Mandic: dal curare al prendersi cura, il nuovo corso Del Boca in Ostetricia - Ginecologia. Innovativa modalità di accesso diretto

La sala dove avviene l'accoglienza della paziente

Passare dal curare al prendersi cura. Uno degli slogan spesso in bocca a chi, in Regione Lombardia, si occupa di sanità e sta tentando di riformare il sistema nell'ottica della "continuità assistenziale", per dirla con un'altra espressione ormai usata e abusata. Ma anche un concetto tradotto in "buona prassi" presso la struttura di Ostetricia e Ginecologia dell'Ospedale San Leopoldo Mandic che, dopo un mese di sperimentazione avviato lo scorso 1 giugno, ha messo a regime una nuova modalità di "accesso diretto" rispondente alle necessità più impellenti delle proprie pazienti altrimenti costrette a barcamenarsi tra le "insidie" del sistema di prenotazione tramite call center centralizzato con lunghi tempi d'attesa e le classiche "ingessature" che caratterizzano la sanità pubblica.

Il dr. Gregorio Del Boca e la dottoressa Anna Biffi al nuovo ecografo 4D

Con il nuovo modello - "non imposto dall'alto ma suggerito dalle esigenze" come precisa fin da subito il direttore dottor Gregorio Del Boca - l'accesso e l'accettazione avvengono direttamente in reparto e la prestazione erogata (che può essere un'ecografia, un paptest, una colposcopia o qualsiasi altro tipo di accertamento) viene rubricata come "ambulatoriale".
"Nel pubblico vogliamo offrire un servizio veramente agile - prosegue il primario - ovvero la possibilità per le nostre pazienti di "completare il cerchio" senza tribolazioni".

Le suggestive immagini che appaiono ora sullo schermo

Per rendere al meglio l'idea di ciò che si sta attuando a Merate basta paragonare l'esperienza di una visita ginecologia privata con quella in ambiente ospedaliero. Se nel corso della prima il medico ritiene infatti di dover sottoporre la propria Cliente ad un accertamento diagnostico, lo fa anche seduta stante. Nel pubblico bisogna fissare invece un secondo appuntamento a cui poi magari ne fa seguito un terzo, con gli approfondimenti prescritti da un professionista spesso eseguiti da altri colleghi, a distanza di tempo. Il nuovo sistema vorrebbe superare ciò (ed anche per questo tutti gli ambulatori trovano ora posto in reparto).


"Quello di cui la gente ha bisogno è di trovare un ospedale aperto e pronto"
ha evidenziato poi la dottoressa Anna Biffi. "Il nuovo sistema permette a noi medici di lavorare meglio ed è anche più sicuro dal punto di vista diagnostico ed offre alle pazienti una sensazione di maggiore attenzione. Abbiamo così riscontrato una più alta delle stesse, senza poi dimenticare il fatto che, offrendo prestazioni immediate, Merate si sta facendo conoscere: in questo prima fase abbiamo già visitato donne provenienti dal Buzzi, dal Niguarda e dalla Mangiagalli. Anche in un ospedale medio-piccolo come il nostro si può garantire quindi un servizio di qualità. Anzi, se fossimo più grandi, tutto ciò probabilmente non sarebbe possibile".

Ad oggi, mediamente sono sei gli "accessi diretti" garantiti al giorno, in aggiunta alla normale attività ambulatoriale consentendo anche, tramite il nuovo modello, di ridurre le liste d'attesa dando la possibilità di essere "viste" a quelle donne che, in altro modo, non troverebbero posto.
A corollario di questa innovativa gestione, è stata improntata, come abbiamo già accennato, anche una miglioria logistica - con le visite cliniche e gli esami strumentali effettuati non più in zone diverse dell'ospedale ma sullo stesso piano nonché è stata implementata la dotazione con l'arrivo, qualche mese fa, dell'agognato ecografo 4D che permetterà ora al Mandic di "concorrere" con i presidi più grandi.

 

Inoltre, nell'ambito dell'iniziativa "ospedali aperti" lanciata da Regione Lombardia,  l'Ostetricia e Ginecologia meratese ha incrementato l'attività ambulatoriale con aperture anche il sabato sera e la domenica mattina.
Tornando alla nuova modalità di accesso diretto "non abbiamo rivoluzionato la struttura e non spendiamo nemmeno di più: isorisorse abbiamo solo cambiato l'organizzazione burocratica".
Un "piccolo" ma certamente non scontato passo per plasmare davvero il sistema sui bisogni dei pazienti-clienti.
A. M.
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