Olgiate: la nipote Patrizia racconta nonno Ernesto, caduto nei campi,con una mostra


82319. Ce lo imprimono ad inchiostro sulla mano stretta a pugno. Uno stigma che, seppur fittizio e temporaneo, ci pare già come un anatema e ci fa provare un certo fastidio, forse il fastidio di presentire qualcosa di terribile. Che è accaduto. E che ogni anno torna alla memoria grazie alla sensibilità di chi, in prima o seconda persona, vuole tramandare senza reticenze.

A Olgiate, nella serata di sabato - siamo nell'atrio del municipio prima, saliamo le scale e ci accomodiamo in saletta, seduti o in piedi, poi - veniamo a contatto con la vita di Ernesto Cattaneo, olgiatese, classe 1891. A "raccontarcelo" è sua nipote Patrizia, tramite l'installazione che ha titolato "In nome del pane"; Gabriella, invece, ci invita a mettere a fuoco un'immagine di quest'uomo che, lo capiamo immediatamente, sarà protagonista di una serata di riflessione profonda e che, prima ancora, è stato uno dei tanti protagonisti dell'eccidio nazista del secolo scorso.

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Ernesto ce lo immaginiamo quasi subito; ci aiuta la fotografia sulla sua carta di identità, la stessa sulla quale grava un altro timbro, sta volta ad inchiostro rosso: "CADUTO". Viveva a poca distanza dall'attuale municipio olgiatese, del resto, in Via Pilata. Faceva il mugnaio in zona Cornello a Calco, era un uomo semplice ma progettò e realizzò un impianto di macinazione piuttosto avanzato per i suoi tempi, aveva dei figli, tra cui Maria.

La mamma di Patrizia, la nipote che lo rielabora in una mostra di simboli crudi, "sterili", concreti, con  documenti ingialliti, stracci, firme, parole, poi un giglio che sboccia nel carbone, un messaggio di speranza forte. Forse con quest'ultimo Ernesto viene identificato davvero. Della sua corrispondenza ai famigliari, dal carcere di San Vittore e dal campo di concentramento di Fossoli - non da Mauthausen perché da lì non si ebbero più notizie di lui - si legge che, nonostante viga "il grande divieto", "sono contento". Era felice, scriveva, perché la piccola si appresta a fare la prima comunione, "sarebbe bello stare tutti insieme per l'occasione"; era felice perché sapeva che i suoi cari erano in salute.

Tanti anaforici "sono contento" in una sua missiva, e qualche condizionale che esprime semplicemente ma efficacemente il senso di prigionia che lo affliggeva. "Io pure sto bene, non preoccupatevi per me. Tutto passerà".

In seguito, proprio da Mauthausen, ecco l'unica notizia recapitata in forma di telegramma alla famiglia: dice che Ernesto Cattaneo, nato il 30 marzo 1891 a Olgiate, "am 26.1.45 in Mauthausen / Deutschland an Herzmuskelschwäche verstorben ist". È deceduto per un attacco di cuore.

Gabriella ci "timbra" e ci fa accomodare in sala; al piano di sotto c'è l'installazione di Patrizia e noi da sopra leggiamo le missive di Ernesto; ad un certo punto le luci vanno giù, siamo in compagnia di persone che paiono stipate e livide non appena la luce si riaccende fioca e grigia. (Abbiamo avuto tutti lo stesso pensiero in quel momento?).  La Jupiter Ensemble accompagna la serata e la musica non è semplice condimento. Lo storico Alberto Magni illustra e precisa le condizioni degli arresti avvenuti in quella triste notte del 21-22 febbraio a Calolziocorte, trasporta i presenti in una storia che in moltissimi si sono purtroppo trovati a dover vivere, senza potere di fronte ai militi che  giungevano a strappare loro la libertà.


Anche Ernesto Cattaneo, era il 30 marzo 1944, il giorno del suo 53° compleanno, fu arrestato con l'imputazione di aver fornito farina e vivere ai gruppi di partigiani. Passano pochi giorni e venne trasferito a Fossoli, in un campo di concentramento, dove gli fu concesso un limitato, controllato e censurato scambio di corrispondenza coi famigliari. Morì a Mauthausen l'anno successivo, e quello ancora seguente, il 1° di agosto 1946 venne riconosciuto partigiano dall'A.N.P.I.


Patrizia ed il suo legame indissolubile col nonno, seppur mai conosciuto, ce lo raccontano nella mostra di installazioni che sarà aperta fino al 6 maggio negli orari di apertura del municipio olgiatese, con apertura straordinaria il 25 aprile dalle 15 alle 18. La riuscita dell'evento è avvenuta grazie anche alla collaborazione di La Banca del Tempo di Olgiate Molgora.

S.T.
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