Posizioni diverse nel Pd ma la maggioranza è per l'acqua pubblica

In seno al Pd sono diverse le posizioni in tema di servizio idrico, che vanno dall'affidamento in house fino alla posizione, minoritaria, della privatizzazione tout court. Una domanda cruciale è dunque serpeggiata ieri sera tra il pubblico. Alla luce del "risultato straordinario" della campagna referendaria per l'acqua pubblica promossa nei mesi scorsi, 1 milione 400 mila firme, quale sarà la posizione ufficiale del partito al momento di andare alle urne? Ecco in sintesi le risposte: Daniela Mazzucconi, senatrice PD Esiste modello e modello di gestione. Il centro destra prevede alla lunga la dismissione totale del controllo da parte del pubblico. Il nostro desiderio è quello di riuscire a giungere ad un disegno condiviso come partito ma si tratta di un percorso ancora in fieri. Personalmente accetterei i quesiti, il referendum ha un significato complessivo che il partito non può ignorare. Ritengo che il referendum non sia risolutivo del problema ma significativo e deve essere tenuto in considerazione. Ci vorrebbe molto più tempo per riflettere sui modelli gestionali altrimenti sembra che siamo uguali a Berlusconi. In realtà la Lega stessa è contraria al modello di privatizzazione proposto dal Pdl. L'idea berlusconiana è quella di privatizzare tutto per sgravare dai costi il bilancio dello stato ma si tratta di una soluzione che non risolve il problema perché a pagare saranno i cittadini.

Luca Gaffuri, capogruppo PD Regione Lombardia: "Dobbiamo puntare alla massima qualità con un costo accettabile. Il partito in merito al tema del referendum è in difficoltà anche perché tutte le volte si riparte dall’inizio bisognerebbe invece trovare un minimo comun denominatore. Di per sé il referendum è un dato positivo e il mio voto sarebbe favorevole sebbene io non sia d’accordo appieno su alcuni tecnicismi della legge, ma ritengo sia comunque importante come segnale di tendenza. La campagna referendaria è stato un segnale politico che già è stato dato".

Ercole Redaelli, segretario provinciale PD Lecco: "La nostra posizione sostanzialmente ricalca quella nazionale che ha lasciati liberi i vari circoli di affiancare i movimenti nella raccolta firme. Sono d’accordo con la senatrice Mazzuconi, si tratta di un segnale importante che condividiamo. Per quanto riguarda l’applicazione pratica, vogliamo che i comuni abbiano il controllo della gestione per controllare qualità e tariffe. Nel merito invece della modalità tecnica con cui ottenere questo risultato non siamo ancora entrati anche perché la normativa in materia è in continua evoluzione".

Enrico Brambilla, segretario provinciale PD Monza e Brianza: "Noi abbiamo sostenuto la campagna referendaria. Anch’io sono un po’ critico rispetto ad alcuni cavilli di legge ma credo che il referendum dia un messaggio significativo. Tuttavia pur avendo sostenuto il referendum ritengo che questo non sia sufficiente, è necessario creare una cornice legislativa stabile".


M.M.
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