Paderno: il Ponte di S. Michele è sicuro ma va riqualificato, lanciato un 'appello' in Regione
Nonostante i suoi 125 anni di età, il Ponte di San Michele che separa la sponda lecchese da quella bergamasca sull'Adda a Paderno costituisce un passaggio sicuro per mezzi a motore, pedoni e treni che ogni giorno lo attraversano da un territorio all'altro.
Un progetto per riqualificarlo - promosso dalle due Province e Rfi - c'era, ma a causa dei vincoli del Patto di stabilità per gli enti sovra comunali non è stato mai realizzato. Una "occasione persa", come l'ha definita il sindaco padernese Valter Motta, che solo con il coinvolgimento diretto degli enti che sostituiranno le Province potrà vedere compimento. Il vice presidente provinciale Stefano Simonetti si è impegnato personalmente a scrivere all'assessore regionale Alberto Cavalli perché effettui un sopralluogo e possa contribuire a chiudere una partita - quella della riqualificazione della struttura - aperta ormai da tempo.
La storia passata del ponte, le sue caratteristiche attuali e i possibili scenari futuri per questo angolo di Brianza in pieno Parco Adda Nord sono stati affrontati durante l'evento di venerdì 2 maggio a Cascina Maria, nell'ambito della rassegna "International Parks Festival" in scena a Trezzo sull'Adda fino al 4 maggio.
Presenti il direttore del Parco Adda Nord Giuseppe Minei, il presidente Agostino Agostinelli, il sindaco di Paderno Valter Motta, il vice sindaco di Calusco Massimo Cocchi, il vice presidente provinciale Stefano Simonetti e il professore del Politecnico di Milano Giandomenico Cassano, che ha presentato lo studio realizzato in collaborazione con la società di ingegneria Alpha Caesar.
"Abbiamo ricostruito un modello tridimensionale del Ponte di San Michele, che è costituito da 1600 nodi, 3.000 aste e tenuto insieme da 100.000 chiodi ribattuti" ha spiegato il professor Cassano. "Il 22 gennaio 1887 l'Ispettore generale delle Strade Ferrate firmò il contratto per la sua costruzione, e fu l'ingegnere svizzero Jules Rothlisberger a progettarlo. L'Adda divideva l'area industriale bergamasca dal resto della Lombardia e dal Piemonte, e la costruzione del passaggio ferroviario e viabilistico in quel punto ebbe grande valenza economica. In 18 mesi il ponte, che per l'epoca era un'opera di ingegneria estrema, fu realizzato utilizzando 2.515 tonnellate di acciaio (più ferroso di quello che utilizziamo oggi) e 110 tonnellate di ghisa, portati con la ferrovia. A questi materiali vanno aggiunti 5000 m cubi di granito e 1200 m cubi di pietra di Moltrasio, trasportati lungo l'Adda con le chiatte. Il collaudo fu effettuato nel 1889 con un treno di 580 tonnellate alla velocità di 45 Km/h, e nel 1890 i lavori erano conclusi. Negli stessi anni fu costruita la Tour Eiffel, e anche questa opera come quella francese è divenuta un simbolo per i territori che collega. È lungo 266 metri, formato da un unico arco reticolare in ferro che sostiene, con 7 pile reticolari, 8 travate metalliche con due livelli di percorribilità, il primo ferroviario e il secondo stradale".
All'epoca il traffico era costituito da carri trainati da animali e treni a vapore, e dopo un disuso tra gli anni Quaranta e Cinquanta a seguito dei bombardamenti della Guerra, furono effettuati due interventi di restauro nel 1972 e 1992. Dopo quella data, le uniche azioni sul ponte padernese sono state le rilevazioni del professor Carmelo Gentile del Politecnico milanese, che tra il 2009 e il 2012 misurò le sollecitazioni del ponte. "Sono state effettuate 9250 ore di monitoraggio, sull'impalcato stradale e ferroviario" ha spiegato Simonetti. "Il risultato è stato positivo, la struttura è in grado di reggere il traffico attuale ma per salvaguardare questa opera d'arte è necessario un monitoraggio attento e la realizzazione del progetto ideato da Rfi e le due Province".
