Chiusura uffici postali, una interrogazione da Arrigoni
Con sette sportelli da chiudere e nove che dovrebbero funzionare a giorni alterni, in quanto “improduttivi” o “diseconomici”, anche il territorio lecchese subirà pesantemente i tagli al servizio postale. Per questo ieri il senatore della Lega Nord Paolo Arrigoni ha presentato un’interrogazione a risposta scritta al Ministro dello Sviluppo economico Federica Guidi in quanto “Poste Spa è una società interamente partecipata dal Governo che detta indirizzi politici e, quindi, è responsabile di quel che sta accadendo”. A farne le spese sono “soprattutto i comuni montani che già hanno visto scomparire scuole, negozi di alimentari, studi medici e bar, con un colpo mortale alla vita sociale delle comunità. E poi i cittadini in generale: famiglie, anziani, imprenditori, ma pure i turisti”.
I cittadini hanno già dato, come ricorda il senatore del Carroccio: “Negli ultimi anni Poste Italiane Spa ha avviato un processo di razionalizzazione degli uffici, procedendo sia alla chiusura degli stessi, sia alla riduzione degli orari di apertura degli sportelli in diverse aree del territorio nazionale, nonostante i cospicui contributi statali erogati dallo Stato italiano, quindi da tutti noi, a Poste Italiane per l'erogazione dei servizi essenziali”. Un piano di intervento voluto dagli Esecutivi Monti, Letta e Renzi tra il 2013 e il 2014.
Arrigoni ha chiesto quindi al Ministro come “intenda intervenire, anche favorendo una concertazione fra la direzione di Poste Italiane Spa e le amministrazioni locali, anche attraverso ANCI, per evitare che decisioni unilaterali assunte da Poste Italiane Spa arrechino disagi agli abitanti dei comuni lombardi, al fine di garantire l’effettiva erogazione di un servizio pubblico di qualità, puntuale e capillare nel rispetto dell’accordo di programma per l’espletamento del servizio postale universale”.
I cittadini hanno già dato, come ricorda il senatore del Carroccio: “Negli ultimi anni Poste Italiane Spa ha avviato un processo di razionalizzazione degli uffici, procedendo sia alla chiusura degli stessi, sia alla riduzione degli orari di apertura degli sportelli in diverse aree del territorio nazionale, nonostante i cospicui contributi statali erogati dallo Stato italiano, quindi da tutti noi, a Poste Italiane per l'erogazione dei servizi essenziali”. Un piano di intervento voluto dagli Esecutivi Monti, Letta e Renzi tra il 2013 e il 2014.
Arrigoni ha chiesto quindi al Ministro come “intenda intervenire, anche favorendo una concertazione fra la direzione di Poste Italiane Spa e le amministrazioni locali, anche attraverso ANCI, per evitare che decisioni unilaterali assunte da Poste Italiane Spa arrechino disagi agli abitanti dei comuni lombardi, al fine di garantire l’effettiva erogazione di un servizio pubblico di qualità, puntuale e capillare nel rispetto dell’accordo di programma per l’espletamento del servizio postale universale”.