''Dum Romae consulitur, Saguntum Expugnatur''

E' la celebre  frase di Tito Livio, nelle sue "Storie" , ad amaro commento del fatto che mentre Roma tergiversò per mesi sulla richiesta di aiuto di Sagunto, Annibale la conquistò e la rase al suolo nel 219 a .c.. "Mentre a Roma si discute, Sagunto viene espugnata", appunto.
Siamo di fronte alla crisi più nera del dopoguerra e dopo aver prestato assai scarsa attenzione ( non ce ne batteremo mai abbastanza il petto) ai politici che eleggevamo, siamo costretti a subire da questi, nell'impotenza ,ogni sorta di sgradevole arroganza. E' il caso della mostra su Thomas More ( la traduzione del cui nome più corretta sarebbe stata Tommaso Più e non già Tommaso Moro, come il vezzo dell'epoca di "latinizzare" aveva imposto), organizzata a quanto sembra , dall'Associazione Costruiamo il Futuro e dal suo Patron Maurizio Lupi  per il compiacimento dei politici di certa area, essendo S.Tommaso Moro divenuto dal 2000 il protettore dei politici, almeno di quelli credenti. Personaggio ai suoi tempi discusso (visse a cavallo tra il XV ed il XVI secolo) , potentissimo cancelliere di Stato alla corte di Re Enrico VIII , acquistò fama e favori soprattutto per le sue battaglie contro l'eresia luterana e per l'intransigenza con la quale destinava al rogo gli oppositori di Romana Chiesa. E' passato , però, alla beatificazione e poi, nel secolo scorso, alla santità per essersi opposto al divorzio e aver tentato di evitare lo scisma della Chiesa Anglicana da quella Romana. In verità, il divorzio, trattandosi di quello del Re che voleva lasciare la moglie dopo 24 anni per impalmare Anna Bolena, avrebbe potuto anche avvenire con buona pace dello stesso Tommaso attraverso una trattativa con Papa Clemente VII, ma lo scisma e l'incoronazione del Re anche come capo della Chiesa Anglicana, agli occhi di un laico ma profondamente credente come lui era insopportabile e dunque si rifiutò di sottoscrivere l' "atto di Supremazia", venendo per ciò condannato a morte. Vi chiederete cosa c'entri Tommaso Moro con l'Ospedale e/o con la città di Merate più in generale. Senza scomodare Cetto La Qualunque , la risposta  è certamente e meno volgarmente: nulla. Thomas era di Chelsea (Londra) dove, al di fuori della bella chiesa vecchia campeggia oggi il suo monumento. Non ci risulta sia mai stato, in vita, a Merate e neppure (era giurista, pensatore ed avvocato) che abbia mai trattato di ospedali. E allora? Elementare Watson : la location è stata scelta senza considerazione e collegamento alcuno con la mostra, solo perché l'ospedale è luogo (purtroppo) ben frequentato e sarebbe stata così garantita visibilità alla mostra, ai suoi organizzatori ed ai loro ospiti. Ma, vi chiederete Voi, era proprio opportuno tenerla in ospedale dove il "pubblico" è costituito dai degenti alle prese con problemi  di salute e dai loro parenti, nonché dal personale medico e amministrativo che dovrebbe, per ovvietà, attendere ad altre e ben più necessarie occupazioni? Ed era opportuno segnalare l'evento sugli organi di stampa (con tanto di segnalazione dei giorni e degli orari di apertura della mostra) tendenzialmente così favorendo l'accesso di persone estranee alla "dinamica" ospedaliera che potrebbero ostacolare le normali attività di un nosocomio o, problema non da meno, urtare la suscettibilità di chi è lì per ben altri problemi? Sagunto brucia ed i Romani discutono se aiutarla. E' di tutta evidenza che il concetto mostrato nell'occasione dai nostri politici circa il ruolo dell'ospedale e, soprattutto, riguardo al rispetto dovuto a pazienti, utenti e loro familiarisia quanto meno discutibile. Ci sembra di tornare, pur con le dovute proporzioni, ai tempi dell'antica Roma, dove l'assistenza sanitaria veniva prestata nelle tabernae , in cui si mangiava, si dormiva, si poteva fare sesso a pagamento e, poi, nell'annesso herbarium si curavano i malati. I politici trovino il sistema per portarci fuori dalla crisi economica e per garantire alle future generazioni adeguati tenori di vita. Il compito non è di poco conto e, se affrontato con il necessario impegno, lascia ben poco ad attività ludiche, culturali o all' organizzazione di mostre. E, soprattutto, l'Ospedale venga deputato ai suoi soli compiti istituzionali. Ci si sarebbe, comunque, aspettato che se proprio si doveva insistere per la sede ospedaliera per la mostra, chi ha organizzato accedesse al luogo con i suoi importanti ospiti, col dovuto rispetto ed in punta di piedi. I suv e le macchine di grossa cilindrata parcheggiate dove capitava, in doppia fila, sulle aiuole e sugli sparti traffico, in luogo del capiente e convenzionato (1 euro/ora) parcheggio antistante non potevano non essere percepite come ulteriore atteggiamento di tracotanza e di ostentazione di potere (quest'ultimo termine sempre più sinonimo di arroganza e maleducazione). E certamente delusi sono rimasti quei cittadini che cercando nel Sindaco, che tutti ci dovrebbe rappresentare, colui che se non  le scuse per il comportamento dei suoi ospiti, avrebbe quanto meno opportunamente stigmatizzato l'occorso, hanno invece ricevuto tirate d'orecchi. Dice il borgomastro che sono i cittadini ad essere privi di senso civico ed i politici sono solo lo specchio della società. Bocciati tutti senza appello, tranne lui che le regole così come i parcheggi li rispetta (ed i pass utilizzati ad inizio mandato nel centro cittadino, svincolati da servizi istituzionali, la macchina della consorte, sempre all'epoca, parcheggiata negli spazi comunali ...? Acqua passata, si dirà).  Sul fatto che sia nostra la colpa, si diceva, può avere una qualche ragione, non del tutto data l'evidente autoreferenzialità dell'attuale sistema politico. E comunque, si può accettare almeno l'invito ad essere maggiormente attenti, anche se orientarsi non sempre è facile: " Che io possa avere la forza di cambiare le cose che posso cambiare, che io possa avere la pazienza di accettare le cose che non posso cambiare, che io possa avere soprattutto l'intelligenza di saperle distinguere" (Tommaso Moro, "L'Utopia",1516).
Alessandro Patti
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