Provincia, Decreto Delrio: passa l'ordine del giorno della maggioranza e il PD va in pezzi
Ordine del giorno approvato a larga maggioranza e PD che va in pezzi.
Questo il risultato della votazione, ieri sera in Consiglio provinciale a Lecco, dell'odg presentato congiuntamente da Lega Nord, NCD-Fratelli d'Italia ma pure dal gruppo di minoranza UDC, uniti contro il disegno di legge Delrio che prevede lo svuotamento delle province. Sono stati respinti gli emendamenti presentati dal PD, finalizzati a modificare lo Statuto di Villa Locatelli per ridurre la giunta a sei assessori (un provvedimento strumentale e inutile, visto che è prossimo il commissariamento dell'ente e, più in generale, in pendenza della riforma) e a togliere alla Regione voce in capitolo per quel che riguarda la riforma costituzionale.
"L'ordine del giorno presentato non era contro il mantenimento dello status quo - spiegano i rappresentanti del Carroccio - Vuole invece ottenere un effettivo risparmio della spesa pubblica eliminando quel sottobosco di enti intermedi le cui funzioni devono essere esercitate da un nuovo e unico soggetto, da individuare, il cui organo di Governo sia di primo livello, quindi eletto dai cittadini". Il documento approvato, infatti, "impegna la Giunta provinciale di Lecco a farsi promotrice, in tutte le sedi competenti, di una richiesta di sospensione dell'esame in Parlamento del disegno di legge AS. n. 1212, recante *Disposizioni sulle Città metropolitane, sulle Province, sulle unioni e fusioni di Comuni".* Oltre a ciò contiene una "richiesta di avvio di una riforma costituzionale, attraverso un'intesa Stato-Regioni volta a disciplinare, *mediante la soppressione di tutti gli enti intermedi* (Comunità Montane, Consorzi, Enti parco, ecc.), la nascita di una nuova forma associativa, di primo livello, con l'elezione degli organi di governo da parte dei cittadini, e le modalità di esercizio delle funzioni di area vasta, tenendo conto dei connotati particolari del proprio territorio". Proprio su questo punto - il ruolo delle regioni nella riforma costituzionale - il capogruppo del PD Italo Bruseghini ha posto il veto. E quando il capogruppo della Lega Nord Paolo Arrigoni ha tentato una mediazione, con un emendamento che prevede di avviare la riforma attraverso un'intesa tra Stato e Regione, "il Partito Democratico si è spaccato in due rimediando una figuraccia, con un gruppo di consiglieri che ha appoggiato l'ordine del giorno". Proprio oggi, in Commissione Affari costituzionali del Senato, inizia l'esame degli oltre 3000 emendamenti presentati sul Delrio. "Attendiamo di vedere se i senatori della maggioranza che sostiene il Governo Renzi si comporteranno in coerenza con i propri amministratori locali che vivono le problematiche dei territori!", conclude il Carroccio lecchese.
Questo il risultato della votazione, ieri sera in Consiglio provinciale a Lecco, dell'odg presentato congiuntamente da Lega Nord, NCD-Fratelli d'Italia ma pure dal gruppo di minoranza UDC, uniti contro il disegno di legge Delrio che prevede lo svuotamento delle province. Sono stati respinti gli emendamenti presentati dal PD, finalizzati a modificare lo Statuto di Villa Locatelli per ridurre la giunta a sei assessori (un provvedimento strumentale e inutile, visto che è prossimo il commissariamento dell'ente e, più in generale, in pendenza della riforma) e a togliere alla Regione voce in capitolo per quel che riguarda la riforma costituzionale.
"L'ordine del giorno presentato non era contro il mantenimento dello status quo - spiegano i rappresentanti del Carroccio - Vuole invece ottenere un effettivo risparmio della spesa pubblica eliminando quel sottobosco di enti intermedi le cui funzioni devono essere esercitate da un nuovo e unico soggetto, da individuare, il cui organo di Governo sia di primo livello, quindi eletto dai cittadini". Il documento approvato, infatti, "impegna la Giunta provinciale di Lecco a farsi promotrice, in tutte le sedi competenti, di una richiesta di sospensione dell'esame in Parlamento del disegno di legge AS. n. 1212, recante *Disposizioni sulle Città metropolitane, sulle Province, sulle unioni e fusioni di Comuni".* Oltre a ciò contiene una "richiesta di avvio di una riforma costituzionale, attraverso un'intesa Stato-Regioni volta a disciplinare, *mediante la soppressione di tutti gli enti intermedi* (Comunità Montane, Consorzi, Enti parco, ecc.), la nascita di una nuova forma associativa, di primo livello, con l'elezione degli organi di governo da parte dei cittadini, e le modalità di esercizio delle funzioni di area vasta, tenendo conto dei connotati particolari del proprio territorio". Proprio su questo punto - il ruolo delle regioni nella riforma costituzionale - il capogruppo del PD Italo Bruseghini ha posto il veto. E quando il capogruppo della Lega Nord Paolo Arrigoni ha tentato una mediazione, con un emendamento che prevede di avviare la riforma attraverso un'intesa tra Stato e Regione, "il Partito Democratico si è spaccato in due rimediando una figuraccia, con un gruppo di consiglieri che ha appoggiato l'ordine del giorno". Proprio oggi, in Commissione Affari costituzionali del Senato, inizia l'esame degli oltre 3000 emendamenti presentati sul Delrio. "Attendiamo di vedere se i senatori della maggioranza che sostiene il Governo Renzi si comporteranno in coerenza con i propri amministratori locali che vivono le problematiche dei territori!", conclude il Carroccio lecchese.
Paolo Arrigoni, capogruppo Lega Nord