Olgiate: si teme l'ennesimo sversamento nel torrente Molgora. 'Sbiancate' le rocce, spariti pesci e aironi. Intervento dell'Arpa

Qualcosa di anomalo c’è o meglio, probabilmente, c’è stato e, solo ora, se ne stanno notando gli effetti. Resta da appurare cosa e per questo, nella mattinata di ieri, sabato 22 marzo, sono stati allertati i tecnici dell’Agenzia Regionale per la protezione dell’ambiente che hanno provveduto a risalire il torrente e al prelievo di alcuni campioni che saranno poi sottoposti ad analisi.

Il consigliere Pino Brambilla e l'assessore Roberto Romagnano. In evidenza i sassi "sbiancati"

Nel tratto olgiatese del Molgora una sostanza, presumibilmente chimica, disciolta nelle acque ha agito arrivando perfino a “sbiancare” i sassi più grossi che affiorano dal piccolo rio nostrano. Ed è proprio il candore assunto dalle rocce a conferire un tocco di mistero a quest’ennesimo episodio di inquinamento che sembrerebbe aver interessato il corso d’acqua, già “vittima”, anche in tempi piuttosto recenti, di sversamenti schiumosi e di putrido materiale organico.

La schiama e le radici coperte da una patina bianca, tra Molino Spagnolo e Molino Cattaneo

Primi ad accorgersi e a segnalare all’assessore Roberto Romagnano il “problema” sono stati i residenti di Pianezzo. Oltre alla strana colorazione assunta dalle pietre, diversi i “campanelli d’allarme”: “da una settimana non si vedono più né germani né aironi” ci ha spiegato un abitante di Molino Cattaneo. “Solitamente, la mattina li si vedeva arrivare: sono spariti. Il contadino che si occupa dei campi più a valle, ci ha poi riferito che, il suo asinello e gli animali che lo seguono, sempre da una settimana a questa parte, non scendono più a bere dal Molgora. Perfino i pesci sono scomparsi: quindici giorni fa c’erano qui dei ragazzini con le canne da pesca e hanno tirato fuori anche esemplari belli grossi. Ora c’è il nulla con le alghe sul fondale diventate nere e, più a monte, la presenza di schiuma e di una patina biancastra anche sulle radici più superficiali degli alberi disposti sull’argine. Qualcosa nell’acqua è passato di sicuro”.

Altri sassi resi candidi probabilmente da una sostanza disciolta nell'acqua

Potrebbe essersi trattato, ma ovviamente si tratta solo di una supposizione, di soda caustica, immessa nel torrente molto più a monte rispetto a Pianezzo, sicuramente diversi giorni fa: solubile in acqua, lungo il corso del torrente, potrebbe aver fatto reazione e aver così agito da sbiancante sulle rocce, alcune delle quali, le più grosse, presentano una triplice colorazione. Al naturale sulla sommità, diventano poi color nocciola nella fascia intermedia e bianchissime nell’ultima parte a “pelo” dell’acqua dove probabilmente il carbonato di sodio ha avuto modo di agire per più tempo.

Come dicevamo, però, si tratta solo di una delle possibili spiegazioni avanzate nel corso del sopralluogo condotto, nel tratto compreso tra Molino Spagnolo e Molino Cattaneo, nella mattinata di sabato, dall’assessore all’edilizia, urbanistica e ecologia Roberto Romagnano congiuntamente al consigliere con delega all’ambiente e ai parchi del territorio Giuseppe Brambilla mentre i tecnici Arpa accompagnati dal responsabile dell’Ufficio tecnico Marco Cappucci risalivano il Molgora fino a “sconfinare” tra Sara e Alduno alla ricerca dell’origine del problema.

Sassi in cui si notano le diverse sfumature di colore

Solo a seguito delle analisi effettuate sui campioni prelevati, sarà però possibile dare una spiegazione all’accaduto.
A. M.
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