Osnago: pienone per don Antonio Mazzi alla festa Pd. Il sacerdote presenta ''exodus''

Don Antonio durante il suo intervento
Auditorium strapieno e applausi numerosissimi per don Antonio Mazzi, ospite venerdì sera, a Osnago, alla festa del PD provinciale di Lecco-Monza. Ottant'anni, il vulcanico sacerdote, ha presentato un libro "Oddio, cosa ho fatto", ovvero la storia di "exodus". "tutto minuscolo" ha sottolineato il fondatore delle comunità che accolgono tossicodipendenti e persone che vivono un disagio. In sintesi l'impegno di una vita, venticinque anni che hanno visto nascere quaranta centri, sparsi in tutta l'Italia, pronti sempre ad accogliere chi ha bisogno di aiuto". "Volevo fare il letterato, e studiavo musica - ha detto don Mazzi raccontando la sua storia - ci fu l'alluvione. Sono diventato prete. Volevo essere un sacerdote di frontiera, quelli che vivono con chi ha bisogno di aiuto, come faccio anche oggi. Nel 1984 ero a Milano. Ho incontrato un gruppo di giovani che avevano problemi di tossicodipendenza. Ci siamo presi quattro vecchi camper e abbiamo girato l'Italia. Tutti hanno superato il loro problema, uno solo è morto perchè ammalato di aids". Il sacerdote ha detto ancora di non amare le strutture chiuse. "A mio parere non educano". Tornato a Milano, don Mazzi incontra i giovani che vivono al Parco Lambro. "Avevamo bisogno di una casa. sapevo che la Cascina Torrette era vuota. L'avevamo chiesta al Comune. le chiavi non arrivavano. Abbiamo avvertito la polizia. Guardate che andremo ad occupare. Un mese dopo sono arrivate anche le chiavi. Era il 25 marzo 1984. Così è nata "exodus". Accadesse ora sarei già in galera. Adesso abbiamo quaranta centri, anche ad Africo, Locri, Reggio Calabria. Io non ho casa, Vivo con i ragazzi. L'ho detto altre volte. Con un'ala del Vaticano, tutti i bambini africani sarebbero salvi. Dobbiamo cambiare la mentalità borghese di questi anni, altrimenti cadremo nella trappola di questo mondo con poche speranze. Dobbiamo farlo per i nostri figli, per dare loro un futuro. Lavoro, educazione, musica, sport. Questo dobbiamo dargli, ma anche la possibilità di poter costruire qualcosa di diverso. La sinistra deve imparare a comunicare, darsi delle priorità. La coscienza politica è crollata a 360 gradi".
Nei ricordi di don Mazzi, un pensiero particolarmente affettuoso va al cardinal Martini. "A Milano siamo arrivati quasi insieme. Io sono arrivato nel 1979, Lui nell'Ottanta. Quando i terroristi decisero di posare le armi, metà le consegnarono a lui, l'altra metà a me. Andavo anche alla Stazione centrale per cercare di oppormi alla prostituzione. Un giorno il cardinale mi chiamò.  Disse. Mi dicono che la notte ti vedono alla Centrale. Che ci vai a fare? Gli raccontai di una prostituta che mi aveva chiesto 50mila lire. Dico sempre che non bisogna dare soldi a chi si droga. La ragazza insisteva. Mandava anche cattivo odore. le dissi: vai a lavarti. Per farmi capire, alzò il vestito. Il suo corpo era solo croste, malattie provocate dagli uomini che, ogni notte, la sfruttavano. Il cardinale capì. Alla ragazza, quella volta, diedi anche le 50mila lire".
Sergio Perego
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