IMU agricola, Arrigoni: 'Una nuova tassa patrimoniale'
Duro intervento senatore della Lega Nord Paolo Arrigoni oggi a Palazzo Madama in occasione della conversione in legge del decreto legge 24 gennaio 2015 relativo all’IMU.
Arrigoni, rivolgendosi al premier Matteo Renzi, ha puntato l’indice contro “la voracità nel prelievo delle tasse, la superficialità, l'arroganza, l'inefficienza e la contraddittorietà che contraddistinguono l’operato del Governo”. Arrigoni ha stigmatizzato “l'IMU agricola come una nuova patrimoniale che si aggiunge alle odiate IMU e TASI, alle tasse sulle case e sui capannoni. È la conferma che la sinistra al Governo è solo ingorda di tasse".
Ma non solo: il caos è tale per cui all’interno di una stessa Comunità Montana, come quella del Lario Orientale-Valle San Martino, ci sono comuni come Cisano e Pontida che vengono considerati parzialmente montani e che quindi devono far pagare il balzello ai propri cittadini.
"La Lega Nord si è mossa da subito per cancellare questa vergognosa rapina, con emendamenti soppressivi, mai recepiti dalla maggioranza e tanto meno dal PD”, ha ricordato Arrigoni. Il Carroccio da parte sua è riuscito a portare a casa due importanti risultati: “Il rimborso del balzello per chi ha già pagato l'imposta per il 2014 e ora con i nuovi criteri risultata esentato e l’azzeramento delle sanzioni e degli interessi di mora per chi pagherà l'imposta 2014 in ritardo rispetto al 10 febbraio, ancorché entro il 31 marzo”.
Resta il fatto che il decreto votato oggi agisce solo in un'ottica di riduzione del danno ma, alla fine, rimane un'ingiusta tassa di 270 milioni contro l'agricoltura. “Colpire i proprietari dei terreni incolti in aree collinari è una scelta grave perché penalizza quanti mantengono il territorio, anche ai fini della prevenzione del rischio idrogeologico”, ha ricordato Arrigoni.
Insomma, con l'IMU agricola ancora vessazioni e un irresponsabile caos solo per finanziare gli 80 euro di Renzi, messi sul piatto per vincere le elezioni europee di maggio, ma ora pagati in… tasse vere, imponendo ai sindaci di mettere le mani nelle tasche dei cittadini.
“Per questi motivi e altro ancora – ha concluso Arrigoni - Renzi deve andare assolutamente a casa", accennando alla grande mobilitazione della Lega Nord in programma sabato 28 febbraio a Roma.
Arrigoni, rivolgendosi al premier Matteo Renzi, ha puntato l’indice contro “la voracità nel prelievo delle tasse, la superficialità, l'arroganza, l'inefficienza e la contraddittorietà che contraddistinguono l’operato del Governo”. Arrigoni ha stigmatizzato “l'IMU agricola come una nuova patrimoniale che si aggiunge alle odiate IMU e TASI, alle tasse sulle case e sui capannoni. È la conferma che la sinistra al Governo è solo ingorda di tasse".
Ma non solo: il caos è tale per cui all’interno di una stessa Comunità Montana, come quella del Lario Orientale-Valle San Martino, ci sono comuni come Cisano e Pontida che vengono considerati parzialmente montani e che quindi devono far pagare il balzello ai propri cittadini.
"La Lega Nord si è mossa da subito per cancellare questa vergognosa rapina, con emendamenti soppressivi, mai recepiti dalla maggioranza e tanto meno dal PD”, ha ricordato Arrigoni. Il Carroccio da parte sua è riuscito a portare a casa due importanti risultati: “Il rimborso del balzello per chi ha già pagato l'imposta per il 2014 e ora con i nuovi criteri risultata esentato e l’azzeramento delle sanzioni e degli interessi di mora per chi pagherà l'imposta 2014 in ritardo rispetto al 10 febbraio, ancorché entro il 31 marzo”.
Resta il fatto che il decreto votato oggi agisce solo in un'ottica di riduzione del danno ma, alla fine, rimane un'ingiusta tassa di 270 milioni contro l'agricoltura. “Colpire i proprietari dei terreni incolti in aree collinari è una scelta grave perché penalizza quanti mantengono il territorio, anche ai fini della prevenzione del rischio idrogeologico”, ha ricordato Arrigoni.
Insomma, con l'IMU agricola ancora vessazioni e un irresponsabile caos solo per finanziare gli 80 euro di Renzi, messi sul piatto per vincere le elezioni europee di maggio, ma ora pagati in… tasse vere, imponendo ai sindaci di mettere le mani nelle tasche dei cittadini.
“Per questi motivi e altro ancora – ha concluso Arrigoni - Renzi deve andare assolutamente a casa", accennando alla grande mobilitazione della Lega Nord in programma sabato 28 febbraio a Roma.