Osnago: più di 250 persone per “La Foresta Stellata” 2° ed. della cena benefica a favore dell’associazione Fabio Sassi

Alfio Zanardi (vicepresidente Fabio Sassi)
e il presidente Domenico Basile
Siamo solo alla seconda edizione ma promette di diventare un appuntamento tradizionale per la solidarietà del meratese: "La Foresta Stellata" - cena a scopo benefico promossa dall'Associazione Fabio Sassi Onlus - sabato sera ha riscosso un successo rotondo, pieno, che informa anche dell'attenzione delle istituzioni locali e della cittadinanza per un tema - quello del fine vita - quanto mai delicato e gravemente esposto nella vita di ogni giorno al rischio della pura e semplice rimozione. Nell'ampio locale del ristorante della Fiera di Osnago i tavoli sono stati occupati in ogni ordine di posto: più di 250 i coperti - contro i 164 dell'edizione 2009 -, con una quota di partecipazione pari a 20€ per persona. "Dignità alla fine della vita": questo è ciò di cui si occupa da più di vent'anni l'Associazione Fabio Sassi - da otto anni con l'hospice "Il Nespolo" di Airuno, dove vengono accolti e curati malati terminali. La serata di sabato ha avuto l'appoggio anche da parte dell'ASL di Lecco, in particolare del Dipartimento Interaziendale della Fragilità di cui fanno parte le Unità di Cure Palliative di Merate e Lecco/Bellano. Un evento, quello di sabato sera, realizzato grazie ad una solidarietà e a un'attenzione orizzontali: i giovani cucinieri, tutti allievi della Scuola Professionale Luigi Clerici di Merate, guidati dallo Chef Alex Beretta - dieci anni al Principe di Savoia a Milano e ora docente al Clerici - hanno offerto il loro servizio con entusiasmo e impegno, così come la brigata di sala composta dagli allievi del collegio Ballerini di Seregno.





  Lo spettacolo teatrale offerto a inizio serata dall'associazione meratese "Variazioni sul Tema" - scritto appositamente per l'occasione da Elena Redaelli, regista e attrice protagonista - ha informato profondamente le 250 persone in sala della dimensione umana, sociale - e quantomai drammatica - del fine vita.



L'intenso monologo di Elena Redaelli ha oscillato fra due estremi concettuali molto utili per una riflessione sulla società contemporanea: da una parte la cieca frenesia della quotidianità edonistica, che spesso condanna a una solitudine inconsapevole e senza uscita;

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dall'altra la pace dell'intimità e il sogno di un impiego migliore del tempo, con l'attenzione a momenti come quello del fine vita, dove si incontra una dimensione - quella appunto della morte - che mai come oggi si tende a voler ignorare, o a voler recisamente dividere dalla vita che l'ha preceduta. Una serata complessa dunque, dove insieme alla gioia per la risposta fattiva della cittadinanza ci si è confrontati con temi capaci di ingaggiare la coscienza di ognuno.



La soddisfazione del presidente Domenico Basile - espressa nel suo discorso introduttivo - non è stata affatto pro forma: "Spero che sia una cena serena e gradevole per tutti voi, ma è anche una cena che avviene nel contesto della Fabio Sassi. Il nostro orizzonte è quello in cui la vita incontra la morte. Il nostro impegno, l'impegno dei nostri duecentocinquanta volontari, è orientato alla conservazione della qualità e della dignità della vita fino all'ultimo.



Il legame col territorio - come si vede in questa stupenda serata - si rinsalda anno dopo anno. La Fabio Sassi assiste malati inguaribili, che non significa incurabili. E' una distinzione sottile ma importantissima. Attraverso la cura della persona è possibile preservare la dignità della vita fino all'ultimo".
Massimo Colombo

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