Merate: festa del cioccolato negata a Casa Amica
"Un metodo uguale per tutti e per non creare concorrenza alle bancarelle giunte da tutta Italia, Sicilia compresa". Il presidente della Pro Loco Andrea Simonetti risponde così alla contestazione mossa per la mancata concessione di uno spazio per la bancarella dei ragazzi di Casa Amica che avrebbero voluto offrire cioccolato in cambio di una offerta libera. Il "metro" utilizzato dalla Pro loco per tutti coloro, in quanto gruppi o rappresentanti di sodalizi di volontariato, che avevano fatto richiesta per posizionare lo stand durante uno degli eventi particolarmente attrattivi dell'anno, come la festa del cioccolato, è stato dunque il medesimo e non ha fatto distinzione di finalità o composizione dell'associazione.
E così anche i ragazzi di Casa Amica, che da un benefattore hanno ricevuto una quantità ingente di cioccolato e che avevano individuato nella manifestazione di ottobre un buon momento per poterla offrire alla popolazione in cambio di un'offerta libera, si sono visti rispondere negativamente.
"E' stato difficile dire di no" ha spiegato Simonetti "non è stato bello né piacevole ma non potevamo fare altro. Non volevamo creare difficoltà e concorrenza ai commercianti giunti da tutta Italia a Merate per vendere le tavolette di cioccolato. Abbiamo detto di no a Casa Amica e ad altri gruppi che volevano proporre cibo cotto, come polenta e funghi. Questo sarebbe andato a svantaggio dei ristoranti della città. E non l'abbiamo trovato giusto. Mi sono però detto disponibile ad accogliere la loro richiesta in un altro momento aggregativo".
Non resta però molto tempo a Casa Amica, dove gli animi si sono detti molto amareggiati per l'accaduto, soprattutto perché non si trattava di una vera e propria vendita ma di una sorta di scambio in virtù di una offerta libera. Il cioccolato, infatti, se non piazzato in breve tempo minaccia di sciogliersi. E dunque di andare perduto.
E così anche i ragazzi di Casa Amica, che da un benefattore hanno ricevuto una quantità ingente di cioccolato e che avevano individuato nella manifestazione di ottobre un buon momento per poterla offrire alla popolazione in cambio di un'offerta libera, si sono visti rispondere negativamente.
"E' stato difficile dire di no" ha spiegato Simonetti "non è stato bello né piacevole ma non potevamo fare altro. Non volevamo creare difficoltà e concorrenza ai commercianti giunti da tutta Italia a Merate per vendere le tavolette di cioccolato. Abbiamo detto di no a Casa Amica e ad altri gruppi che volevano proporre cibo cotto, come polenta e funghi. Questo sarebbe andato a svantaggio dei ristoranti della città. E non l'abbiamo trovato giusto. Mi sono però detto disponibile ad accogliere la loro richiesta in un altro momento aggregativo".
Non resta però molto tempo a Casa Amica, dove gli animi si sono detti molto amareggiati per l'accaduto, soprattutto perché non si trattava di una vera e propria vendita ma di una sorta di scambio in virtù di una offerta libera. Il cioccolato, infatti, se non piazzato in breve tempo minaccia di sciogliersi. E dunque di andare perduto.