Merate: 93enne di Casatenovo col polso fratturato attende al Ps 5 ore poi va a Monza. Pronto un esposto contro l’ospedale

Era seduta sulla poltrona in soggiorno, ma appena ha tentato di alzarsi, le gambe le hanno ceduto per lo sforzo. E' così finita a terra, rimediando un brutto trauma al polso sinistro.
Per Antonia Caldirola, 93enne residente a Galgiana di Casatenovo, è così iniziato un vero e proprio calvario medico durato circa otto ore, durante le quali è transitata da due diverse strutture ospedaliere: il Mandic di Merate prima, e il San Gerardo di Monza a seguire.

Antonia Caldirola

Ma andiamo con ordine. La vicenda risale a mercoledì pomeriggio quando l'anziana è stata vittima di una brutta caduta nel suo appartamento di Via Buttafava. Le figlie, che vivono nella medesima palazzina, dopo aver consultato un parente medico, hanno composto il numero unico 112, chiedendo aiuto per trasportare l'anziana in pronto soccorso. Un'ambulanza inviata dalla centrale Areu ha raggiunto l'abitazione situata a due passi dalla chiesa di Galgiana e dopo aver prestato le prime cure all'anziana, l'ha trasportata al pronto soccorso dell'ospedale Mandic di Merate. Erano quasi le 17 quando la donna, approdata al triage del PS, è stata classificata come ''codice azzurro''.
A questa prima azione di prassi svolta dai sanitari del Mandic non sarebbe seguito più nulla per diverse ore, almeno secondo quanto ci hanno riferito le figlie Miriam e Maria Grazia che accompagnavano la madre, anziana e dolorante a seguito della caduta a terra.
''Il polso era molto gonfio, a casa avevamo provveduto a metterle subito del ghiaccio, mentre i volontari del 118 le hanno immobilizzato l'arto, accompagnandola in pronto soccorso a Merate dove avrebbe dovuto essere visitata'' ci hanno riferito le sorelle Bellani, figlie dell'anziana donna. ''Dopo averle assegnato il codice, l'hanno fatta accomodare su una sedia a rotelle per poi essere visitata, ma abbiamo atteso diverse ore senza che nessuno venisse a darle un occhio. Non le è stato nemmeno dato un antidolorifico, nè provata la pressione o fatta una lastra per verificare l'entità del trauma. Insomma, una donna di 93 anni rimasta per ore in attesa, senza che succedesse nulla''.
Intorno alle 21,30, non ricevendo alcuna attenzione dai sanitari del PS meratese e dopo ripetute lamentele, i familiari dell'anziana hanno deciso di trasportarla in un altro ospedale, nello specifico al San Gerardo di Monza, abbandonando così il Mandic dopo quasi cinque ore di permanenza.
''C'era parecchia gente in attesa, è vero, e da subito ci hanno spiegato che la priorità spettava ad altri pazienti in condizioni più gravi. Potevamo anche essere d'accordo, ma non è possibile che nostra madre alla sua età sia rimasta per ore aspettando di essere visitata, con il polso che continuava a gonfiarsi e soprattutto senza alcuna azione di controllo. Le gambe le tremavano dal dolore. Senza contare che in passato aveva avuto dei seri problemi di salute'' hanno proseguito le figlie.

Così la famiglia casatese è partita alla volta del nosocomio monzese dove Antonia Caldirola è stata classificata dai medici del pronto soccorso come codice verde e poco dopo affidata alle cure di un ortopedico che l'ha visitata.
''Al San Gerardo sono intervenuti subito. Il medico ci ha detto che si trattava di una brutta frattura e che era necessario intervenire immediatamente. Oltretutto, probabilmente a causa della lunga attesa, nostra madre presentava una pressione sanguigna elevata: all'arrivo in ospedale a Monza la massima aveva superato di molto il valore di 200''.
 La diagnosi riportata sul referto del nosocomio monzese parla di ''frattura pluriframmentata scomposta del radio distale sinistro'', oltre che di una ''lieve escoriazione del piede'' causata dalla caduta.
Secondo quanto ci hanno raccontato le figlie, l'arto della donna, alla quale è stato subito somministrato un antidolorifico, è stato immobilizzato con un tutore. Tornata a casa quando ormai si avvicinava la mezzanotte, il giorno successivo la paziente è stata di nuovo accompagnata dai parenti in ospedale a Monza per l'ingessatura.
 ''L’ortopedico ha detto che la frattura sarebbe stata da operare ma che, data l’età di nostra madre, non se la sentiva di sottoporla ad un simile intervento. Tra cinque giorni dovremo tornare per un ulteriore controllo''.
Un trattamento, quello che l'anziana, classe 1921, avrebbe ricevuto al pronto soccorso del Mandic, che la famiglia casatese non vuole dimenticare. Le figlie di Antonia Caldirola hanno già preso contatti con la stazione dei carabinieri di Casatenovo e nella giornata di lunedì dovrebbero recarsi in caserma per la formalizzazione di un esposto da inviare alla Procura della Repubblica.
''Sinceramente lo facciamo più per una questione di principio, che per altro. Non è giusto che nostra madre a 93 anni sia stata trattata in quel modo. Con questo gesto vogliamo evitare che si verifichino casi analoghi all'indirizzo di altri anziani, che hanno i medesimi diritti degli altri pazienti''.
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