Il prospetto tridimensionale del Professor Cassano ha messo in luce la struttura snella ma robusta del ponte, sicuro per il traffico attuale ma che necessita di interventi più o meno urgenti.
"La resistenza delle singole parti, soprattutto delle aste sottoposte a maggiori sollecitazioni, potrebbe essere aumentata eliminando la ruggine, mettendo a nudo l'acciaio e rivestendolo con una particolare fibra di carbonio" ha spiegato il professore. "Ma altri interventi di minore entità sono necessari: il guardrail non è a norma, il manto stradale seriamente danneggiato, le caditoie della acque vanno ripristinate per evitare che causino danni alla sede stradale".
Una soluzione cui avevano lavorato le due Province e Rfi con il progetto da 1.100.000 €, che prevedeva anche la sostituzione delle barriere esterne con altre più leggere e più alte per disincentivare i numerosi suicidi, poi saltato per mancanza di fondi.
"Una occasione sprecata, come il progetto Miranda del 1980 che prevedeva la costruzione di un secondo ponte in cemento, o quello di Enel Sole per la illuminazione artistica del ponte" ha spiegato Valter Motta, che ha ricordato quando è stato posto il divieto di transito ai mezzi pesanti e la preoccupazione per il terremoto di un anno e mezzo fa che fortunatamente non ha scalfito la struttura. "Grazie agli studi del Professor Gentile possiamo dire che il Ponte di San Michele è sicuro, ma l'auspicio è che dopo 125 anni gli enti al di sopra del comune possano attivarsi perché il restyling di cui il ponte necessita venga realizzato". Un appello raccolto dall'assessore Simonetti, che si impegnerà personalmente per promuovere la dovuta attenzione in Regione verso il progetto.
Se il Ponte di San Michele dovesse essere costruito oggi, costerebbe 25 - 30 milioni di euro (all'epoca lo fecero con 1 milione di lire), di cui 3 milioni da mettere in conto per la manutenzione.
Dal 1992 non viene più toccato, ma è "sorvegliato speciale" in attesa di trovare i finanziamenti per un restyling che non può più attendere oltre.
Una foto d'epoca del ponte appena concluso
Un progetto per riqualificarlo - promosso dalle due Province e Rfi - c'era, ma a causa dei vincoli del Patto di stabilità per gli enti sovra comunali non è stato mai realizzato. Una "occasione persa", come l'ha definita il sindaco padernese Valter Motta, che solo con il coinvolgimento diretto degli enti che sostituiranno le Province potrà vedere compimento. Il vice presidente provinciale Stefano Simonetti si è impegnato personalmente a scrivere all'assessore regionale Alberto Cavalli perché effettui un sopralluogo e possa contribuire a chiudere una partita - quella della riqualificazione della struttura - aperta ormai da tempo.
La storia passata del ponte, le sue caratteristiche attuali e i possibili scenari futuri per questo angolo di Brianza in pieno Parco Adda Nord sono stati affrontati durante l'evento di venerdì 2 maggio a Cascina Maria, nell'ambito della rassegna "International Parks Festival" in scena a Trezzo sull'Adda fino al 4 maggio.
Giuseppe Minei, Massimo Cocchi, Stefano Simonetti
Presenti il direttore del Parco Adda Nord Giuseppe Minei, il presidente Agostino Agostinelli, il sindaco di Paderno Valter Motta, il vice sindaco di Calusco Massimo Cocchi, il vice presidente provinciale Stefano Simonetti e il professore del Politecnico di Milano Giandomenico Cassano, che ha presentato lo studio realizzato in collaborazione con la società di ingegneria Alpha Caesar.
