Salvini interviene sugli ex lavoratori Alitalia

Sono circa 5.000 gli ex lavoratori che ora si trovano in cassa integrazione a seguito della liquidazione di Alitalia; per loro l'opzione offerta dalle compagnie aeree straniere risulta essere la più praticabile, se non fosse che l'INPS ha deciso di togliere la mobilità a tutti coloro che decidano di reimpiegarsi temporaneamente al di fuori dei confini dello Stato (si veda la circolare INPS n. 94 dell'8 luglio 2011).
"Si tratta di una circolare totalmente discriminatoria e contraria alla normativa UE che da sempre afferma il principio della libera circolazione dei lavoratori, ribadito più volte anche dalla Corte di Giustizia", ha commentato l'Eurodeputato della Lega Nord Matteo Salvini a seguito della presentazione alla Commissione Europea di un'interrogazione volta a chiedere proprio l'intervento dell'istituzione comunitaria a difesa di un diritto fondamentale come quello di poter cercare lavoro all'estero senza perdere i diritti precedentemente acquisiti e senza essere discriminati.
Sulla base delle leggi 291/2004 e 166/2008, infatti, per gli ex lavoratori di Alitalia erano previsti quattro anni di cassa integrazione (periodo che si concluderà il 12 ottobre 2012) e tre anni di mobilità.
Purtroppo però, i fortunati che durante tale periodo trovano un impiego temporaneo all'estero decadono automaticamente dall'indennità di mobilità. Nello specifico, per il personale navigante è necessario continuare a lavorare in modo da mantenere in validità le licenze di volo e le abilitazioni.
"Ho chiesto l'intervento dell'Unione Europea perché intervenga su tale discriminazione." ha continuato Salvini.
"Il governo Monti non vede o finge di non vedere. Non è giusto che a pagare sia chi è dotato di competenze e iniziativa proprie e soprattutto non possiamo sempre autopenalizzarci, come Paese, rispetto a principi quali quello della libera circolazione" ha concluso l'eurodeputato del Carroccio.
Ufficio stampa Matteo Salvini
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