Osnago: bimbo di due anni aggredito da rottweiler. Un vicino lo strappa dalle fauci e si rifugia in casa ma il cane impedisce l’ingresso ai soccorritori. Decisivo l’intervento dei carabinieri

Si trova in prognosi riservata all'ospedale Manzoni di Lecco il bimbo di 2 anni aggredito nel tardo pomeriggio di oggi da un grosso rottweiler mentre usciva di casa accompagnato dalla mamma. I medici diffonderanno probabilmente domattina un primo comunicato sulle condizioni del piccolo trasportato nel presidio ospedaliero del capoluogo in condizioni gravi. Nonostante il disperato intervento della madre si teme che il bimbo sia stato ferocemente morsicato prima che un coraggioso vicino di casa riuscisse a strapparlo dalle fauci dell'animale.

L'aggressione è avvenuta nel cortile di casa, un grosso cascinale ristrutturato posto in via Pinamonte 16 a Osnago, proprio alle spalle di un ristorante e dell'oratorio. La mamma col bimbo tenuto per mano era uscita dall'appartamento al piano terra. All'improvviso è apparso il rottweiler di proprietà di un vicino di casa, in quel momento assente. L'animale, dal peso presunto di oltre 70 chili si è avventato subito contro il piccolo. La mamma urlando ha cercato di difendere il bambino, di impedire che lo morsicasse frapponendosi fra il piccolo e l'animale ma sotto il peso del cane è finita a terra. Sentendo le grida di dolore un vicino di casa, coraggiosamente si è precipitato nel cortile riuscendo a strappare il bambino dalle possenti fauci del grosso cane. "Non so neppure io come ho fatto, non ci ho pensato mi sono buttato addosso al cane e sono riuscito a staccarlo dal bambino".

Il capitano Giorgio Santacroce

Poi con il piccolo sanguinante in braccio, seguito dalla madre, è scappato dentro l'abitazione. Subito è stato chiamato il servizio di emergenza-urgenza 118. Ma all'arrivo dei soccorritori il rottweiler ha impedito loro di entrare. Il grosso cane, infatti, si era piazzato fuori dalla porta, nel cortile condominiale, abbaiando furiosamente. Gli operatori del 118 hanno dovuto restare al di fuori della recinzione, impossibilitati a prestare soccorso alla vittima. Sono stati quindi chiamati i carabinieri. La centrale operativa di Via Gramsci ha allertato le pattuglie sul territorio. Il primo a raccogliere la chiamata è stato il comandante della Compagnia Giorgio Santacroce in servizio di controllo del territorio. Il Capitano ha disposto l'intervento del Radiomobile più vicino facendo convergere sul posto anche le auto delle stazioni con i colori d'istituto. Le pattuglie militari a sirene spiegate sono giunte in Via Pinamonte in pochissimi minuti. Ma anche loro hanno dovuto fermarsi fuori dalla cancellata per la presenza del grosso cane. I carabinieri hanno tentato di allontanarlo per consentire così agli uomini del 118 di entrare e soccorrere il piccolo. Ma senza successo.

Vista la situazione, e forse a seguito delle grida di aiuto della madre del piccolo azzannato, provenienti dall'abitazione, l'ufficiale ha estratto la pistola d'ordinanza e ha fatto fuoco ferendo l'animale che è fuggito. Finalmente il medico e il personale del servizio di emergenza sono potuti entrare e lì hanno constatato le gravi condizioni del bimbo. Dopo le prime cure il piccolo è stato trasportato sull'ambulanza che è partita alla volta del Manzoni di Lecco dove intanto si stava preparando un'équipe medica per l'intervento di urgenza. Al momento non si hanno notizie precise delle condizioni del piccolo. I carabinieri nel frattempo hanno rastrellato la zona alla ricerca del pericoloso animale. Lo hanno ritrovato in Via Montale, non lontano dal luogo dell'aggressione. L'accalappiacani giunto sul posto su richiesta dei militari lo ha preso in consegna. Sull'accaduto sarà aperta un'inchiesta per appurare se il cane fosse opportunamente custodito, considerato sia la sua mole sia la sua pericolosità.

Le chiazze di sangue lasciate dal cane in Via Montale dove è stato poi trovato dai carabinieri

La ferocia con cui tentava ancora di entrare in casa è testimoniata dai soccorritori impossibilitati a prestare soccorso al piccolo. Nonostante fosse chiaro che ogni minuto in più aggravasse le condizioni cliniche del bambino. Inevitabile quanto provvidenziale l'intervento dei carabinieri e la decisione presa senza esitare di usare l'arma per consentire ai soccorritori di operare.
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