Olgiate: cena di solidarietà per i 25 anni della Fabio Sassi

"Per il nostro Paese, questo è un momento difficile. Con la nostra associazione, vogliamo dare speranza. Dire che si può vivere in modo diverso, costruendo un'Italia migliore. Che mi realizzo quando mi accorgo del bisogno dell'altro". Così Domenico Basile, presidente della Fabio Sassi, ha chiuso il primo appuntamento, una cena benefica a Olgiate Molgora in Villa Sommi Picenardi, per ricordare il 25° di fondazione della Fabio Sassi. Ovvero l' associazione che assiste sul territorio i malati di patologie inguaribili e le loro famiglie. Daina Petracchi, già presidente durante la costruzione dell'Hospice, ha ringraziato tutti per il sostegno che "non è mai mancato, e che continua tuttora" mentre Mauro Marinari ha ripercorso la storia della Cure Palliative di cui, nel meratese, è stato il fondatore, sottolineando poi come "la Fabio Sassi sia in continua crescita".


Ancora in agenda, un concerto di Suono Antico sabato 17 maggio al Convento della Misericordia di Missaglia. Una manifestazione l'8 giugno a Merate con gli Alpini.

Come sempre tutto questo sarà destinato a sostenere i 235 volontari nell'assistenza ai malati e ai familiari. Nel 2013 le ore messe a disposizione dai volontari sono state 25.040. Quelle complessivamente erogate dall'associazione 59.120. Numeri che dicono da soli quello che la "Fabio Sassi", rappresenta per la provincia di Lecco, in particolare per il meratese. Formazione e finanziamento vedono il contributo diretto del Dipartimento Fragilità dell'Asl di Lecco, peraltro più volte premiata per l'alto livello di specializzazione raggiunto negli interventi.


11 maggio 1989. Fabio Sassi, giovane professionista è morto da poco, a soli 35 anni, per un tumore. Qualche mese prima, il dottor Mauro Marinari, medico di rianimazione al Mandic di Merate, aveva istituito, tra i primi in Italia, il reparto di Cure Palliative. I familiari di Fabio decidono di aiutarlo e, insieme a lui, creano un'associazione intitolata a chi li ha lasciati. Così è nato il sodalizio che da venticinque anni è accanto ai malati e ai loro familiari nei momenti più difficili, quelli durante i quali il dolore diventa quasi insopportabile, e la famiglia, per chi ce l'ha, ha bisogno essa stessa di momenti di sollievo. Per chi è solo poi, i volontari diventano spesso gli unici "angeli" che si occupano di loro.


I familiari di Fabio e il dottor Marinari trovano subito in Emilio Zanmarchi e Daina Mac Millian Petracchi chi si dice pronto ad impegnarsi. Il gruppo di volontari diventa numeroso. Arriva anche Domenico Basile. I bisogni del territorio sono tanti. Alla "Fabio Sassi" bastano pochi mesi per diventare un punto di riferimento. Sostenuti dalla professionalità dei medici e degli infermieri del Mandic, dove la Terapia del dolore diventa a sua volta esempio per l'Italia intera (non a caso verrà più volte premiata) l'associazione raccoglie presto un centinaio di volontari. Qualche anno e Daina Petracchi diventa presidente. Si decide la costruzione dell'Hospice, ovvero l'ultimo anello della catena assistenziale. Perchè, purtroppo, c'è sempre chi non può ricevere,  nella casa dove ha sempre vissuto, assistenza adeguata ai momenti difficili.

E allora  diventa necessario disporre di una struttura adeguata. Come il "Nespolo", hospice che ha trovato sede nella ex canonica di Airuno. Momenti di grande impegno, di difficoltà  certo, ma soprattutto di solidarietà. "Non vogliamo fare autocelebrazioni - scrive Domenico Basile, presidente in carica -  sull'ultimo numero di "Informa" (periodico della Fabio Sassi) abbiamo pubblicato poche cifre, ma tante storie, quelle dei pazienti che ci hanno lasciato, dei loro familiari e naturalmente dei volontari".

Ogni anno in primavera, la Fabio Sassi organizza la "Cena delle stelle". A brillare nel ricordo sono i 2200 pazienti accolti in questi primi undici anni dall'hospice di Airuno. O le migliaia di persone assistite in questi venticinque anni sul territorio. Ma un posto c'è anche per loro, i volontari che hanno dato vita a quella che è ormai una realtà che, come le stelle, illumina il territorio. Della solidarietà con chi soffre.

Sergio Perego

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