Mandic: strutture complesse senza primari di nomina e a fine mese lascia il direttore amministrativo. Urgono provvedimenti

A febbraio 2015 Giuseppe Minnici lascerà il reparto di Ortopedia e Traumatologia del San Leopoldo Mandic di cui è direttore dal dicembre 2011 dopo aver retto la struttura complessa come facente funzioni a seguito del trasferimento del precedente primario Marco Incerti che aveva scelto di proseguire la carriera presso una struttura privata. A quel punto, se non saranno intervenute (improbabili) nomine, saliranno a quattro i primariati vacanti: oggi sono senza direttore effettivo di struttura, Neurologia (ex primario Andrea Magnoni), Pediatria (orfana del suo "capo" dopo la prematura scomparsa di Alberto Bettinelli) e Rianimazione (l' f.f. è Marco Rataggi ma da almeno 4 anni si attende la nomina di un primario). E non è tutto qui. A giugno va in pensione anche il dottor Vittorio Manganini, responsabile della struttura semplice di Urologia. Un altro "pilastro" della sanità meratese, non certo facile da sostituire.

Giacomo Molteni e Giuseppe Minnici

Intanto non è ancora dato di conoscere il nome del dirigente che sostituirà il dottor Giacomo Molteni alla guida amministrativa del presidio meratese. Molteni, capo del dipartimento amministrativo aziendale, andrà in pensione a fine mese dopo oltre 45 anni di servizio trascorso quasi interamente nella sanità. E' indubitabilmente uno dei massimi esperti delle tematiche amministrative applicate al mondo del socio-sanitario ma in passato ha rivestito a lungo anche il ruolo di assessore alle finanze nei comuni di Cassago e Casatenovo.  Il dirigente è stato anche vice presidente del Comitato di Gestione che sulla fine degli anni ottanta ha delineato il passaggio del presidio da ospedale di circolo a ospedale di livello provinciale. A Merate era stato chiamato nel 2007 dall'allora numero uno Piero Caltagirone, oggi direttore generale dell'A.O. di Vimercate e in precedenza DG del San Matteo di Pavia e prima ancora di Niguarda. La nomina del sostituto è particolarmente attesa dal personale perché finora Molteni ha rappresentato anche un elemento di "sicurezza" e di continuità con la lunga tradizione dell'ospedale che ha tagliato il traguardo dei 150 anni di attività.

Vittorio Manganini e Marco Rataggi

La necessità di dotare il presidio delle figure apicali mancanti e di un direttore amministrativo è ancor più stringente perché con tutta probabilità siamo alla vigilia della seconda grande riforma sanitaria dopo quella del '97. Una riforma che potrebbe portare all'incorporazione dell'azienda ospedaliera lecchese in quella comasca, o se vogliamo alla fusione delle due aziende, per dare vita all'Ais, l'Azienda Integrata della Salute, messa a punto dai tecnici regionali e presentata con il Libro Bianco. Dalle prime indicazioni sembra che il Mandic manterrà la sua impostazione di presidio per acuti e il dimensionamento attuale ma è indispensabile giungere a questo appuntamento con le carte in regola, ossia con un presidio attrezzato in tutte le sue strutture, mediche e amministrative.
Ci si aspetta quindi dal Commissario inviato dalla regione una forte iniziativa per evitare che si "storicizzi" il quadro attuale. Non va dimenticato che su otto primari richiesti, la regione ha concesso quest'anno soltanto due deroghe, utilizzate per la Radiologia del Manzoni. L'attenzione dunque, è massima. Perché alto è il rischio di depotenziare il San Leopoldo Mandic la cui sopravvivenza nel tempo, all'interno della costituenda AIS, potrebbe essere rimessa in discussione.

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