Montevecchia: il giro del mondo in bici di Ruggero Cavenaghi. Dall'Argentina fino alla Mongolia per terminare sulla via della seta
È iniziato dall'Argentina il giro del mondo in bici del montevecchino d'origine Ruggero Cavenaghi. Negli ultimi giorni di novembre è giunto nella caotica e molto trafficata città di Buenos Aires, dalla quale ha raggiunto la località di Viedma, all'ingresso ufficiale della Patagonia. Qui è montato in sella e ha iniziato a pedalare provando da subito la difficoltà del viaggio su uno sterrato misto sabbia.
A bordo della sua bici con telaio realizzato artigianalmente nella zona di Milano, Ruggero si è immerso nella natura locale, con la sterminata pampa alla sua destra e le spiagge deserte e non turistiche sulla sinistra. «La gente locale - ha spiegato - è molto solidale e ospitale, mi offre acqua e asado, la tipica pietanza di carne con cui affrontare i prossimi chilometri nella terra patagonica alla volta della penisola di Valdés" ci ha raccontato via Skipe.
L'itinerario non è una passeggiata, perché ben diverso dagli itinerari europei che Ruggero ha percorso in passato. Si deve imparare a fare frequenti tappe e ci si deve abituare a non prevedere in modo esatto le tempistiche, specialmente quando il vento soffia controcorrente a 50 km/h e si riescono a macinare ben pochi chilometri di asfalto trasportandosi una cinquantina di chili tra telaio e bagagli. Durante il tragitto Ruggero si è imbattuto in altri ciclisti, come una coppia italiana e una francese, con cui condividere la fatica del percorso. Percorso che, nei prossimi giorni, sarà di ben quattrocento chilometri, con sole quattro stazioni di servizio per fare rifornimento di acqua.
Questa non è che la prima tappa del lungo itinerario, che Ruggero percorrerà sempre pedalando. Si dirigerà verso il sud della Patagonia, nella città di Ushuaia e seguendo la costa atlantica con la lunga rn3 o la routa 40 raggiungerà la catena andina. Si inoltrerà nel Cile e dalla carrettera austal ammirerà molte località famose, a confine tra Cile e Argentina, fino a Santiago. Rientrato nella parte settentrionale dell'Argentina arriverà in America Centrale e poi negli Stati Uniti, con un itinerario coast to coast. Ruggero pedalerà quindi su strade neozelandesi e australiane fino a Leva Perth, per poi dirigersi verso il continente asiatico toccando Cina, Giappone meridionale, Sud Corea e Mongolia.
L'ultima parte del lungo viaggio sarà l'antichissima Via della Seta, la strada verso casa. Il tempo stimato per la biciclettata è di circa due anni, ma la durata e il percorso potranno naturalmente variare. Ciò che lo sprona è da un lato l'amore per il trekking nei luoghi "selvaggi", dall'altro la libertà di viaggiare senza dipendere dai tour operator, soffermandosi a visitare le località che attraggono maggiormente l'attenzione, come per la riserva naturale della penisola di Valdés dove si ammirano pinguini e orche.
E dove la fatica per il lungo e sfiancante viaggio è ripagata da paesaggi meravigliosi e un mondo tutto da scroprire.
A bordo della sua bici con telaio realizzato artigianalmente nella zona di Milano, Ruggero si è immerso nella natura locale, con la sterminata pampa alla sua destra e le spiagge deserte e non turistiche sulla sinistra. «La gente locale - ha spiegato - è molto solidale e ospitale, mi offre acqua e asado, la tipica pietanza di carne con cui affrontare i prossimi chilometri nella terra patagonica alla volta della penisola di Valdés" ci ha raccontato via Skipe.
L'itinerario non è una passeggiata, perché ben diverso dagli itinerari europei che Ruggero ha percorso in passato. Si deve imparare a fare frequenti tappe e ci si deve abituare a non prevedere in modo esatto le tempistiche, specialmente quando il vento soffia controcorrente a 50 km/h e si riescono a macinare ben pochi chilometri di asfalto trasportandosi una cinquantina di chili tra telaio e bagagli. Durante il tragitto Ruggero si è imbattuto in altri ciclisti, come una coppia italiana e una francese, con cui condividere la fatica del percorso. Percorso che, nei prossimi giorni, sarà di ben quattrocento chilometri, con sole quattro stazioni di servizio per fare rifornimento di acqua.
Questa non è che la prima tappa del lungo itinerario, che Ruggero percorrerà sempre pedalando. Si dirigerà verso il sud della Patagonia, nella città di Ushuaia e seguendo la costa atlantica con la lunga rn3 o la routa 40 raggiungerà la catena andina. Si inoltrerà nel Cile e dalla carrettera austal ammirerà molte località famose, a confine tra Cile e Argentina, fino a Santiago. Rientrato nella parte settentrionale dell'Argentina arriverà in America Centrale e poi negli Stati Uniti, con un itinerario coast to coast. Ruggero pedalerà quindi su strade neozelandesi e australiane fino a Leva Perth, per poi dirigersi verso il continente asiatico toccando Cina, Giappone meridionale, Sud Corea e Mongolia.
L'ultima parte del lungo viaggio sarà l'antichissima Via della Seta, la strada verso casa. Il tempo stimato per la biciclettata è di circa due anni, ma la durata e il percorso potranno naturalmente variare. Ciò che lo sprona è da un lato l'amore per il trekking nei luoghi "selvaggi", dall'altro la libertà di viaggiare senza dipendere dai tour operator, soffermandosi a visitare le località che attraggono maggiormente l'attenzione, come per la riserva naturale della penisola di Valdés dove si ammirano pinguini e orche.
E dove la fatica per il lungo e sfiancante viaggio è ripagata da paesaggi meravigliosi e un mondo tutto da scroprire.
Federica Conti