La Merate che non c’è più/21: in piazza della Vittoria c’era la salumeria Comi con ''prelibatezze'' dalla michetta fino al paté
La salumeria Comi in una vecchia fotografia
C'è chi ricorda ancora le sue michette alla bologna...strepitose. E oggi a distanza di anni, nel riportarle alla memoria, gli sale l'acquolina in bocca, facendogli riprovare la sensazione del pane appena sfornato che si sbriciola fra i denti con il sapore che gli inebria le papille gustative, fino fargli chiudere gli occhi e ripensare a quei formidabili anni dove forse c'è meno ma sicuramente tutto aveva un sapore travolgente e ancora oggi indimenticabile.Fermo Comi
La signora Teresina
Adriano con la mamma Teresina
Tra i negozi di certo più conosciuti c'era la salumeria Comi. Ubicata in piazza della Vittoria, nello stabile a destra salendo verso Via Roma, in origine (e stiamo parlando almeno all'inizio del 1900) era della famiglia Viganò. Quando i due coniugi avevano deciso di lasciare, nel subentro si era fatto avanti Fermo Comi. Correva l'anno 1930. Unitamente al fratello Romeo aveva rilevato l'attività e lì vi era rimasto fino al 1960 quando si era trasferito in Via Manzoni.
Adriano rigorosamente con la cravatta
In una foto con la moglie Maria
La tesserina per il cesto di Natale
Insomma una sorta di piano di "accantonamento" che funzionava ed era particolarmente apprezzato. "Al mattino" ha ricordato la moglie Maria "si apriva anche prima delle 8. C'erano i lavoratori del vicino catenificio Regina che veniva a prendere un panino e qualcosa di pronto da mangiare alla pausa pranzo. Era un andirivieni continuo".
Adriano a sinistra mentre controlla la "validità" di una banconota
Specializzata nel "fresco", la salumeria aveva anche merce inscatolata e c'erano dei giorni particolari come il martedì quando, complice la concomitanza del mercato, le prelibatezze per le massaie che tornavano a casa e volevano già allora avere qualcosa di pronto, erano le polpette e i salumi cotti.Alcuni dei prodotti del "cesto natalizio" e il paté fatto in casa
Ma il pezzo forte di Adriano era il paté. "Me lo chiedono ancora adesso" ha ricordato con orgoglio, tenendo a precisare che la ricetta non l'ha mai rivelata a nessuno, nemmeno alla moglie "il paté lo preparava mio zio Luigi che faceva il cuoco e l'ha poi insegnato a Fermo. Quando lui preparava il paté io stavo lì in negozio a guardare, lo aiutavo e pian piano ho imparato. A Natale arrivavamo a prepararne un quintale e le ordinazioni iniziavano già a fine novembre".
Ul stegnat per lo zampone (al centro)
e per la cottura del merluzzo
Tra i primi della zona a farsi rifornire da Ferrarini, Vismara, Negroni, Adriano pur contrario istituì per un certo periodo anche il servizio di consegne a domicilio. "Ero contrario perché se la gente veniva in negozio poi comperava altra roba. Però andava di moda e così non ci siamo potuti sottrarre, abbiamo preso un garzone e portavamo la spesa direttamente dai clienti".Il pianale dove si tagliava il burro
Formato da un locale con un magazzino con la cella frigorifera, il negozio aveva anche clienti di prestigio come i conti Dal Verme, Cornaggia, di Vizzago e i marchesi Brivio.
Maria e Adriano nella loro abitazione di Piazza della Vittoria, proprio sopra il loro negozio
Del resto la merce era buona, fresca, preparata con i migliori prodotti e, novità per quei tempi, i piatti pronti facevano risparmiare molto tempo. Chiuso nel 1992 il negozio è ora sede di una pellicceria.
"Ma quando troviamo qualcuno per strada" conclude la signora Maria "la prima cosa che ci dicono è "ul prosciutto de Adriano el truvem più".
Continua/21
Se qualcuno avesse del materiale (fotografie, ricordi, ritagli di giornale) per una "puntata" del nostro viaggio può chiamare il numero 328.30.58.341 e aiutarci così a ricostruire la mappa commerciale della "Merate che non c'è più".
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Saba Viscardi