Mandic: nel 2014 diminuite le nascite (-6%), media regionale -18%. Aumentate le IVG. Bene interventi e minilaparoscopia

È tempo di bilanci per il reparto di ostetricia-ginecologia dell'ospedale Mandic di Merate. In un momento non facile per le famiglie e le giovani coppie che, quando decidono di mettere al mondo un figlio, lo fanno tardi e comunque "limitandosi" nei numeri, il primario dr. Gregorio Del Boca (che ha ricevuto quest'anno diversi riconoscimenti e incarichi dalla comunità scientifica) e la sua équipe medico-infermieristica, possono dirsi tutto sommato soddisfatti.  A fronte di un calo medio delle nascite negli ospedali della Lombardia pari a -18%, il Mandic si è fermato attorno a -6%.

Nel 2013, infatti, si sono contati 925 parti e 943 nati. L'anno che si è appena concluso ha registrato 872 parti e 895 nati.
Un calo che è strettamente legato alla congiuntura economica sfavorevole e che va a incidere sulle scelte delle famiglie. Di questi 872 parti, il 48% è riconducibile a stranieri anche se ormai la distinzione va allentandosi. Sono sempre più le coppie miste che mettono al mondo figli e, quindi, anche questa connotazione inizia a perdere di significato.

Alcune delle sale del reparto meratese

Il calo tutto sommato ridotto rispetto alla media regionale rappresenta un segnale di come l'attenzione alla donna e alle sue esigenze, abbia incontrato il favore delle mamme che hanno trovato al Mandic, presidio medio-piccolo, una qualità di assistenza paragonabile ai grossi centri.
Particolarmente apprezzato si mostra il "pronto soccorso ambulatoriale" per ecografie e interventi d'urgenza dove, tramite l'accesso diretto le pazienti vengono prese immediatamente in carico e visitate, rimandando successivamente le varie pratiche per l'accettazione. Tra i "sogni", che si traducono in richieste delle partorienti, c'è quello di avere la parto-analgesia 24 ore su 24 (al momento non è garantita nei festivi e durante la notte).

Il punto accoglienza

Al centro sempre c'è la persona e questo consente un rapporto “one to one” paziente-medico che solo in un piccolo ospedale, con una casistica contenuta, è possibile. Le dimensioni, tuttavia, non impediscono di avere le stesse attenzioni e opportunità di una partoriente in degenza presso un grande centro o dal nome altisonante. I medici meratesi, infatti, sono in contatto con gli Stati Uniti e i migliori specialisti per il trattamento di casi particolari; le analisi sull'operato nelle corsie del Mandic da parte del professore irlandese, dottor Robson, hanno confermato come i parametri locali siano negli standard ministeriali; gli "incidenti" materni sono sotto la media nazionale.

Secondo le linee guida del Ministero il Mandic viene classificato come una "second opinion": la donna che non vuole travagliare ha infatti una "seconda opinione" e, previo un percorso accompagnato che prevede anche un colloquio con uno psicologo, non le viene negata la possibilità del cesareo. La percentuale sui parti è del 39%, cifra che comprende anche la donna che, dopo il primo cesareo, anche alla seconda gravidanza non viene fatta travagliare per questioni di sicurezza.
Sempre secondo le linee guida dettate dal prof. Robson il tasso dei tagli cesarei, epurati da quelli eseguiti "in emergenza" durante il travaglio, è nei parametri.

Ben 1200 invece gli interventi di chirurgia ginecologica che, con l'introduzione della minilaparoscopia, hanno visto un crescere della richiesta proveniente da fuori provincia.
Infine sono aumentate le interruzioni volontarie di gravidanza (IVG). Dalle 2/3 alla settimana si è saliti alle 4 del 2014.
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