Il professor Giandomenico Cassano, Agostino Agostinelli e Valter Motta
"Abbiamo ricostruito un modello tridimensionale del Ponte di San Michele, che è costituito da 1600 nodi, 3.000 aste e tenuto insieme da 100.000 chiodi ribattuti" ha spiegato il professor Cassano. "Il 22 gennaio 1887 l'Ispettore generale delle Strade Ferrate firmò il contratto per la sua costruzione, e fu l'ingegnere svizzero Jules Rothlisberger a progettarlo. L'Adda divideva l'area industriale bergamasca dal resto della Lombardia e dal Piemonte, e la costruzione del passaggio ferroviario e viabilistico in quel punto ebbe grande valenza economica. In 18 mesi il ponte, che per l'epoca era un'opera di ingegneria estrema, fu realizzato utilizzando 2.515 tonnellate di acciaio (più ferroso di quello che utilizziamo oggi) e 110 tonnellate di ghisa, portati con la ferrovia. A questi materiali vanno aggiunti 5000 m cubi di granito e 1200 m cubi di pietra di Moltrasio, trasportati lungo l'Adda con le chiatte. Il collaudo fu effettuato nel 1889 con un treno di 580 tonnellate alla velocità di 45 Km/h, e nel 1890 i lavori erano conclusi. Negli stessi anni fu costruita la Tour Eiffel, e anche questa opera come quella francese è divenuta un simbolo per i territori che collega. È lungo 266 metri, formato da un unico arco reticolare in ferro che sostiene, con 7 pile reticolari, 8 travate metalliche con due livelli di percorribilità, il primo ferroviario e il secondo stradale".
L'ingegnere svizzero Jules Rothlisberger
All'epoca il traffico era costituito da carri trainati da animali e treni a vapore, e dopo un disuso tra gli anni Quaranta e Cinquanta a seguito dei bombardamenti della Guerra, furono effettuati due interventi di restauro nel 1972 e 1992. Dopo quella data, le uniche azioni sul ponte padernese sono state le rilevazioni del professor Carmelo Gentile del Politecnico milanese, che tra il 2009 e il 2012 misurò le sollecitazioni del ponte. "Sono state effettuate 9250 ore di monitoraggio, sull'impalcato stradale e ferroviario" ha spiegato Simonetti. "Il risultato è stato positivo, la struttura è in grado di reggere il traffico attuale ma per salvaguardare questa opera d'arte è necessario un monitoraggio attento e la realizzazione del progetto ideato da Rfi e le due Province".
Il prospetto tridimensionale del Professor Cassano ha messo in luce la struttura snella ma robusta del ponte, sicuro per il traffico attuale ma che necessita di interventi più o meno urgenti.
"La resistenza delle singole parti, soprattutto delle aste sottoposte a maggiori sollecitazioni, potrebbe essere aumentata eliminando la ruggine, mettendo a nudo l'acciaio e rivestendolo con una particolare fibra di carbonio" ha spiegato il professore. "Ma altri interventi di minore entità sono necessari: il guardrail non è a norma, il manto stradale seriamente danneggiato, le caditoie della acque vanno ripristinate per evitare che causino danni alla sede stradale".
Una immagine attuale della struttura
Una soluzione cui avevano lavorato le due Province e Rfi con il progetto da 1.100.000 €, che prevedeva anche la sostituzione delle barriere esterne con altre più leggere e più alte per disincentivare i numerosi suicidi, poi saltato per mancanza di fondi.
"Una occasione sprecata, come il progetto Miranda del 1980 che prevedeva la costruzione di un secondo ponte in cemento, o quello di Enel Sole per la illuminazione artistica del ponte" ha spiegato Valter Motta, che ha ricordato quando è stato posto il divieto di transito ai mezzi pesanti e la preoccupazione per il terremoto di un anno e mezzo fa che fortunatamente non ha scalfito la struttura. "Grazie agli studi del Professor Gentile possiamo dire che il Ponte di San Michele è sicuro, ma l'auspicio è che dopo 125 anni gli enti al di sopra del comune possano attivarsi perché il restyling di cui il ponte necessita venga realizzato". Un appello raccolto dall'assessore Simonetti, che si impegnerà personalmente per promuovere la dovuta attenzione in Regione verso il progetto.
Il pubblico intervenuto
Se il Ponte di San Michele dovesse essere costruito oggi, costerebbe 25 - 30 milioni di euro (all'epoca lo fecero con 1 milione di lire), di cui 3 milioni da mettere in conto per la manutenzione.
Dal 1992 non viene più toccato, ma è "sorvegliato speciale" in attesa di trovare i finanziamenti per un restyling che non può più attendere oltre.