
La Locanda del Samaritano
Si tratta di numeri piccoli se presi in valore assoluto ma che mettono in luce quella che non si fatica a definire "emergenza abitativa" se si pensa che la realtà di riferimento è Osnago e dunque un comune di poco più di 4.800 abitanti. Ci sono infatti almeno 3-4 persone a rischio sfratto o comunque in difficoltà nel pagare regolarmente l'affitto tanto da essersi rivolte all'assessorato ai servizi sociali che si sta ingegnando per venire incontro alle loro esigenze con contributi e opere di "mediazione" con i proprietari di casa nonchè ricorrendo agli aiuti offerti dal progetto "Adotta una famiglia" per garantire a questi cittadini in situazione di indigenza, almeno di che mangiare. A questi casi, già particolarmente critici, si aggiungono poi quelli di 10 nuclei famigliari in lista d'attesa per entrare in un alloggio a canone convenzionato e quelli di ulteriori 4 famiglie che, un po' per opportunismo, un po' per disperazione, sono arrivate addirittura ad occupare abusivamente Casa San Carlo. A "denunciare" quest'ultima situazione sono stati proprio i volontari che seguono l'attività caritativa di accoglienza della parrocchia sull'ultimo numero dell'informatore "Fede e Vita" all'interno del quale sono state riservate due pagine per aggiornamenti e riflessioni sulla situazione attuale delle due strutture: l'ex casa di via San Carlo, appunto, e la "nuova" Locanda del Samaritano entrambe nate come "
sede transitoria per famiglie in emergenza abitativa e disagio economico" a cui accedere su "presentazione" di un ente (nella maggior parte dei casi comuni) che deve mettere a punto un progetto che dimostri come, al termine del periodo contrattuale (3 mesi prorogabili una sola volta), gli inquilini possano trovare una credibile alternativa. Il mancato rilascio dell'appartamento prevede l'entrata in funzione di penali che vanno a sommarsi ai rimborsi mensili a carico dei proponenti introdotti -si legge sul bollettino parrocchiale -
"per spingere l'ente e l'ospite a dare attuazione nel tempo concordato al progetto di sistemazione definitiva o alternativa presentati al momento dell'accoglienza". In caso di rifiuto a lasciare l'appartamento si arriva ad un'azione legale portata avanti dalla Parrocchia e dal Pellicano in qualità di proprietà e realtà gestore degli immobili ma sostenuta (anche economicamente) dall'ente proponente. A ciò si è giunti per ben 3 delle 4 famiglie che stanno occupando senza alcun titolo Casa San Carlo. Per una il giudice si è anche già espresso favorevolmente quindi, a giorni, si arriverà allo sgombero forzato con il comune di riferimento (Osnago) che, come previsto dalla legge, si impegnerà comunque a tutela dei minori e della madre.

L'assessore Bellano
"Tre di queste famiglie le avevamo sistemate li noi" spiega l'assessore Pieraldo Bellano.
"La quarta è invece di Olgiate. Per una delle nostre avevamo già trovato una soluzione alternativa ma non è stata accettata. Avevamo anche proposto un lavoro temporaneo, in una cooperativa che si occupa della manutenzione del verde, al marito ma non è servito. Da parte loro c'è la pretesa ad avere una casa gratis, a carico del comune ma non è pensabile. E' quindi iniziata una sorta di "disubbidienza civile" se possiamo chiamarla così, con il rifiuto a lasciare la struttura. Ciò ha portato all'avvio della procedura giudiziaria. Per una famiglia, invece, la situazione è destinata a risolversi a breve: si è infatti liberato uno degli appartamenti del comune e loro, essendo i primi nella graduatoria, avranno diritto ad entrarvi. Si tratta di un alloggio vincolato da riserva per anziani: dovremo chiedere l'autorizzazione alla Regione per cambiarne l'utilizzo e venire così incontro alla richiesta del momento. Tra i 10 n lista d'attesa, infatti, non vi sono infatti anziani ma si tratta di 10 famiglie. Complessivamente disponiamo di 35 alloggi, 20 comunali e 15 in convenzione con l'Aler ma generalmente non c'è mobilità. L'appartamento che si è liberato era occupato da una donna anziana che, non potendo più stare da sola, è stata presa in carico dai figli svincolando di fatto quella casa".
Le condizioni registrate all'intero dell'ex struttura di via San Carlo si riflette parzialmente anche alla Locanda del Samaritano
: "il numero di famiglie ospitate è salito a cinque, quindi comprendendo anche la famiglia che funge da custode, gli appartamenti attualmente occupati sono 6 sui 9 disponibili" riporta il notiziario.
"Anche qui ci sono due nuclei che hanno superato il termine concordato e i relativi comuni, dopo aver tentato inutilmente soluzioni alternative, hanno chiesto ufficialmente alla Parrocchia l'apertura di un procedimento legale". La situazione generale appare ancor più preoccupante se si considera che i 10 nuclei famigliari ospitati nelle due strutture parrocchiali contano la presenza di ben 20 bambini.
"All'inizio di quest'esperienza, non si verificavano casi di questo tipo" spiega Bellano imputando al perdurare della crisi economica questi "problemi" che finiscono per pesare sull'assessorato di sua competenza.
"Nei primi 3 anni di attività della Casa di accoglienza di via San Carlo abbiamo trattato e portato alla normale conclusione ben 26 famiglie mentre dopo il primo cado di rifiuto ad uscire, ne sono subito seguiti altri 4" precisano anche i volontari della parrocchia sempre sulle pagine dell'informatore confermando in ogni caso la validità dell'intervento caritativo di accoglienza che non viene meno anche quanto la permanenza degli ospiti si allunga oltre i tempi previsti.
"La parrocchia ci è sempre venuta incontro comprendendo le difficoltà" ha poi concluso l'assessore.
"Noi cerchiamo dove possibile di tamponare le emergenze. Ma la situazione resta dura".
A. M.