Pronto soccorso: siamo ai limiti dell’accreditamento mentre il numero degli accessi sale. Urge un’azione decisa in Regione
Il dottor Giovanni Buonocore
primario del pronto soccorso
primario del pronto soccorso
L'allora Numero uno dell'AO provinciale ebbe gioco facile con la Regione comparando sui tavoli milanesi la situazione degli organici degli altri reparti di pronto soccorso con pari accessi, con particolare riferimento ai milanesi dove era più facile riscontrare il modulo 3-3-3.
A Giovanni Buonocore nominato primario venne affidato il compito di formare e specializzare lo " zoccolo duro" intendendosi con questo termine una squadra di almeno sette-otto professionisti a tempo indeterminato, formula fondamentale per la qualità di questo servizio da tutti ritenuto essenziale per la tenuta del bacino di utenza di un presidio ospedaliero.
Il 2-2-2 non è mai stato sperimentato ma la presenza di due medici "formati" al mattino e al pomeriggio ha favorito una salto qualitativo di notevole spessore. A periodo alterni è stata introdotta anche la sperimentazione dell' "osservazione breve" con risultati appezzabili.
Oggi la cura Bertoglio, fatta propria anche dal suo successore Mauro Lovisari, rischia saltare sotto i colpi delle regole di sistema regionali in tema di contenimento della spesa. La Regione che quotidianamente accusa il Governo centrale di ricorrere ai "tagli lineari" ha fatto proprio questo metodo nei confronti delle Aziende Ospedaliere. In tema di sostituzione di personale che lascia per dimissioni tutte le aziende, efficienti o meno, sono trattate più o meno allo stesso modo, solo un dimissionario su due viene sostituito.
Il risultato è quello che si registra al Pronto soccorso e nei reparti del Mandic, dove si arriva ormai a pronunciare la parola "collasso". Al Pronto soccorso in particolare lo "zoccolo duro" è ridotto a metà di quello programmato. Alcuni specialisti , dopo il periodo di "formazione" vissuto da precari, sfruttano le offerte delle aziende, anche limitrofe, meno rigorose con le .... regole che propongono contratti in linea con la stabilizzazione del rapporto di lavoro. Questo significa caos e rischio. Al P.S. del San Leopoldo Mandic aumentano gli accessi dell'1-2% all'anno. Si viaggia verso i 38.000. Al contrario la dotazione organica strutturata sta ritornando alla formula 1-1-1, un medico per turno. Impossibile da reggere.
Visto il silenzio della politica sono gli operatori stessi che si domandano se esiste un rimedio a questa situazione ponendo il quesito anche ai media.
Il pronto soccorso di Merate
Claudio Brambilla