Osnago: taglio del nastro per la festa del PD. Si parla di arte ma anche di nuove province
Paolo Strina, Alessandro Alfieri, Ercole Redaelli, Luca Gaffuri
Si è aperta, nella serata di giovedì 30 agosto, la 3^ edizione della "Festa democratica Interprovinciale" ospitata, come di consueto, presso la Fiera di S. Giuseppe artigiano ad Osnago.
Piattaforma d'arte, musica, spettacoli, aggregazione ma soprattutto dibattiti, la festa è stata presentata come "un'occasione per ragionare su diversi temi e poter così scegliere più consapevolmente, partecipando attivamente ad un governo democratico".
Alle parole di Ercole Redaelli, segretario provinciale del PD di Lecco, hanno fatto eco quelle del sindaco di Osnago Paolo Strina, che ha voluto sottolineare l'importanza dell'appuntamento per "discutere di temi concreti e ravvicinati" e per "parlare di buona politica, quella che permette davvero di guardare avanti", nonché il discorso tenuto da Luca Gaffuri, capogruppo del PD in Consiglio Regionale. "L'impegno condiviso dalle federazioni di Lecco e di Monza e Brianza ha premiato sia in termini di organizzazione che in termini di risultati elettorali. Il PD ha spiccato il volo e la presenza di quattro consiglieri regionali è un segnale che vogliamo lanciare auspicandoci che, oltre alla consuete elezioni nazionali ci saranno quelle regionali dove vorremmo rappresentare gli abitanti della Lombardia, con un programma che vuole offrire risposte concrete ai cittadini, sempre nel rispetto e nella capacità di tenere insieme un'alleanza democratica. Da solo il PD non può vincere, ma può essere la forza trainante insieme con altre forze politiche. Vogliamo promuovere una realtà civica in cui il volontariato sia portato nel mondo della politica e, a questo proposito, abbiamo un comitato civico e ben ramificato in Lombardia".
Il taglio del nastro
Un immancabile ringraziamento a chi lavora a questa festa, in cucina e negli stand, e a chi garantisce col suo impegno quasi due settimane di animazione politica e culturale è stato dunque condiviso dai presenti chiamati a vario titolo in rappresentanza del partito al momento dell'inaugurazione della manifestazione. Descritta come una fucina di idee, la festa ha voluto quindi rappresentare l'ideologia di "un partito vivo e vicino alla gente anche e soprattutto in questo momento di crisi, in cui uomini e donne mettono in comune forze e competenze per apportare miglioramenti".
A sinistra Chiara Gatti curatrice della mostra. A destra il taglio del nastro della mostra d'arte
Dopo il taglio del nastro, si è subito dato il via al primo evento di carattere artistico e culturale, di stampo e sensibilità prettamente femminile: la mostra "Fiori d'acciaio. Energia e leggerezza nell'arte delle donne", curata da Chiara Gatti. Con stoffe, materiali plastici, pitture, composizioni, schizzi e disegni le protagoniste Ketty Tagliatti, Dolores Previtali, Cinzia Fiorese, Elena Redaelli, Patrizia Novello, Susanna Pozzoli e "LaCRUNA" hanno rappresentato ed espresso la muliebre capacità di muoversi tra la fragilità e la forza.
Tanti gli "spettatori" che si sono lasciati affascinare dalle eterogenee opere d'arte esposte, capaci di suggerire le sensazioni più disparate. A seguire, come "promesso" dal programma variegato della festa, non è mancato lo spazio per il dibattito politico durante la conferenza "Le nuove province tra vincoli legislativi e identità territoriali", in cui il sociologo e presidente del consorzio Aaster Aldo Bonomi ha disegnato uno spaccato che ha avuto lo scopo di fungere da input per una riflessione attenta su questa attuale e "delicata" tematica.
Gianmario Fragomeli, Gigi Conti, Aldo Bonomi, Ercole Redaelli, Alessandro Alfieri, Roberto Rampi
Richiamando i presenti a ragionare su un decalogo di punti sui quali è necessario interrogarsi in merito alla questione, Bonomi ha in primis sottolineato che "ragionare su come ridisegnare le province significa anche far attenzione ai meccanismi strutturali del territorio e all'economia. È infatti un concetto tellurico che va molto in profondità, abbraccia anche i temi di comunità e di identità ed è quindi responsabilità di ognuno di noi assumere in prima persona il problema del dimensionamento del territorio". Partendo da un "affresco" delle principali "fibrillazioni territoriali italiane" - tra cui le cosiddette "terre alte", che comprendono parte del varesotto e del comasco, la Valtellina e la Valcamonica e che sono tutt'altro che territori marginali per questioni come l'ambiente, l'acqua ed il turismo, le piattaforme produttive pedemontane che da Biella giungono sino a Trieste, comprendendo dunque la Brianza,dove si stenta a mantenere il capitale manifatturiero e produttivo, l'asse Toscana-Umbria-Marche cioè la cosiddetta Italia di mezzo, l'asse regionale Napoli-Bari, con una Regione Campagna quasi in default totale, la Sicilia ed il suo problema "dell'autonomia senza sviluppo" - Bonomi ha cercato di mostrare che "la questione di come si ridimensiona il territorio non prescinde, anzi sta dentro un quadro molto più vasto", in cui vanno considerate variabili attinenti ai campi più disparati(politico, sociale, economico, identitario...) e le peculiarità di ogni zona.
Si è dunque arrivati a discutere del caso specifico lombardo, in merito al quale il sociologo ha indicato i caratteri delle "quattro lombardie" - quella del distretto alpino, la pedemontana, l'area metropolitana milanese e l'asse Pavia-Mantova - provando a immaginare le problematiche derivanti da un ridimensionamento di tipo orizzontale e verticale. Nel primo caso, "partire da Monza e costruire la grande Brianza, significherebbe affiancare alla Milano globale un pezzo di territorio che si è sempre disegnato per differenze; se si ridisegnano le province in modo verticale, invece, quindi seguendo l'asse che da Monza va a Lecco e poi a Sondrio, il problema riguarderebbe il rapporto con la Brianza e Milano".
In conclusione, Bonomi ha quindi evidenziato la necessità, che "sussiste prima ancora di ragionare sulle province che verranno", di operare partendo dal basso e dalle figure dei sindaci e di riflettere a fondo su come ricreare nell'istituzione locale la dimensione della società di mezzo, che riguarda il sistema delle rappresentanze e dei partiti. A continuare il dibattito aperto dal sociologo sono stati Alessandro Alfieri, vicesegretario regionale del PD e consigliere regionale, Gigi Ponti, segretario provinciale di Monza e Brianza, Ercole Redaelli segretario provinciale di Lecco, Roberto Rampi, responsabile dell'organizzazione del PD lombardo e Gian Mario Fragomeli sindaco di Cassago e componente della direzione regionale ANCI, mentre nell'area concerti risuonavano le note dei Persiana Jones, i primi ad inaugurare il palco di questa 3^ edizione della festa. Come promesso, dunque, la prima serata ha offerto un mix di arte, cultura, politica e buona musica.
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S.T.