Pronto soccorso: siamo ai limiti dell’accreditamento mentre il numero degli accessi sale. Urge un’azione decisa in Regione

Il dottor Giovanni Buonocore
primario del pronto soccorso
Ci risiamo. Al pronto soccorso del Mandic l'orologio torna indietro di qualche anno, a metà del Mandato di Ambrogio Bertoglio, quando l'ex primario di psichiatria del presidio meratese diventato Direttore Generale affrontò con decisione una situazione per certi aspetti riconducibile a quella attuale. Nomina del Primario e modulo del 2-2-2 ossia della presenza continua nell'arco delle 24 ore di due medici. 35 mila accessi annui giustificavano ampiamente la soluzione imposta da Bertoglio, che sfido' anche il parere non troppo convinto di Giuseppe Genduso , suo direttore sanitario aziendale.
L'allora Numero uno dell'AO provinciale ebbe gioco facile con la Regione comparando sui tavoli milanesi la situazione degli organici degli altri reparti di pronto soccorso con pari accessi, con particolare riferimento ai milanesi dove era più facile riscontrare il modulo 3-3-3.
A Giovanni Buonocore nominato primario venne affidato il compito di formare e specializzare lo " zoccolo duro" intendendosi con questo termine una squadra di almeno sette-otto professionisti a tempo indeterminato, formula fondamentale per la qualità di questo servizio da tutti ritenuto essenziale per la tenuta del bacino di utenza di un presidio ospedaliero.
Il 2-2-2 non è mai stato sperimentato ma la presenza di due medici "formati" al mattino e al pomeriggio ha favorito una salto qualitativo di notevole spessore. A periodo alterni è stata introdotta anche la sperimentazione dell' "osservazione breve" con risultati appezzabili.
Oggi la cura Bertoglio, fatta propria anche dal suo successore Mauro Lovisari, rischia saltare sotto i colpi delle regole di sistema regionali in tema di contenimento della spesa. La Regione che quotidianamente accusa il Governo centrale di ricorrere ai "tagli lineari" ha fatto proprio questo metodo nei confronti delle Aziende Ospedaliere. In tema di sostituzione di personale che lascia per dimissioni tutte le aziende, efficienti o meno, sono trattate più o meno allo stesso modo, solo un dimissionario su due viene sostituito.
Il risultato è quello che si registra al Pronto soccorso e nei reparti del Mandic, dove si arriva ormai a pronunciare la parola "collasso". Al Pronto soccorso in particolare lo "zoccolo duro" è ridotto a metà di quello programmato. Alcuni specialisti , dopo il periodo di "formazione" vissuto da precari, sfruttano le offerte delle aziende, anche limitrofe, meno rigorose con le .... regole che propongono contratti in linea con la stabilizzazione del rapporto di lavoro. Questo significa caos e rischio. Al P.S. del San Leopoldo Mandic aumentano gli accessi dell'1-2% all'anno. Si viaggia verso i 38.000. Al contrario la dotazione organica strutturata sta ritornando alla formula 1-1-1, un medico per turno. Impossibile da reggere.
Visto il silenzio della politica sono gli operatori stessi che si domandano se esiste un rimedio a questa situazione ponendo il quesito anche ai media.
Il pronto soccorso di Merate
Esiste ed è squisitamente di natura politica. Lo abbiamo ribadito più volte. In merito alla situazione che si registra a Merate, ma anche a Lecco, è tempo di ingaggiare una battaglia con la Regione. Le regole di sistema 2014 stanno mettendo in crisi i presidi ospedalieri efficienti da sempre. Costi storicizzati e tagli lineari preoccupano meno le realtà che non hanno mai fatto i conti con questo principio e con l' appropriatezza delle prestazioni. Le prime anticipazioni in merito alle regole 2015 non lasciano ben sperare. La cura dimagrante del sistema è destinata a proseguire. Sono previsti ulteriori tagli per 700 milioni. Senza un'inversione di tendenza regionale in tema di linearità dei tagli il collasso di servizi importanti come il PS del presidio di Via Cerri sarà difficilmente evitabile. Viene da domandarsi se, al di là di casi personali ci sia o meno la consapevolezza della gravità della situazione nei diversi livelli istituzionali a partire dai Comuni. Nessuno nemmeno la Commissaria Straordinaria ha fatto accenno alla necessità di sfruttare quanto previsto tra le pieghe delle regole 2014 per chiedere a Regione Lombardia deroghe ai limiti previsti per le assunzioni e sanare per esempio l'emergenza che si registra nei reparti di pronto soccorso di Merate e Lecco. Garantire gli standard di accreditamento in queste strutture può essere considerato un lusso? Garantirli con misure tampone come assistiamo negli ultimi mesi è accettabile? In Regione qualcuno ha rappresentato con forza questa situazione? O si aspetta il diffondersi della protesta, la disaffezione verso i presidi, la diagnosi sbagliata per fretta e stanchezza che rovina la carriera a un medico e mette nei guai l'Azienda?
Claudio Brambilla
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