Olgiate: la nipote Patrizia racconta nonno Ernesto, caduto nei campi,con una mostra
82319. Ce lo imprimono ad inchiostro sulla mano stretta a pugno. Uno stigma che, seppur fittizio e temporaneo, ci pare già come un anatema e ci fa provare un certo fastidio, forse il fastidio di presentire qualcosa di terribile. Che è accaduto. E che ogni anno torna alla memoria grazie alla sensibilità di chi, in prima o seconda persona, vuole tramandare senza reticenze.
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Ernesto ce lo immaginiamo quasi subito; ci aiuta la fotografia sulla sua carta di identità, la stessa sulla quale grava un altro timbro, sta volta ad inchiostro rosso: "CADUTO". Viveva a poca distanza dall'attuale municipio olgiatese, del resto, in Via Pilata. Faceva il mugnaio in zona Cornello a Calco, era un uomo semplice ma progettò e realizzò un impianto di macinazione piuttosto avanzato per i suoi tempi, aveva dei figli, tra cui Maria.
In seguito, proprio da Mauthausen, ecco l'unica notizia recapitata in forma di telegramma alla famiglia: dice che Ernesto Cattaneo, nato il 30 marzo 1891 a Olgiate, "am 26.1.45 in Mauthausen / Deutschland an Herzmuskelschwäche verstorben ist". È deceduto per un attacco di cuore.
Gabriella ci "timbra" e ci fa accomodare in sala; al piano di sotto c'è l'installazione di Patrizia e noi da sopra leggiamo le missive di Ernesto; ad un certo punto le luci vanno giù, siamo in compagnia di persone che paiono stipate e livide non appena la luce si riaccende fioca e grigia. (Abbiamo avuto tutti lo stesso pensiero in quel momento?). La Jupiter Ensemble accompagna la serata e la musica non è semplice condimento. Lo storico Alberto Magni illustra e precisa le condizioni degli arresti avvenuti in quella triste notte del 21-22 febbraio a Calolziocorte, trasporta i presenti in una storia che in moltissimi si sono purtroppo trovati a dover vivere, senza potere di fronte ai militi che giungevano a strappare loro la libertà.
Anche Ernesto Cattaneo, era il 30 marzo 1944, il giorno del suo 53° compleanno, fu arrestato con l'imputazione di aver fornito farina e vivere ai gruppi di partigiani. Passano pochi giorni e venne trasferito a Fossoli, in un campo di concentramento, dove gli fu concesso un limitato, controllato e censurato scambio di corrispondenza coi famigliari. Morì a Mauthausen l'anno successivo, e quello ancora seguente, il 1° di agosto 1946 venne riconosciuto partigiano dall'A.N.P.I.
Patrizia ed il suo legame indissolubile col nonno, seppur mai conosciuto, ce lo raccontano nella mostra di installazioni che sarà aperta fino al 6 maggio negli orari di apertura del municipio olgiatese, con apertura straordinaria il 25 aprile dalle 15 alle 18. La riuscita dell'evento è avvenuta grazie anche alla collaborazione di La Banca del Tempo di Olgiate Molgora.
S.T.