''La Merate che non c'è più/30'': in Vicolo Carloni c’era la falegnameria Spada, fondata da Battista per tutti ''ul furmiga''

All’ufficio annona era registrata come “Falegnameria Spada” ma per tutti lui, Battista (1867-1935), il capostipite di questo laboratorio era “ul furmiga”: infaticabile, sempre al lavoro, intraprendente, capace di realizzare piccole opere d’arte e anche grandi manufatti.

Battista Spada detto “ul furmiga” e il laboratorio in Vicolo Carloni


Fondata nel 1890 la bottega si trovava in vicolo Carloni, in uno stabile che oggi non esiste più in quanto abbattuto a seguito della ristrutturazione. All’interno dell’unico, ampio locale c’erano tutti gli attrezzi che servivano per tagliare, levigare, modellare e assemblare il legno. Nel 1930 Battista, con una lungimiranza davvero encomiabile per quegli anni, aveva acquistato un nuovo macchinario per piallare meglio le tavole di legno e l’aveva posizionato nel magazzino accanto al negozio (divenuto successivamente la sede della Democrazia Cristiana).

L’interno della falegnameria

Un macchinario


Battista era un abile falegname ma la sua ingegnosità si era manifestata anche nella capacità di apprendimento. Da autodidatta aveva imparato a suonare il clarinetto, diventando maestro della banda.

A lui subentrarono i figli Ambrogio (classe 1900) e Angelo (1904).
La falegnameria Spada oltre a realizzare manufatti e mobili su misura, prestava la sua opera con buona parte delle aziende di Merate. Nel 1926 i due fratelli aiutarono a montare la lente Zeiss all’osservatorio astronomico di Brera con sede in città.

A destra Ambrogio in cima al telescopio Zeiss


Tra le varie attività, Angelo era impegnato come autista delle ambulanze. Quando c’era necessità di un trasporto, l’ospedale chiamava la famiglia Longinotti (quella del negozio di abbigliamento in Via Manzoni, ndr), tra le poche ad avere il telefono, che a sua volta allertava Angelo che si lavava e si vestiva e correva verso l’ospedale in bicicletta per saltare alla guida del mezzo.
 


Battista con il nuovo macchinario


L’intraprendenza era una dote di famiglia e infatti Ambrogio durante e dopo la guerra fu a capo del corpo dei vigili del fuoco, mostrando il suo impegno, la voglia di fare e di spendersi per il suo paese.
 

Al centro Ambrogio, con la sua squadra di pompieri


Fino agli anni Sessanta l’azienda rimase in Vicolo Carloni per poi trasferirsi in Viale Verdi.
Da lunedì a sabato nel laboratorio si producevano mobili e serramenti, si aggiustavano manufatti che si erano rotti o danneggiati, si realizzavano casse da morto.

Il carretto per le consegne


La consegna a domicilio avveniva tramite un carretto sul quale veniva posizionata la merce per privati o aziende. Ad aiutare i due fratelli Spada c’era anche un garzone, Pietro Bonacina, che tutti i giorni da Monticello brianza raggiungeva Merate.
 

Angelo e il nipote Giuseppe

Un mobile realizzato da Battista e, a destra, il “marchio” di fabbrica con le iniziali S.B.


La ditta restò aperta con Giuseppe, figlio di Ambrogio, fino al 2004 quando poi chiuse definitivamente la produzione.
 
Continua/30
 
Se qualcuno avesse del materiale (fotografie, ricordi, ritagli di giornale) per una "puntata" del nostro viaggio può chiamare il numero 328.30.58.341 e aiutarci così a ricostruire la mappa commerciale della "Merate che non c'è più".

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S.V.
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