Cernusco: conferenza di Paolo Rebulla sì alla donazione del cordone ombelicale

"Cellule staminali"; "Cord Blood Bank"; "Donazione eterologa solidaristica del sangue del cordone ombelicale". Parole e concetti impegnativi per chi non è del mestiere. Eppure se volessimo provare a tradurli in pratica il concetto di base è semplice: le cellule staminali del cordone ombelicale possono salvare la vita di bambini e adulti malati di leucemia, linfomi e altre gravi patologie. E questo con uno sforzo minimo da parte del donatore. E' quanto ha magistralmente spiegato il dottor Paolo Rebulla - ematologo, responsabile del centro trasfusioni dell'Ospedale Policlinico di Milano e della Banca Pubblica delle Staminali Cordonali di Milano (Milano Cord Blood Bank) - venerdì sera presso il cine-teatro San Luigi dell'oratorio di Cernusco Lombardone, davanti ad almeno duecento persone.

Da sinistra: l'ostetrica Rosy Melesi, Andrea, Elena, il dottor Paolo Rebulla,
il dottor Rinaldo Zanini  e dottor Giuseppe Genduso

Con lui sul palco sono intervenuti il dottor Giuseppe Genduso - Direttore Sanitario dell'A.O. di Lecco; Rinaldo Zanini - direttore del Dipartimento Materno Infantile dell'A.O.di  Lecco; la Dott.ssa Rosy Melesi, ostetrica; e una coppia di giovani donatori  - Elena e Andrea, residenti a Osnago - che dal 2009 hanno deciso - insieme ad altri genitori - di sensibilizzare l'opinione pubblica su una materia così delicata e importante. Ma i risultati di "Cord Brothers" - questo è il nome del progetto - si vedono già: le amministrazioni di Merate, Cernusco Lombardone e  Osnago hanno raccolto il testimone della sensibilizzazione e a Merate in particolare - presso l'Ospedale Leopoldo Mandic - è ora possibile donare il cordone ombelicale del proprio neonato alla Banca Pubblica delle Staminali Cordonali.

La testimonianza della coppia - che ha aperto la conferenza di venerdì sera - è servita a chiarire le ragioni dell'iniziativa e alcuni concetti base in merito alla donazione: "Ho ricevuto le prime informazioni sulla donazione di cordone - ha spiegato Elena - prima del parto, dall'ostetrica. Mi ha spiegato che la donazione eterologa del sangue del cordone ombelicale offre una possibilità di guarigione a chi ha perso ogni speranza di vita. Ho pensato e ho scelto. E subito dopo il parto, quando mi hanno messo in braccio la mia Cecilia, è arrivata un'ostetrica che ha fatto il prelievo. Non ho sentito nulla. Eppure è stato bellissimo. Penso che sia un gesto importante anche per la mia bambina, un gesto di fiducia verso il mondo, un'apertura agli altri che spero possa servire anche a lei, per entrare nel mondo col piede giusto. Si tratta di una cosa molto diversa dalla conservazione personale. Con la nostra associazione vorremmo essere come le palline che colpiscono la prima delle numerosissime tessere del domino."

Nel suo intervento il dottor Rebulla - dopo aver proposto un agile excursus storico - si è soffermato su alcuni concetti chiave, molto utili per chi volesse farsi un'opinione fondata sull'argomento: le cellule staminali emopoietiche servono al bambino malato che le riceve per "ripartire" con la produzione - in lui compromessa - di globuli rossi, globuli bianchi, piastrine.

 Le cellule staminali presenti nel sangue del cordone ombelicale possono contribuire alla ricostruzione del midollo osseo - e con un impegno per il donatore infinitamente minore rispetto al trapianto del midollo stesso; Le cellule staminali del cordone ombelicale non hanno nulla a che fare con le cellule staminali embrionali.
Video

Non esiste alcuna implicazione etica: le cellule staminali presenti nel cordone ombelicale appartengono alla famiglia delle cellule "adulte". Evidenze scientifiche dimostrano come il trapianto di sangue cordonale perfettamente compatibile aumenti di ben il 20% - e Rebulla ha sottolineato che in questo ambito tali "balzi terapeutici" sono straordinari - la possibilità di sopravvivenza del trapiantato rispetto al trapianto di midollo osseo perfettamente compatile. "Per quanto riguarda la scelta che si trova spesso a fare il genitore - ha continuato il dottor Rebulla - tra conservazione personale del cordone e donazione eterologa solidaristica non posso che sottolineare come i più grandi esperti in materia propendano per la donazione solidaristica: primo, perchè l'efficacia della donazione autologa non è dimostrata scientificamente; secondo, perchè è intuitivo che la promozione di sempre più grandi banche pubbliche di cellule staminali cordonali servirà alla collettività e anche al singolo per aumentare le probabilità di trovare donatori sempre più perfettamente compatibili. E per quanto riguarda la conservazione personale del cordone - che ribadisco non essere affatto una specie di elisir di lunga vita per il proprio bambino - mi torna in mente la battuta di una vignetta che mi donò tempo fa un collega e amico spagnolo in cui si diceva 'fabbrichiamo un rimedio fittizio per una malattia immaginaria: è un business perfetto!'".

La conferenza di venerdì a Cernusco - a giudicare dagli applausi con cui è stato salutato l'intervento del dottor Rebulla - ha sicuramente mosso qualcosa nell'uditorio. Eppure la strada della sensibilizzazione è ancora lunga: tra i dati forniti in serata colpisce il numero di donatori italiani di sangue cordonale: 20.000, contro un fabbisogno di 60.000.
per informazioni:
www.cordbrothers.it
Ospedale A.Manzoni di Lecco, Ostetricia - 0341489257
Ospedale L.Mandic di Merate, Ostetricia - 0395916289
Ospedali Riuniti di Bergamo, Ostetricia - 035269353
Milano Cord Blood Bank Centro trasfusionale e di Immunologia dei Trapianti Ospedale Maggiore di Milano - 02/55034050/4087
Massimo Colombo
Invia un messaggio alla redazione

Il tuo indirizzo email ed eventuali dati personali non verranno pubblicati.