respiro alle persone, alleggerendo la pressione sulle tasse. E' ciò che chiede la gente". E lui, il contatto con i cittadini, l'ha sempre avuto in "presa diretta", facendo da parafulmine per le lamentela ma anche ascoltando richieste e problematiche per poi farsi portavoce con gli amministratori.
"Ho trascorso qui 29 anni, con sabati, domeniche e sere: il rapporto che ho instaurato è molto intenso. Ciò rende difficoltoso il momento del saluto. Quasi non ho passato così tanto tempo nemmeno con la mia famiglia. In tutti questi anni, a contatto con le persone, sono cresciuto dal punto di vista umano e professionale. Le seguirò ancora, anche se da lontano".
L'occasione si fa dunque ghiotta per ringraziare tutti i compagni di avventura: i colleghi con Floriano in primis perché "per 29 anni abbiamo condiviso la scrivania" ma anche Marco e Placido; gli amministratori e i dipendenti comunali; i cittadini; le associazioni, le scuole, i Carabinieri di Brivio "e tutti enti con cui ho lavorato"...
"Vado via pieno d'orgoglio per aver potuto rappresentare molti di loro, li vorrei davvero salutare uno a uno".
Ma cosa farà Franco da mercoledì? "Non avrò problemi su come impegnare il mio tempo: di cose da fare ne ho tantissime a cominciare dal seguire famiglia e famigliari per le cose più normali, della vita quotidiana, che lavorando mi perdevo. Vorrei poi riprendere l'esperienza universitaria, che è rimasta da concludere o comunque continuare a fare dei corsi. Non voglio appassire in un bar a giocare a carte...".
Le idee sono chiare. Ma, siamo certi, si scontreranno poi con la nostalgia per un lavoro che, tanto si è preso ma che ha anche saputo dare tanto ad una persona a modo come Franco Sala.
Alice Mandelli