Legge di stabilità, Paolo Arrigoni (LN): manovra inaccettabile

Il ddl stabilità "è una legge
inaccettabile, che arriva in Senato in terza lettura
ulteriormente peggiorata da troppi stanziamenti spot per interventi elegantemente definiti microsettoriali ma che noi,
barbari leghisti, chiamiamo marchette. Forse maggioranza e governo
non se ne sono accorti, ma tutti gli indicatori economici hanno
segno negativo". Così ieri in Senato Paolo
Arrigoni, durante la discussione sulla legge di stabilità.
"L'annunciata crescita - ha aggiunto il senatore lecchese - non si vede, le imprese
continuano a chiudere penalizzate da costi esorbitanti del lavoro
e dell'energia o delocalizzano in Svizzera e Carinzia, la
disoccupazione giovanile sfiora il 40%. Gli enti locali sono
soffocati da un patto di stabilità insopportabile mentre i nostri
sindaci non sanno più come far quadrare i loro bilanci. E invece
di pensare a tutto questo, governo e maggioranza pensano
all'assunzione presso la Presidenza del Consiglio dei Ministri di 120 persone per il semestre europeo,
spendono 135 milioni per gli Lsu (lavori socialmente utili) di Calabria, Sicilia e Campania,
2 milioni euro per gli agrumi di Sicilia, 3 milioni per lo
stretto di Messina, 4,5 milioni di euro per le guardie forestali calabresi,
per non parlare dei 340 milioni di euro per l'eterna incompiuta
Salerno Reggio Calabria. Poi ci sono i regali. Come i 22 milioni
di euro di oneri di urbanizzazione scontati che avrebbe dovuto pagare Sorgenia per le sue centrali
elettriche”.
“Invece di difendere gli enti locali questo governo ha
fatto gli interessi dei privati – ha concluso Arrigoni - La crisi la pagano sempre i
soliti. Ma di ripresa, misure per la crescita e federalismo nemmeno l'ombra in questa pessima
legge".



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