LES CULTURES: SIAMO CONTRO IL TESTO UNICO PER L'IMMIGRAZIONE
l'associazione Les Cultures di Lecco intende prendere posizione nei confronti del disegno di legge per la riforma del testo unico immigrazione, approvato di recente dal Governo. Infatti si schiera contro l'ipotesi di riforma del testo unico
immigrazione promossa dal Governo e che sarà presto posta all'attenzione della Conferenza Stato-Regioni.
1. Si cerca di fare passare il concetto che immigrato=lavoratore. Per noi, il cittadino immigrato è innanzitutto una persona alla ricerca di condizioni di vita migliori. Affermiamo con forza la libertà dei cittadini di spostarsi liberamente nel mondo, principio sancito dalla Dichiarazione Universale dei Diritti dell'Uomo.
2. Non crediamo affatto che l'introduzione di questo decreto limiterà l'immigrazione, ma anzi favorirà sempre più l'immigrazione clandestina, la tratta di esseri umani e il lavoro nero.
3. Tutti siamo contro l'immigrazione clandestina. Speriamo che un giorno questo fenomeno non si verifiche più, vuoi per le migliori condizioni nel Terzo e Quarto mondo, vuoi per l'affermazione della salvaguardia dei diritti umani in tutto il mondo. Si contesta la modalità di contrasto del fenomeno attraverso il carcere, senza
prevedere forme alternative per limitare il più possibile l'immigrazione clandestina. La repressione del fenomeno attraverso la legge e il carcere non sarà una strategia produttiva: si riempiranno le carceri e si esporranno gli immigrati al rischio di devianza
4. La tutela del lavoratore immigrato non viene garantita. Viene chiesto agli immigrati di prestare la propria opera nel nostro Paese e poi di accomodarsi all'uscita. Non ci sembra un modello equo. In secondo luogo, lo sappiamo tutti che gli immigrati svolgono lavori che gli italiani non vogliono più fare. Assumere l'immigrato, constatato il fatto che non ci siano italiani disposti a svolgere un certo tipo di lavoro, ci sembra eccessivamente discrezionale e quanto meno pittoresco.
Altra questione se lo straniero è uno sportivo, in questo caso le corsie preferenziali si sprecano. Assurdo.
5. Formazione. I corsi di formazione che dovranno tenere nei paesi d'origine degli immigrati accolgono richieste formulate dalle associazioni di categoria imprenditoriali. E' una soluzione che il terzo settore propone da tempo immemore. Non ci troviamo d'accordo che queste competenze vengano spese esclusivamente nei Paesi del nord del mondo.
immigrazione promossa dal Governo e che sarà presto posta all'attenzione della Conferenza Stato-Regioni.
1. Si cerca di fare passare il concetto che immigrato=lavoratore. Per noi, il cittadino immigrato è innanzitutto una persona alla ricerca di condizioni di vita migliori. Affermiamo con forza la libertà dei cittadini di spostarsi liberamente nel mondo, principio sancito dalla Dichiarazione Universale dei Diritti dell'Uomo.
2. Non crediamo affatto che l'introduzione di questo decreto limiterà l'immigrazione, ma anzi favorirà sempre più l'immigrazione clandestina, la tratta di esseri umani e il lavoro nero.
3. Tutti siamo contro l'immigrazione clandestina. Speriamo che un giorno questo fenomeno non si verifiche più, vuoi per le migliori condizioni nel Terzo e Quarto mondo, vuoi per l'affermazione della salvaguardia dei diritti umani in tutto il mondo. Si contesta la modalità di contrasto del fenomeno attraverso il carcere, senza
prevedere forme alternative per limitare il più possibile l'immigrazione clandestina. La repressione del fenomeno attraverso la legge e il carcere non sarà una strategia produttiva: si riempiranno le carceri e si esporranno gli immigrati al rischio di devianza
4. La tutela del lavoratore immigrato non viene garantita. Viene chiesto agli immigrati di prestare la propria opera nel nostro Paese e poi di accomodarsi all'uscita. Non ci sembra un modello equo. In secondo luogo, lo sappiamo tutti che gli immigrati svolgono lavori che gli italiani non vogliono più fare. Assumere l'immigrato, constatato il fatto che non ci siano italiani disposti a svolgere un certo tipo di lavoro, ci sembra eccessivamente discrezionale e quanto meno pittoresco.
Altra questione se lo straniero è uno sportivo, in questo caso le corsie preferenziali si sprecano. Assurdo.
5. Formazione. I corsi di formazione che dovranno tenere nei paesi d'origine degli immigrati accolgono richieste formulate dalle associazioni di categoria imprenditoriali. E' una soluzione che il terzo settore propone da tempo immemore. Non ci troviamo d'accordo che queste competenze vengano spese esclusivamente nei Paesi del nord del mondo.
Ufficio stampa Les Cultures