La Merate che non c’è più/19: una trattoria, poi il macello e il negozio di alimentari. Dall’inizio ‘900 questo era ''ul Pivel''

Le sue origini sono da collocarsi intorno agli anni Trenta ma se ne ha traccia già a inizio Novecento. La trattoria del "Pivel" di Via Cerri a Novate affonda le radici nel passato, un passato che ormai è rimasto nei ricordi ben nitidi di chi è venuto dopo e che, con una certa nostalgia, guarda ancora a quei bei vecchi tempi dove le giornate, pur scandite da un lavoro che pareva non arrestarsi mai, avevano il gusto della convivialità e della famigliarità.

Lo stabile di Via Cerri prima della ristrutturazione

Come si presenta oggi l'immobile

A rilevare l'attività era stato attorno al 1935, una volta tornato da militare e alla ricerca di un'occupazione, Gerolamo Crippa, classe 1910. Nello stabile di Via Cerri, sotto il cucuzzolo della chiesa parrocchiale, c'era la vecchia trattoria della maestra "Barbisa". Gli affari, però, probabilmente non erano girati come si pensava e così i proprietari dello stabile, i Pirovano di Arlate, si erano trovati con dei crediti da riscuotere. A quel punto, per rientrare dall'ammanco, la proposta di Crippa di subentrare nella gestione a fronte di un affitto fu ben accetta e così assieme alla moglie Leopolda classe 1914, originaria di Verderio ma divenuta novatese a seguito del matrimonio, iniziò a condurre la trattoria. I primi tempi furono duri tanto che Gerolamo dormiva addirittura in negozio, su delle assi di legno.

Il pergolato fuori dalla trattoria. In piedi Polda, seduto a sinistra Gerolamo Crippa

Pian piano i buoni piatti, la cortesia, l'offerta varia e prelibata fecero da traino e il passaparola ben presto portò la trattoria del "Pivel" ad essere conosciuta e apprezzata ben oltre i confini di Merate. Il lavoro era incessante, da lunedì a domenica senza sosta. Alla domenica, poi, già dalle cinque del mattino sul bancone erano disposti i bicchierini di grappa che gli uomini, di ritorno dalla Messa festiva, gradivano prima di iniziare con le partite a carte. Accanto alla trattoria pochi anni dopo fu aperto anche un negozio di alimentari, particolarmente specializzato nella carne che veniva macellata in loco. Se a pranzo di domenica il negozio chiudeva, non così la trattoria che sfornava i suoi piatti migliori. Ogni giorno i coperti arrivano a superare le 70 unità: c'era gente del posto, rappresentanti, persone di passaggio che sapevano di trovare ottime pietanze al Pivel. In cucina con Leopolda c'erano un cuoco di Pagnano ("ul Cughet") e uno di Merate.

Sullo sfondo la trattoria, davanti a cui sfila il corteo il giorno delle esequie di Gerolamo Crippa

Banchetti, feste per matrimoni, battesimi trovavano alla trattoria la loro "location" ideale, con un locale ampio, tante salette laterali e una cucina ricercata. Il martedì era il giorno fisso della trippa mentre la cassoela veniva cucinata in inverno. Negli anni Settanta la trattoria, senza più seguito nella conduzione, chiuse i battenti mentre proseguì il negozio con il macello. La lavorazione della carne era possibile con le manzette che arrivavano da Brivio e i maiali da Seregno. Le consegne venivano fatte a domicilio e questo servizio fu uno dei successi. Punto di rifornimento per la frazione, dai generi alimentari fino a quelli per la pulizia della casa e allo scatolame varie, il "negozio di Polda" sopravvisse fino al 2004 quando il figlio lasciò l'attività nella quale subentrò poco più tardi un'attività di ristorazione mentre il resto dello stabile fu convertito in residenze.

Continua/19

Se qualcuno avesse del materiale (fotografie, ricordi, ritagli di giornale) per una "puntata" del nostro viaggio può chiamare il numero 328.30.58.341 e aiutarci così a ricostruire la mappa commerciale della "Merate che non c'è più".



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Saba Viscardi
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