'Libro bianco' sanità lombarda: Lecco con Como nell’agenzia integrata salute. Mandic, Manzoni, Sant’Anna gli ospedali di
riferimento. Nell’Ais medici di base e pediatri di libera scelta

Il gruppo regionale del Pd, guidato dal consigliere Raffaele Straniero, nella giornata di lunedì 21 luglio sarà a Lecco per la seconda tappa di un tour che lo porterà in tutte le province lombarde a illustrare la propria proposta di riforma della sanità regionale giudicata dai democratici “quanto mai necessaria dopo la stagione di scandali di cui è stata protagonista negli ultimi anni”.
L'assessore regionale alla Sanità Mantovani e il governatore Maroni.
L'ospedale Manzoni di Lecco e il Mandic di Merate
Con la presentazione agli stakeholder,  lo scorso 4 luglio, del Libro Bianco – che “non e' la riforma del sistema, ma una serie di proposte e di idee sottoposte alla valutazione dei diretti interessati” come specificato dal presidente Roberto Maroni – lo sviluppo del sistema sociosanitario in Lombardia, già argomento di confronto da tempo in quanto indicato come uno dei cardini della legislatura verde padana dopo vent’anni di governo celeste, è tornato prepotentemente alla ribalta.
Prima di lasciare dunque spazio al quadro che sarà tracciato da Straniero, con il supporto del segretario regionale Alessandro Alfieri, del capogruppo Enrico Brambilla, della vicepresidente del Consiglio regionale Sara Valmaggi nonchè del capodelegazione in commissione sanità Carlo Borghetti e del consigliere comasco Luca Gaffuri, tratteggiamo sinteticamente le “linee guida” contenute nel documento, disponibile dal 30 giugno, e “migliorabile con il contributo di tutti” come sostenuto dal governatore Maroni che ha aggiunto di aspettarsi "spunti di riflessione, integrazioni, suggerimenti e anche critiche” in vista del prossimo incontro con i portatori di interessi fissato per fine mese.
Il cuore della proposta è lo sviluppo di un sistema che garantisca la vera continuità assistenziale, offrendo la corretta intensità di cura necessaria, laddove non occorrono procedure complesse, nel luogo più vicino al paziente. Il nuovo modello prevede dunque una “rivoluzione” con la scomparsa delle attuali Aziende Ospedaliere e l’assegnazione di una nuova veste funzionale alle Asl che manterranno il proprio nome passando però dall’essere Aziende al diventare Agenzie che si occuperanno di programmazione su un territorio più ampio di quello attuale, le così dette vaste aree che potrebbero essere, in tutto, 5 o 6 a livello regionale. Le Agenzie sanitarie locali avranno dunque il compito di sovrintendere all’organizzazione territoriale socio-sanitaria in collaborazione – e questa è una novità – con i Comuni ma anche all’accreditamento dei soggetti erogatori, alla negoziazione e la contrattualizzazione, il controllo dell’appropriatezza delle attività di ricovero, la specialistica ambulatoriale, le attività sociosanitarie, la vigilanza sull’assistenza e la tutela della salute umana e animale.
Il soggetto centrale diventerà però l’AIS, Agenzia Integrata per la Salute, che al suo interno ospiterà tutti i servizi, integrando ciò che oggi è diviso, superando la distinzione tra ospedale e territorio. Una sorta di rivisitazione in chiave moderna delle vecchie USSL, insomma. Essa sarà infatti l’Ente erogatore di tutte le prestazioni sanitarie e sociosanitarie ricomprese nei LEA (Livelli Essenziali di Assistenza) nel territorio di riferimento – che sembrerebbe dover “inglobare” non meno di un milione di cittadini – comprese le cure primarie (quindi i medici di medicina generale e i pediatri di libera scelta), continuità assistenziale (guardia medica), la specialistica ambulatoriale, le attività di ricovero e riabilitazione, le attività per la salute mentale e gli interventi sociosanitari (tra i quali, per esempio, l’assistenza domiciliare integrata, i servizi per le dipendenze, la medicina legale, i consultori…).  L’AIS “opererà in concorrenza e in collaborazione con gli erogatori privati accreditati” e si comporrà “di un polo territoriale e di un polo ospedaliero”.
Il primo erogherà prestazioni di bassa intensità e sarà direttamente responsabile della presa in carico globale degli assistiti articolandosi in Farmacie di servizio, Centri socio sanitari territoriali (CSST) e in presidi ospedalieri territoriali (POT) con quest’ultimi con competenze per quanto attiene ricoveri medici a bassa intensità, per subacuti, hospice, cure intermedie, chirurgia ambulatoriale e Day Surgery.
Anche il polo ospedaliero, poi, prevalentemente orientato alle prestazioni in acuzie e in elezione, all’erogazione delle prestazioni sanitarie specialistiche a livelli crescenti di complessità, alle funzioni di emergenza-urgenza e alla riabilitazione post-acuta, si articolerà su più livelli. Si avranno infatti “ospedali di rete e minore intensità di cura” e “ospedali di riferimento ad alta intensità di cura”, strategicamente distribuiti sul territorio.
Una maggiore economicità degli acquisti e trasparenza nelle procedure dovrebbe poi essere garantita dalla Centrale Unica di Committenza che dovrebbe portare a una riduzione della spesa e a una maggiore razionalizzazione.
Calando questa ipotetica nuova riorganizzazione sul nostro territorio potremmo immaginare una vasta area pedemontana includente le attuali provincie di Lecco, Como, Varese e Sondrio affidate, per la programmazione, a un’unica Asl (intesa come Agenzia). L’Ente gestore diventerebbe invece l’AIS che, necessitando, come già specificato, di un bacino d’utenza di almeno un milione di cittadini, potrebbe unificare Como e Lecco con il Sant’Anna di San Fermo della Battaglia e i “nostri” Manzoni di Lecco e Mandic di Merate ospedali di riferimento territoriale affiancati da due strutture private accreditate (Erba e il Valduce) nonché da presidi come quelli di Mariano, Menaggio, Cantù e Bellano su cui potrebbe essere progettato un percorso di riconversione. Sulla vasta area, invece, l’ospedale di Varese, potrebbe essere “azienda speciale”, fuori dall’AIS, una posizione a cui potrebbero aspirare, ma in subordine, anche il Sant’Anna e il Manzoni, partendo però già svantaggiati nella corsa al “titolo”.
Alice Mandelli
Invia un messaggio alla redazione

Il tuo indirizzo email ed eventuali dati personali non verranno pubblicati.