''La Merate che non c’è più/24'': in Via Manzoni la ''Premiata drogheria Trivioli''. Di tutto e di più con il mitico ''cammello''
Ubicato a valle della centralissima Via Manzoni, proprio di fronte al collegio, il negozio fungeva anche da torrefazione, la prima del territorio, dove oltre a tostare i chicchi di caffè se ne offriva la bevanda, con una macchina da espresso a disposizione della clientela.
Affacciato sulla strada con grandi vetrine, all'interno inizialmente era arredato in legno poi l'introduzione di nuove norme igieniche impose gli scaffali in metallo antincendio (gli stessi mantenuti dalla libreria La torre, ndr). Sui ripiani, lungo il bancone, nelle vetrine erano esposti più di mille prodotti: dalle droghe, ai coriandoli del salame per dare sapore all'insaccato, ai liquori fino alle vernici, ai turaccioli, passando per le caramelle, l'olio, lo zucchero, il cioccolato in tavolette, gli infiammabili come petrolio, alcool, ammoniaca.
I volantini "réclame"
C'era davvero di tutto da Trivioli: lumini, merluzzo (importato dal Nord prima della guerra), formalina per disinfettare i locali adibiti all'allevamento dei bachi da seta (a Merate aveva luogo il mercato dei bozzoli, ndr), materiale per il restauratore (olio rosso per i mobili, ndr), super iride per la tintura dei vestiti, pietra pomice (direttamente dalle isole Eolie, ndr), soda Solvay, lisciva e addirittura bomboniere su ordinazione per tutte le cerimonie.
Era praticamente impossibile uscire "non accontentati" dal negozio di Trivioli dove una dozzina di persone, vestite con l'immancabile "toni" da lavoro, si davano da fare dal bancone al magazzino, in un andirivieni febbrile, per ottemperare alle richieste dei clienti.
"Il cliente prima di tutto" non era solo un modo di dire. La gentilezza e lo spirito di servizio erano davvero un "must" e non si transigeva. Anzitutto per andare incontro alla clientela era stato istituito il libretto della spesa sul quale si annotavano gli acquisti e che, a fine mese, veniva depennato con i pagamenti.
Il calendario del 1955
A fare il successo di Trivioli fu sicuramente la pubblicità sulla quale Giulio investì tantissimo. Volantini e manifesti con le offerte, le promozioni di prodotti in determinati periodi dell'anno, le novità della merce erano sparsi un po' ovunque, coprendo un raggio anche di oltre una decina di chilometri da Merate. Si trattava delle cosiddette "réclame" che lo stesso cliente riceveva sotto forma di volantino, stampato da Pessina, al momento di un acuisto.
Trivioli andava famoso anche per i suoi kit alimentari per la "cucina" e la conservazione di alcuni prodotti come l'acido salicilico per la salsa o la "torta di michelacc" un impasto di uvette e pane, già diviso in dosi in base al numero di persone. A Natale si confezionavano cesti mentre durante il tempo della guerra c'era la distribuzione dei prodotti con la presentazione della tessera annonaria.
In molti si ricorderanno, a fine anni Quaranta, l'enorme sagoma di cammello alta più di sette metri che la fantasia di Giulio era stata in grado di creare, posizionata all'esterno del negozio, proprio davanti alla porta di ingresso, costringendo così gli utenti a passare sotto la pancia dell'animale. Una vera e propria attrazione per i bambini, che portava comunque gente e dunque potenziali clienti. Socio della Novi, aveva l'autorizzazione a vendere barrette di cioccolato entro i confini stabiliti dall'azienda.
Dopo Giulio il negozio passò a Lucio, uno dei figli, che si era fatto le ossa nel corso degli anni e che lo tenne fino al 1994 anno della chiusura definitiva e della trasformazione da drogheria/supermarket a libreria.
La fama del Trivioli restò per anni e anni un vero e proprio mito, invidiato da tutti per aver precorso i tempi, portando in un unico negozio decine di marchi e al tempo stesso offrendo un prodotto genuino di cui, già nell'aria, se ne respirava l'autenticità.
Continua/24
Se qualcuno avesse del materiale (fotografie, ricordi, ritagli di giornale) per una "puntata" del nostro viaggio può chiamare il numero 328.30.58.341 e aiutarci così a ricostruire la mappa commerciale della "Merate che non c'è più".
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Saba Viscardi