Viaggio nel Dipartimento Salute Mentale/2: il Cps di via Parini 'fulcro' di tutto il sistema. Accessi aumentati del 222% dal '99

Siamo partiti dal reparto ma, tutte le strade, nel nostro viaggio all’interno dell’area meratese del Dipartimento di Salute Mentale dell’Azienda Ospedaliera della provincia di Lecco, portano poi al Centro Psico Sociale (conosciuto semplicemente come CPS) di via Parini a Merate, “fulcro” di tutta l’attività, struttura di accoglienza e continuità che, nel solo 2011, si è occupato di 1.533 persone. A queste, per capire la portata del servizio offerto, ne vanno sommate ulteriori 2.411 seguite dall’analoga realtà lecchese, con un volume complessivo di utenti pari 3.944 unità ossia l’1,4% della popolazione della provincia. Più che questo dato in sé, colpisce però maggiormente lo storico che evidenzia il vertiginoso incremento registrato in poco più di dieci anni: dal 1999 al 2011 i soggetti in cura a Merate sono passati da 476 a 1.533 con un balzo del 222%; i lecchesi (a cui afferiscono anche gli utenti degli ambulatori di Oggiono, Bellano, Introbio e Mandello) da 965 a 2.411, +149,84%.

La coordinatrice infermieristica Rosa Pini ci accoglie nella struttura di via Parini a Merate

Il desk d’accoglienza open space

Questo “salto in avanti” è da attribuire, secondo gli esperti, prevalentemente all’aumento dei Disturbi d’Ansia che, a Merate, colpiscono il 31,14% dei soggetti che si rivolgono al Cps. Complessivamente, comunque, nell’arco del 2011, le due strutture hanno erogato qualcosa come 56.337 interventi (34.946 Lecco e 21.389 Merate) la maggior parte dei quali in sede ma con un 12% di prestazioni anche a domicilio, attuate prevalentemente dagli infermieri. L’equipé  che opera infatti presso questo genere di realtà è “multi professionale” con la presenza, ad esempio a Merate, di cinque medici, due psicologi, due assistenti sociali, un educatore e cinque infermiere tra cui la coordinatrice Rosa Pini, simpaticamente definita la “massaia” del Cps per l’instancabile spirito con cui affronta il suo lavoro, un lavoro “fatto di relazione” come lei stessa ci spiega. 

Da sinistra il dottor Lora, il rad Giorgio Beretta, la dott.ssa Ferrara, l’infermiera Marinella Meloni, la ragazza Obiettore presso il Cps nei mesi scorsi, l’infermiera Lorena Marzani e  la coordinatrice inf.ca Rosa Pini.

Come dicevamo in apertura, infatti, tutta l’attività del dipartimento passa attraverso il Centro Psico Sociale che rappresenta il “cuore pulsante del sistema”: esso fa “rete” con le altre realtà (il reparto e le strutture residenziali) ma anche con il territorio tramite quel canale diretto che lo unisce ai gruppi di auto-aiuto che nascono tra famigliari di soggetti già in cura e ai medici di medicina generale. Sono quest’ultimi che, in circa l’80% dei casi, inviano i propri assistiti al Cps. In 15 giorni dalla “segnalazione” a questi pazienti viene garantito un primo appuntamento (i tempi  di accesso si riducono ulteriormente a massimo 7 giorni per chi viene dimesso dal reparto)per poi avviare con loro, così come con quel 20% di cittadini che vi accede direttamente senza l’intermediazione del medico di famiglia, percorsi di consulenza (che interessano il 39,20% dei soggetti di Merate), assunzione in cura (51,88%) e presa in carico (8,92%). 

Prevalenza Cps Merate per spettro diagnostico

“Il nostro compito è concentrarci sulla persona” spiega la dottoressa Ferrara. “Per questo vi è un’estrema flessibilità nell’organizzazione del Cps. L’obiettivo è riuscire a strutturarci sulla domanda. I protocolli diventano così stoffe da tagliare che cuciamo a misura dei singoli utenti. O almeno ci proviamo…”. L’attività clinica (con visite, colloqui, prescrizioni farmacologiche e conseguenti rivalutazioni) insieme a quella infermieristica (incentrata anch’essa sui colloqui, le visite domiciliari e somministrazione delle terapie prescritte), rappresentano lo zoccolo duro del lavoro svolto al Cps, ma, attorno ad esse ruotano l’attività rivolta alla famiglia, l’attività psicoterapica, l’attività di riabilitazione-risocializzazione e di accompagnamento nel mondo del lavoro (educatori professionale e tecnici della riabilitazione psichiatrica), l’attività di supporto sociale (assistente sociale)  e alla vita quotidiana nonché la già citata attività di coordinamento interna tra professionisti con diversa specialità e con le altre strutture.

Aree di attività nei Cps di Merate e Lecco

Le sindromi nevrotiche e da disadattamento, la schizofrenia con le sindromi deliranti e i disturbi della personalità rappresentano le patologie più frequentemente trattate interessando complessivamente il 69% dei 1533 pazienti che afferiscono alla struttura di via Parini, tra cui si registra una leggera prevalenza di donne (871 contro 662 uomini). Circa la metà degli utenti ha poi una famiglia acquisita o un partner, il 32,5% possiede un diploma o un titolo di laurea e il 40,7% degli under 65 e quindi in età da lavoro, ha effettivamente un’occupazione. 330, poi, le persone che hanno avuto il loro primo contatto con il Cps nel solo 2011 di cui  la fetta più grossa, ben 80 soggetti, di età compresa tra i 35 e i 44 a cui si sommano altri 36 individui sotto i 24 anni. 

Anni primo contatto e pazienti per anno di primo contatto per diagnosi

Non stupisce dunque che uno dei progetti più gettonati sia quello rivolto ai giovani, un progetto a cui sono “iscritti” tutti i ragazzi e le ragazze tra i 17 e i 30 anni che possono così sfruttare un percorso personalizzato di valutazione a tutto tondo, psichiatrica ma anche psicologica e sociale. Partendo dal presupposto che più lunga la fase non curata della malattia, più è alto il rischio di esito negativo del trattamento, spiegano il direttore del dipartimento Salute Mentale Antonio Lora e il responsabile di area dipartimentale Giorgio Beretta, per i giovani viene predisposto un “pacchetto intensivo” lavorando anche sulle situazioni a rischio ovvero su quei soggetti che potrebbero sviluppare la patologia. Tale attività non può poi essere dissociata dalla valutazione dell’entourage familiare di ogni ragazzo nella convinzione che il suo problema non può essere disgiunto dalla sua famiglia soprattutto nelle situazioni di maggiore gravità e dunque con pazienti che manifestano depressione, psicosi o disturbi della personalità.

A sinistra una sala visite un corridoio. A destra la sala per i trattamenti farmacologici

Lasciato il Centro Psico-sociale, struttura tra l’altro in continuità con il centro diurno, dove è anche possibile fruire di un alta professionalità nel campo riabilitativo (con educatori  e tecnici della riabilitazione psichiatrica), inserita nel cuore storico di Merate (con tutte le difficoltà nel trovare parcheggio che ciò comporta), con il suo banco accoglienza open space, gli studi resi allegri dai dipinti donati agli stessi utenti, capaci di allontanare quell’inquietudine che solo la sala con le poltrone per i trattamenti farmacologici conserva, il nostro tour prosegue ora sul territorio, con la visita alle comunità di Cernusco (Cra) e Casatenovo (Crm). Il viaggio continua….
Alice Mandelli
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