''La Merate che non c’è più/24'': in Via Manzoni la ''Premiata drogheria Trivioli''. Di tutto e di più con il mitico ''cammello''

È stato il primo e più fornito supermarket di Merate, arrivato ad avere 12 commessi e 4 magazzinieri, ricordato ancor oggi per la quantità, la qualità e la varietà dei suoi prodotti, indiscusso leader nella "comunicazione" oltreconfine della merce tanto da attrarre decine e decine di clienti da tutto il territorio, conquistati dalla pubblicità e dagli slogan accattivanti.

Ad aprire questa pagina di storia fu, nel 1870, in Via Manzoni al civico 24 (poi diventato 50), Giuseppe Trivioli che gli diede il nome di "Premiata drogheria Giuseppe Trivioli". Padre di tre figli (Alberto, Madre Linda suora canossiana e Luigi deceduto da bambino), avviò l'attività mostrando una lungimiranza senza eguali e facendo da precursore in quel campo. L'idea di offrire al cliente tutto quanto potesse servire per la casa e per la cucina, si dimostrò negli anni vincente. A Giuseppe subentrò il figlio Alberto che, morto prematuramente, lasciò l'attività alla moglie Sofia che affiancò il giovanissimo Giulio, diventato poi il "simbolo" del negozio.


Ubicato a valle della centralissima Via Manzoni, proprio di fronte al collegio, il negozio fungeva anche da torrefazione, la prima del territorio, dove oltre a tostare i chicchi di caffè se ne offriva la bevanda, con una macchina da espresso a disposizione della clientela.
Affacciato sulla strada con grandi vetrine, all'interno inizialmente era arredato in legno poi l'introduzione di nuove norme igieniche impose gli scaffali in metallo antincendio (gli stessi mantenuti dalla libreria La torre, ndr). Sui ripiani, lungo il bancone, nelle vetrine erano esposti più di mille prodotti: dalle droghe, ai coriandoli del salame per dare sapore all'insaccato, ai liquori fino alle vernici, ai turaccioli, passando per le caramelle, l'olio, lo zucchero, il cioccolato in tavolette, gli infiammabili come petrolio, alcool, ammoniaca.

I volantini "réclame"


C'era davvero di tutto da Trivioli: lumini, merluzzo (importato dal Nord prima della guerra), formalina per disinfettare i locali adibiti all'allevamento dei bachi da seta (a Merate aveva luogo il mercato dei bozzoli, ndr), materiale per il restauratore (olio rosso per i mobili, ndr), super iride per la tintura dei vestiti, pietra pomice (direttamente dalle isole Eolie, ndr), soda Solvay, lisciva e addirittura bomboniere su ordinazione per tutte le cerimonie.


Era praticamente impossibile uscire "non accontentati" dal negozio di Trivioli dove una dozzina di persone, vestite con l'immancabile "toni" da lavoro, si davano da fare dal bancone al magazzino, in un andirivieni febbrile, per ottemperare alle richieste dei clienti.


Prima che fossero i rappresentanti direttamente in negozio a prendere le ordinazioni, era lo stesso Giulio a recarsi a Milano, nelle diverse piazze dove si svolgevano i mercati, e incontrare i fornitori all'ingrosso e acquistare la merce.
"Il cliente prima di tutto" non era solo un modo di dire. La gentilezza e lo spirito di servizio erano davvero un "must" e non si transigeva. Anzitutto per andare incontro alla clientela era stato istituito il libretto della spesa sul quale si annotavano gli acquisti e che, a fine mese, veniva depennato con i pagamenti.

Arrivò poi la moda delle consegne a domicilio e un garzone su un triciclo con un cesto agganciato davanti, portava alle varie destinazioni i prodotti ordinati. Tenendo gli scontrini a fine anno la clientela fidata riceveva un premio così come a metà anni Cinquanta, come formula di pubblicità, Giulio si inventò il calendario del Trivioli, con i disegni elaborati dalla figlia Luisa. Tra i clienti c'erano massaie, contadini ma anche commercianti e nobili, come la famiglia Crespi che da Milano mandava una persona di fiducia a comperare il caffè tostato nel locale di Via Manzoni. Non c'erano giorni di riposo, a parte qualche ora la domenica.

Il martedì, la concomitanza con il mercato faceva aprire bottega fin dall'alba, attorno alle 5 del mattino e per gli operai delle fabbriche del centro di Merate venivano serviti grigio-verde (un miscuglio di menta e grappa) e Fernet.

Il calendario del 1955

A fare il successo di Trivioli fu sicuramente la pubblicità sulla quale Giulio investì tantissimo. Volantini e manifesti con le offerte, le promozioni di prodotti in determinati periodi dell'anno, le novità della merce erano sparsi un po' ovunque, coprendo un raggio anche di oltre una decina di chilometri da Merate. Si trattava delle cosiddette "réclame" che lo stesso cliente riceveva sotto forma di volantino, stampato da Pessina, al momento di un acuisto.

 

Trivioli andava famoso anche per i suoi kit alimentari per la "cucina" e la conservazione di alcuni prodotti come l'acido salicilico per la salsa o la "torta di michelacc" un impasto di uvette e pane, già diviso in dosi in base al numero di persone. A Natale si confezionavano cesti mentre durante il tempo della guerra c'era la distribuzione dei prodotti con la presentazione della tessera annonaria.


In molti si ricorderanno, a fine anni Quaranta, l'enorme sagoma di cammello alta più di sette metri che la fantasia di Giulio era stata in grado di creare, posizionata all'esterno del negozio, proprio davanti alla porta di ingresso, costringendo così gli utenti a passare sotto la pancia dell'animale. Una vera e propria attrazione per i bambini, che portava comunque gente e dunque potenziali clienti. Socio della Novi, aveva l'autorizzazione a vendere barrette di cioccolato entro i confini stabiliti dall'azienda.


Dopo Giulio il negozio passò a Lucio, uno dei figli, che si era fatto le ossa nel corso degli anni e che lo tenne fino al 1994 anno della chiusura definitiva e della trasformazione da drogheria/supermarket a libreria.


La fama del Trivioli restò per anni e anni un vero e proprio mito, invidiato da tutti per aver precorso i tempi, portando in un unico negozio decine di marchi e al tempo stesso offrendo un prodotto genuino di cui, già nell'aria, se ne respirava l'autenticità.


Continua/24

Se qualcuno avesse del materiale (fotografie, ricordi, ritagli di giornale) per una "puntata" del nostro viaggio può chiamare il numero 328.30.58.341 e aiutarci così a ricostruire la mappa commerciale della "Merate che non c'è più".



Articoli correlati
Saba Viscardi
Invia un messaggio alla redazione

Il tuo indirizzo email ed eventuali dati personali non verranno pubblicati.