Osnago: più di 250 persone per “La Foresta Stellata” 2° ed. della cena benefica a favore dell’associazione Fabio Sassi
Alfio Zanardi (vicepresidente Fabio Sassi)
e il presidente Domenico Basile
e il presidente Domenico Basile
Lo spettacolo teatrale offerto a inizio serata dall'associazione meratese "Variazioni sul Tema" - scritto appositamente per l'occasione da Elena Redaelli, regista e attrice protagonista - ha informato profondamente le 250 persone in sala della dimensione umana, sociale - e quantomai drammatica - del fine vita.
L'intenso monologo di Elena Redaelli ha oscillato fra due estremi concettuali molto utili per una riflessione sulla società contemporanea: da una parte la cieca frenesia della quotidianità edonistica, che spesso condanna a una solitudine inconsapevole e senza uscita;
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dall'altra la pace dell'intimità e il sogno di un impiego migliore del tempo, con l'attenzione a momenti come quello del fine vita, dove si incontra una dimensione - quella appunto della morte - che mai come oggi si tende a voler ignorare, o a voler recisamente dividere dalla vita che l'ha preceduta. Una serata complessa dunque, dove insieme alla gioia per la risposta fattiva della cittadinanza ci si è confrontati con temi capaci di ingaggiare la coscienza di ognuno.
La soddisfazione del presidente Domenico Basile - espressa nel suo discorso introduttivo - non è stata affatto pro forma: "Spero che sia una cena serena e gradevole per tutti voi, ma è anche una cena che avviene nel contesto della Fabio Sassi. Il nostro orizzonte è quello in cui la vita incontra la morte. Il nostro impegno, l'impegno dei nostri duecentocinquanta volontari, è orientato alla conservazione della qualità e della dignità della vita fino all'ultimo.
Il legame col territorio - come si vede in questa stupenda serata - si rinsalda anno dopo anno. La Fabio Sassi assiste malati inguaribili, che non significa incurabili. E' una distinzione sottile ma importantissima. Attraverso la cura della persona è possibile preservare la dignità della vita fino all'ultimo".
Massimo Colombo