Montevecchia: Vera Brianza festeggia i suoi vent’anni con un libro di ricordi e ‘scatti’
Al centro Giuseppe Mutti e Franco Spreafico
MONTEVECCHIA- Al "Passone" di Montevecchia era nata l'idea. Vent'anni dopo, alle 20 di venerdì 1 ottobre 2010, in un incontro che ha visto partecipare duecento tra soci e invitati, "Vera Brianza" ha festeggiato il 20° compleanno. Durante la manifestazione, Giuseppe Mutti, presidente in carica, ha presentato un libro sulle storia dei primi due decenni di vita. L'incontro ha visto intervenire Gianni Cervetti, primo presidente, Giacomo Corno, Franco Spreafico e lo stesso Mutti. Ovvero quattro dei cinque presidenti. Assente Nando Caldirola, influenzato.

Il collega Sergio Perego,
autore del volume
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Ha detto Mutti: "Quella che festeggiamo e ricorderemo con questo volume, è la storia di un'associazione nata in Brianza, terra dove l'economia e le aziende, una ogni 13 abitanti, sono tuttora in primo piano. Una parte di territorio dove, tra lecchese, comasco e milanese, i confini sono ancora incerti, ma che, alle spalle, ha un'esperienza comune, di intelligenza imprenditoriale e lavoro. Dove la parola d'ordine deve ritornare ad essere, non disperdiamo le forze. Diamoci una mano fra noi, reciprocamente. Stasera abbiamo con noi quattro dei cinque presidenti. La febbre ha costretto in casa Caldirola, che aveva diretto a lungo l'associazione. I nostri auguri vanno anche a lui".
L'onorevole Gianni Cervetti, già braccio destro di Belinguer, ha ricordato quella sera di vent'anni prima al "Passone", quando, depositato dal notaio Bosisio il primo documento sulla costituzione dell'associazione, i quindici futuri soci si erano trovati sul Monte delle Vedette, per una cena insieme. Tra loro Enrico Fumagalli, già consigliere comunale a Casatenovo, Nando Caldirola, Gianni Cervetti, Elia Penati, Vittoria Farina, Vincenzo Zappoli, che morirà in un incidente e verrà "sostituito" da Corrado Toscani, il notaio Modesto Bosisio, Giancarlo Comi, Roberto Mazzei, Valentino Scaccabarozzi, Giancarlo Valle, Pietro Magni, Carlo Ornaghi, Gerardo Viganò. "A Cesare Scaccabarozzi, persona fidata - ha detto Cervetti - chiedemmo di fare da tesoriere". Ricordava lo stesso Cesare durante una pausa "Avevamo deciso di versare ognuno una quota di 100mila lire. I nomi li avevo registrati su un foglio di block notes. In fondo alla pagina c'era anche una nota, con una somma di altre 100mila, era il resto del conto per la cena. In dicembre l'elenco dei quindici si era allungato con i fratelli del salumificio Beretta. Con quel documento è cominciata la storia di Vera Brianza". Giacomo Corno, secondo presidente, ha ricordato i primi incontri a Mosca: "Eravamo usciti a cena con i funzionari dell'ambasciata italiana. Tornando verso l'albergo, qualcuno ci chiese di portare le aziende della Brianza in Russia. Stavamo attraversando la Piazza Rossa. Indicai il Maneggio e dissi: se mi date quella location mi impegno. Non risposero subito, ma un mese dopo da Milano, ci arrivò una comunicazione,a Mosca ci attendevano a giugno per una settimana di esposizione proprio nel Maneggio. La Fiera del Made in Brianza è continuata per sei anni". Cervetti ha ricordato poi la lunga presidenza di Nando Caldirola e l'impegno dei Consorzi verso l'estero, mentre Mutti ha ripercorso la presidenza di Franco Spreafico. "Una persona speciale, tanto lavoratore quanto umile nella sua grandezza. Senza di lui non sarei qui. Era stato lui, che avevo incontrato a Milano, a chiedermi di partecipare a Vera Brianza. Questa parte di territorio non sapevo nemmeno dove fosse. La prima sera che cercai di arrivare sotto la Torre Prinetti, quello era il riferimento, mi fermai a Cernusco. Non sapevo come continuare. Ora amo questo terra e chi ci abita".
Centoventi pagine con fotografie storiche, nei diciotto capitoli il libro ripercorre l'intera storia del sodalizio. Dal documento che i quindici "ideatori" avevano steso al "Passone", alla prima assemblea (al Ca' Bianca di Oggiono) a quella del Triscele, logo dell'associazione ideato dallo storico Carlo Pirovano e disegnato dal Lucio Moscardin (designer del logo dei mondiali Italia '90). Alla "scoperta", con Cervetti, Corno e Caldirola, dei mercati russi.

