Salute mentale: regolamento per la “residenzialità leggera”

Il dottor Antonio Lora e la dottoressa Donatella Puccia
L’Assemblea distrettuale meratese,  come stanno facendo anche le altre realtà analoghe della provincia, ha approvato, nella serata di mercoledì 26 febbraio, il “Regolamento per la Residenzialità leggera”. “La possibilità di inserire utenti del Dipartimento di Salute Mentale in una casa “normale” è una delle cose più innovative che possiamo offrire, al confine tra ambito sanitario e sociale” ha esordito il dottor Antonio Lora, direttore del Dsm dell’Azienda ospedaliera, spiegando dunque in cosa consiste la così detta “residenzialità leggera”, ultima tappa di un percorso di cura volto al re-inserimento di pazienti con patologia psichiatrica nella “società” (si veda: http://www.merateonline.it/articolo.php?idd=31918&origine=1 ).
Il regolamento, su base provinciale, già approvato due anni fa, è stato rimesso ai voti in quanto scaduto, con l’introduzione di una novità: la diversificazione tra utenti con buona autonomia e utenti con una ridotta autonomia. Nel primo caso, è prevista, una quota sociale pari a 10 euro al giorno ( a carico del comune di residenza dell’ospite se quest’ultimo ha un Isee inferiore a 8.500€), nel secondo, a modalità invariata, la cifra sale a 22 euro. Al momento, ha spiegato Flavio Donina di Retesalute, sono 8 gli utenti afferenti al distretto meratese in residenzialità leggera “supportati” dalle amministrazioni comunali (7 ricondotti alla prima tipologia sopradescritta, uno alla seconda).
“Siamo partiti 10 anni fa” ha illustrato la dottoressa Donatella Puccia, responsabile dell'area sociale del Dsm tratteggiando la situazione a livello provinciale. “Siamo ora arrivati ad avere 33 utenti in residenzialità leggera e sette persone “in housing” (la “tappa” successiva ndr) completamente autonome con sostegno degli operatori del Dipartimento solo per un’azione di monitoraggio. Una quindicina sono del distretto di Merate”. In riferimento poi alla novità introdotta dal nuovo regolamento e dunque la possibilità di ospitare presso le case messe a disposizione al Dsm anche pazienti con ridotta autonomia, la dottoressa ha parlato nello specifico dell’appartamento sito nella frazione di Sartirana di Merate all’interno del quale, dallo scorso anno, si sta “sperimentando” con buoni riscontri, tale tipo di residenzialità leggera. Cinque i posti a disposizione nell’alloggio di proprietà della cooperativa l’Arcobaleno. I residenti, oltre alla presenza di operatori e al supporto del personale del Dsm, avendo appunto uno scarso livello di indipendenza, possono contare anche su un supporto nella preparazione di pasti e nelle pulizie nonché del servizio di custodia notturna. “Si tratta di persone gravi che con questo tipo di soluzione possono comunque vivere in appartamento (e non più in una struttura) in modo semi-autonomo” ha concluso la dottoressa Puccia, presentando quest’ultima “frontiera” come qualcosa di meritevole di appoggio per essere esteso, in base alle risorse economiche messe a disposizione.


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A. M.
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