Valgreghentino: ricostruita la storia della famiglia Scaccabarozzi dal 1760 ad oggi. Corrado ultimo abitante di Biglio inferiore
Hanno ricostruito due secoli di storia della loro famiglia, realizzando uno “spaccato” unico della vita sociale della Brianza lecchese dal 1760 ad oggi.
Il lavoro di ricerca della famiglia Scaccabarozzi di Valgreghentino, promosso con passione da Franchino e dalla moglie Loretta, aveva portato lo scorso anno a realizzare una “mappa” con l’albero genealogico dal capostipite Pietro agli eredi più giovani, donata ai famigliari.
Tutto ebbe inizio a Biglio superiore, frazione del paese un tempo comune a sé dove la stirpe di Pietro Scaccabarozzi crebbe numerosa, per poi trasferirsi a Biglio inferiore e da lì nella zona bassa del paese.
Il sorriso sempre pronto, Corrado è un fiume in piena di ricordi e racconti di un’epoca che ha caratterizzato la vita contadina della Brianza lecchese. “Qui eravamo in tanti allora, noi bambini avevamo gli zoccoli ai piedi e tutti i giorni, anche con la neve, scendevamo a piedi dalla vecchia mulattiera per andare a scuola. Non c’erano altri mezzi di trasporto, il panettiere arrivava con il mulo e si faceva la spesa così, o si andava noi nelle botteghe. Ora tante cose sono cambiate, non ci sono più negozi”.
“Grazie alla collaborazione di tanti famigliari abbiamo dato un volto a tanti nomi che altrimenti sarebbero stati dimenticati, abbiamo riscoperto le loro vite” ha spiegato Loretta. “Tra i nostri antenati c’è Giuseppe “sindeghet” che è stato primo cittadino, e intere generazioni che grazie alla nostra ricerca hanno potuto conoscersi e scoprirsi parenti”.
Il 1° maggio la chiesina della frazione di Biglio, come da tradizione, aprirà le sue porte in occasione della festa dei SS Giacomo e Filippo. Oltre due secoli sono passati da quando gli Scaccabarozzi abitavano numerosi queste colline, ma la loro storia continuerà a vivere grazie a chi l’ha ricostruita e ancora la racconta.
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Il lavoro di ricerca della famiglia Scaccabarozzi di Valgreghentino, promosso con passione da Franchino e dalla moglie Loretta, aveva portato lo scorso anno a realizzare una “mappa” con l’albero genealogico dal capostipite Pietro agli eredi più giovani, donata ai famigliari.
Corrado Scaccabarozzi
Ma la ricerca è continuata e ha permesso, grazie alla collaborazione di tanti che hanno tolto dai cassetti le fotografie in bianco e nero, di realizzare un filmato in cui tutti i pezzi del “puzzle” di intere generazioni trovano la loro collocazione. Il 12 aprile il prezioso documento è stato mostrato ai tanti eredi del capostipite, che hanno potuto così ricostruire le loro origini.Tutto ebbe inizio a Biglio superiore, frazione del paese un tempo comune a sé dove la stirpe di Pietro Scaccabarozzi crebbe numerosa, per poi trasferirsi a Biglio inferiore e da lì nella zona bassa del paese.
Biglio inferiore oggi
Più di due secoli sono passati da allora, eppure nel piccolo complesso di cascine da poco raggiunto da una strada asfaltata il tempo sembra essersi fermato. Corrado Scaccabarozzi vive ancora nelle case dove è nato, il 27 marzo 1934, anello di congiunzione tra il presente e un passato lontano in cui la stirpe dei bigliesi cresceva tra le verdi colline che sovrastano Valgreghentino.Corrado oggi e ''nonno Angelo''
Corrado, quinta generazione dal capostipite Pietro, è figlio di Angelo e Maurilia che nei primi anni del Novecento diedero vita a 11 figli, ci cui sopravvissero in 7. “Qui non ci abita più nessuno, nella parte alta della frazione c’è un agriturismo così qualcuno ogni tanto passa. Ci sono abituato a stare da solo, qui c’è un bel silenzio e quando ho bisogno mi sposto in paese a piedi”.Il sorriso sempre pronto, Corrado è un fiume in piena di ricordi e racconti di un’epoca che ha caratterizzato la vita contadina della Brianza lecchese. “Qui eravamo in tanti allora, noi bambini avevamo gli zoccoli ai piedi e tutti i giorni, anche con la neve, scendevamo a piedi dalla vecchia mulattiera per andare a scuola. Non c’erano altri mezzi di trasporto, il panettiere arrivava con il mulo e si faceva la spesa così, o si andava noi nelle botteghe. Ora tante cose sono cambiate, non ci sono più negozi”.
A destra la casa nativa di famiglia a Biglio Superiore
Corrado dopo la quinta elementare ha fatto il contadino, per poi lavorare ad Arcore in fabbrica. “Fino a 50 anni tutti i giorni scendevo a piedi fino alla stazione di Airuno, per prendere il treno. Estate e inverno, neve o no, bisognava andare e si andava. Allora la vita era molto diversa, non c’era la televisione, la sera ci si trovava tutti insieme nelle stalle per stare caldi e si chiacchierava, si giocava a carte. I sacrifici erano tanti”.Corrado da giovane e la madre
Ora Corrado ha la tv e l’acqua calda, i servizi igienici e un cellulare – che non usa molto – e la stufa nel salone, ma dorme ancora senza riscaldamento. “Sono abituato così, oggi non fa più freddo come allora. Ricordo i panni da lavare al ruscello, si rompeva il ghiaccio per farlo, e l’acqua calda si scaldava sulla stufa o sul fuoco e si mischiava a quella fredda per le bestie”. I prodotti dei campi e gli animali fornivano alle famiglie di Biglio tutto il necessario per vivere. “Ci si arrangiava con quello che si aveva, allora governavano il podestà e il prete e Biglio era un comune. Ci vivevano in tanti, ora quando mancherò io non ci sarà più nessuno”.Immagine tratta dal filmato della storia della famiglia
Anche Corrado vedrà il filmato della famiglia che grazie all’impegno di Franchino e Loretta è stato possibile ricostruire. Esso prende il via proprio dalla casa nativa degli Scaccabarozzi bigliesi, nella parte alta della frazione.“Grazie alla collaborazione di tanti famigliari abbiamo dato un volto a tanti nomi che altrimenti sarebbero stati dimenticati, abbiamo riscoperto le loro vite” ha spiegato Loretta. “Tra i nostri antenati c’è Giuseppe “sindeghet” che è stato primo cittadino, e intere generazioni che grazie alla nostra ricerca hanno potuto conoscersi e scoprirsi parenti”.
Immagine tratta dal filmato della storia della famiglia
Il 1° maggio la chiesina della frazione di Biglio, come da tradizione, aprirà le sue porte in occasione della festa dei SS Giacomo e Filippo. Oltre due secoli sono passati da quando gli Scaccabarozzi abitavano numerosi queste colline, ma la loro storia continuerà a vivere grazie a chi l’ha ricostruita e ancora la racconta.
Immagine tratta dal filmato della storia della famiglia
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